La sicurezza secondo monsieur Le Cardinal – Seconda Puntata

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hugues-le-cardinalHugues Le Cardinal si sta preparando alla Transquadra 2017-18, la regata in solitario “per dilettanti” (i concorrenti si ritroveranno sulla linea di partena di Lorient nel luglio del prossimo anno per arrivare in Martinica), a bordo di un JPK 9.60, “Mascarade”. Pubblichiamo qui la prima parte di una guida alla sicurezza che proprio l’esperto Hugues, da buon ingegnere aeronautico qual è, ha realizzato appositamente per noi e nella quale compie uno studio accurato dei rischi e delle misure di sicurezza da adottare se si naviga in solitario o in equipaggio ridotto. Facciamone tesoro! QUI IL LINK ALLA PRIMA PUNTATA

LA SICUREZZA SECONDO HUGUES LE CARDINAL
Navigando in solitario, i rischi sono dietro l’angolo. Così li abbiamo studiati e immaginato le contromisure da prendere. I rischi identificati in questa seconda puntata derivano da problemi tecnici, problemi di salute e stanchezza.

WEB_RNLI_Crew_render_assistance_to_dismasted_yacht_RNLI_Rob_Scott-630x4721- Problema tecnico

Il rischio
Esiste sempre il rischio di un problema tecnico soprattutto se si naviga con una barca usata.

Risposta
Struttura
La struttura della barca è stata verificata dal cantiere.

Albero e sartie
Ho installato un albero nuovo e delle sartie nuove.

Collisione con un oggetto
La velocità delle nostre barche fa sì che la probabilità di subire un grosso danno allo scafo dopo uno scontro con un oggetto in mare sia molto bassa. Nonostante quello, c’è un crash-box sulla mia barca, ovvero una piccola porzione sulla parte inferiore del dritto di prua che è “sacrificale”: se si danneggia, c’è una seconda paratia che permette di non affondare. A bordo, c’è tutta l’attrezzatura di sicurezza: zattera, segnalatore di emergenza (EPIRB), segnalatore personale (PLB) attaccato al giubbotto di sicurezza. La TRANSQUADRA prevede 100 barche con velocità simili tra loro: i primi soccorritori saranno gli altri partecipanti, in caso di seria necessità.

Problema alla pala di timone
Prendo una pala di scorta con un sistema di fissaggio semplice.

mal-di-mare2- Problema di salute

Il rischio
Sarà banale a dirsi, ma in mezzo all’oceano, il navigatore solitario è lontano da pronto soccorsi e ospedali.

Risposta
Prevenzione
E’ ovvio che uno debba partire in buona salute. Abbiamo a bordo delle medicine adatte a noi ed ai problemi potenziali. Questa serie di farmaci deve essere ben conosciuta dallo skipper. D’altra pare, lo stage di sicurezza ISAF è obbligatorio.

Visita medica a distanza
Esiste un centro medico a Tolosa aperto 24 ore su 24 consultabile via telefono satellitare. A bordo, ho un foglio per scrivere i sintomi e il numero del centro registrato sul satellitare.

Medici in regata
Alla Transquadra partecipano tanti liberi professionisti. In genere, c’è più di un medico tra gli equipaggi. Ovviamente questa è una considerazione, non dobbiamo farci affidamento.

5d0e3193907e29c775e881b41f5b03e93- Stanchezza dovuto a dei problemi tecnici o dello stress

Il rischio
Se uno ha dei problemi tecnici, rompe il suo ritmo e perde tanta energia in concentrazione per risolvere il problema. Lo stress inoltre stanca molto.

Risposta
La maturità dell navigatore solitario
Per navigare in solitario, bisogna avere una bella esperienza. Oggi, navigo in tutta serenità. Rifletto prima di fare una manovra, valuto la sua reale utilità e la su difficoltà. Se sono stanco, sono capace di aspettare prima di fare la manovra. Il mio obiettivo è di navigare al meglio in sicurezza.

Le buone vele
Non servono vele che non sono capace di utilizzare. Devono essere nuove o in ottimo stato, adatte alla barca e al mio modo di navigare.

Un uso consapevole della barca
Devo sapere che vela uso secondo il tempo (vento + onde). Per il lasco uso una ritenuta del boma e un genoa belga (genoa in fettuccia che impedisce allo spinnaker di arrotolarsi attorno allo strallo). Sopra i 27 nodi, non navigo più con lo spinnaker.

Un co-skipper : il pilota automatico
In realtà, si parte con due piloti indipendenti installati a bordo. Per il primo, ho 2 postazioni di comando e 2 telecomandi remoti. Qualora non funzionasse, utilizzerò il secondo pilota. Per la performance, uno deve conoscere bene il proprio pilota automatico.

Conclusioni
I rischi esistono. Però in sette edizioni della Transquadra, è morto solo un navigatore solitario. Era un uomo “di montagna” con poco esperienza. Noi facciamo di tutto affinché suddetti rischi siano limitati al minimo. Dopo 4 traversate dell’oceano, 2 Courses des îles, 2 Roma per Uno e qualche settimana di navigazione in solitario, ho acquisito un’esperienza che mi permette di essere pronto per questa bellissima sfida: la traversata dell’Atlantico in solitario in regata.

Hugues Le Cardinal

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