Ci siamo subito appassionati alla storia di Atalanta, il 21 metri che Carlo Puri Negri si fece costruire da Bruce Farr nel 2004, e che ci ha da subito ricordato la creatura del dottor Frankenstein, protagonista del romanzo di Mary Shelley. Perché è stata rifatta pezzo per pezzo, con l’ausilio delle migliori tecnologie. Ed è quindi un mostro, ma un mostro bellissimo. Umberto Felci ne ha curato il refitting, realizzato nei cantieri Adriasail di Maurizio Testuzza a Fano (Ancona). Una bella sfida quella raccolta dal progettista milanese: rendere moderno e competitivo un maxi vecchio di 12 anni.

Vi avevamo fatto vedere i disegni della metamorfosi della barca, spiegati punto per punto da Umberto Felci che ci ha raccontato come “sono state modificate radicalmente le linee d’acqua dell’ultimo terzo poppiero dell’imbarcazione esistente (negli ultimi sei metri è stata realizzata una “nuova poppa” appoggiata a quella esistente), dando luogo a una forma di carena più tesa e portante nella parte poppiera per avere un incremento della lunghezza al galleggiamento nonché del momento raddrizzante tra i 15 e i 25°. Si è poi ridotto il pescaggio della pinna (da 4 a 3,70 metri, con masse più concentrate) ed è stato armato sartiame in tessile modificando anche il piano velico per contrastare l’aumento di superficie bagnata della barca. Queste le principali modifiche realizzate”.
Dopo cinque anni a terra, oggi finalmente Atalanta II è in acqua per osservare dal vivo la sua metamorfosi. Ha esordito alla Volcano Race 2016 dove è stata protagonista assoluta delle 398 miglia che vanno da Gaeta alle isole Eolie e ritorno. A sfidarsi nella categoria mini maxi, sotto gli 80 piedi, erano cinque equipaggi e l’imbarcazione di Carlo Puri Negri si è piazzata prima in tempo compensato terminando in 2 giorni 2 ore, 2 minuti e 6 secondi.

Siamo risusciti a “strappare” un’intervista all’armatore che così ha commentato la “prima” del suo nuovo bolide. In particolare Puri Negri ha commentato la regata in attesa di rivedere Atalanta II nuovamente all’opera durante la 151 miglia (2-4 giugno 2016) e ci ha confessato come, a suo avviso, la barca sia ancora al 70% delle sue possibilità:
“Siamo partiti di bolina con un vento leggero di 5 nodi che poi è salito fino a 12 dandoci da subito l’impressione che barche sulla carta molto più veloci di noi in alcuni casi facevano fatica a tenere il nostro passo. Questo significa che le modifiche hanno inciso positivamente sia sulla performance di velocità sia per il compenso del certificato. Abbiamo avuto ulteriore conferma delle ottime performance di Atalanta ll quanto raggiunte le Eolie abbiamo iniziato a navigare con il vento in poppa e anche i questa circostanza la barca si è rivelata competitiva sia quando abbiamo montato la A0 e poi A1,5. La soddisfazione maggiore dal punto di vista sportivo è stata quella di aver superato un avversario, sulla carta molto più performante di noi, in tempo compensato. Atalanta II è una vecchia signora che ha ancora molto da dire. Siamo convinti che abbia espresso il 70% della sua potenzialità”.
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