Durante i giorni del recente VELAFestival la domanda che ad ogni ora risuonava nell’aria era una: “Scusate ma è vero che c’è il Moro? Sapete dirmi dove è ormeggiato?” Ebbene sì. Il Moro di Venezia I è stato la nostra guest star in banchina per quattro giorni ed è riuscito a risvegliare quella passione che negli anni Novanta (Il Moro di Venezia è stata l’imbarcazione italiana sfidante per l’edizione del 1992 della Coppa America) aveva contagiato tutti gli italiani.
La “Febbre da Moro” non si è ancora abbassata dopo decenni, a conferma che questa imbarcazione, bianca o rossa che sia, è il simbolo dell’amore italiano per lo sport della vela.
QUEL GIORNO IN CUI GARDINI E FERRUZZI ARRIVARONO A NEW YORK
Il progetto del Moro di Venezia I, costruito dal Cantiere Navale Carlini di Rimini in legno lamellare a sette strati su ordinate in lamellare di acacia, è datato 1975. Varata nel febbraio del 1976, capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR, è stata voluta da Serafino Ferruzzi come regalo per il figlio Arturo e per il genero Raul Gardini, con il patto che dividessero i loro weekend tra la vela e il lavoro in azienda.
L’idea iniziale era affidare il progetto allo studio newyorkese di Sparkman&Stephens, ma una volta giunti nella Grande Mela, i due giovani furono recuperati in areoporto da un ragazzo argentino, allora assistente del famoso studio: il suo nome era German Frers. E da qui ha inizio la favola.
Il Moro I è la prima carena con inciso a poppa il nome di una delle dinastie di yacht più prestigiose al mondo.
Con questo nome verranno identificati nove yacht di bellezza e prestazioni assolute, fino ai cinque leggendari America’s cuppers. Barche elegantissime, tutte indissolubilmente unite da un’idea di perfezionismo e proporzione quasi maniacale. Tutte rigorosamente disegnate da un’unica storica matita, quella guidata dall’esperta mano di German Frers. Il Moro I venne armato con un albero alto ventisette metri: era la prima volta nella storia che si realizzava un maxi di oltre venti metri armato a sloop. Il progetto di questo avveniristico armamento venne studiato e perfezionato da Ted Hood, materializzando le specifiche richieste di innovazione volute da Raul Gardini.
UN PALMARES DA CAMPIONE
Il Moro di Venezia I è il capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR. Nel 1977 ha vinto in Inghilterra la Channel Race e l’anno successivo ha attraversato l’Atlantico per partecipare alle regate del SORC e dominare la classica Miami-Nassau. Ha partecipato al drammatico Fastnet del 1979 e detenuto il record della Barcolana dal 1987 al 2005. Oggi l’imbarcazione, ormeggiata a Portofino, ammalia ancora tutti per la sua strepitosa eleganza.