Che botta alla Pesaro-Rovigno! Di chi è la colpa? GALLERY

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pesaro-rovignoCosa succede quando due barche cozzano l’una contro l’altra, e una è il doppio dell’altra? Le conseguenze le potete vedere in questa gallery (ph. Luca Toni e Fotoprint) che ritrae lo scontro tra l’80 piedi Chica Magnum di Michele Cinquepalmi e il 42 piedi Kuka alla Pesaro-Rovigno, classica d’altura adriatica andata in scena proprio questi giorni. Lo Sly 42 di Roberto Casadei è stato praticamente distrutto, l’albero è venuto giù e a bordo si è contato persino un ferito lieve.

CHE BOTTA!

CHI HA SBAGLIATO?
Le immagini fanno discutere. Dalle foto sembrerebbe che al momento dell’impatto Chica Magnum fosse mure a dritta, avendo quindi il diritto di rotta, ma il regolamento di regata parla chiaro: bisogna fare qualsiasi cosa pur di tenersi discosti e di evitare la collisione. Soprattutto con barche di tali stazze. Se c’è stato un errore, chi ha sbagliato? Se qualcuno avesse visto l’incidente in tempo reale, ci faccia sapere come è andata!

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10 commenti su “Che botta alla Pesaro-Rovigno! Di chi è la colpa? GALLERY”

  1. Erano entrambe mura a dritta, la grande era pero sopravento,scendeva di poppa, anche se non si direbbe per come erano bordate le vele ma lo si desume dalle altre barche che sono in foto di bolina stretta; quindi, la grande doveva dare acqua alla piccola sly

  2. Dalle foto alle1gfate si evince che ambedue erano con mure a dritta. La barca più piccola procrdeva più stretta al vento per cui, a mio parere, la barca grande ha torto. Ha torto per due regola principali “dare la precedenza” e “evitare le collisioni”.

  3. Dalle foto allefate si evince che ambedue erano con mure a dritta. La barca più piccola ptocrdeva più stretta al vento per cui, a mio parere, la barca grande ha torto. Ha torto per due regola principali “dare la precedenza” e “evitare le collisioni”.

  4. Io ero li vicino su un altra imbarcazione. La sly era mure a sinistra al momento della collisione perche altrimenti la prua della 80 piedi sarebbe stata girata verso prua della sly e non verso poppa. Le foto sono falsate dal fatto che a collisione avvenuta le barche incastrate si sono girate. Per quanto riguarda le vele non di poppa probabilmente la grande ha provato una poggia per evitare la collisione anche ma chiunque va in barca sa che manovrare un 80 piedi non è semplice anche se si cerca di evitare la collisione non è semplice. Bisogna peró sentire gli equipaggi per capire le reali responsabilità perche chi è esterno anche se vicino non puó conoscere tutti i dettagli

  5. Ero sull’ imbarcazione blu al momento della collisione e posso garantire che l’ 80 piedi era mure a dritta e il 40 mure a sinistra con l’ equipaggio tutto in falchetta girato dall’ altra parte, il comandante ha poggiato per evitare la collisione ma non è riuscito ad evitarlo

  6. Premetto che ero in regata su altra imbarcazione quel giorno, ed ho visto la scena, entrambe le barche procedevano mure a dritta, kuka più avanti, mentre chica magnum lo raggiungeva, kuka ha virato mettendosi mure a sinistra e non preoccupandosi del sopraggiungere dell’altra imbarcazione che di certo non poteva scomparire… Kuka ha sbagliato sia nei tempi della virata che non preoccupandosi minimamente delle imbarcazioni che sopraggiungevano mure a dritta e alle quali avrebbe dovuto dare acqua… La regola 14 dice di evitare lo scontro pur sempre nei limiti del possibile e nella sicurezza dell’imbarcazione e del suo equipaggio.

  7. La Pesaro Rovigno Pesaro credo sia una tra le più belle lunghe dell’Adriatico e si corre in un ottimo periodo dal punto di vista meteorologico. Splendido anche il percorso della Regata tra le Isole del secondo giorno a Rovigno. L’accoglienza, Rovigno, la grigliata al vela club e lo spirito che accomuna alcuni tra gli equipaggi dopo avere “attraversato il mare” è coinvolgente. Tra questi ci sono gli esasperati.
    Sembra assurdo questo incidente alla Boa di disimpegno di Pesaro, poche barche quest’anno meno di 55 in un campo di regata che alla partenza ne conterrebbe centinaia, tra l’altro barche molto differenti tra loro con prestazioni diverse che subito si distribuiscono, dallo splendido 83 piedi in alluminio dell’86 con equipaggio femminile ai 31 piedi del nostro First.
    Alla Boa di disimpegno si vince un prosciutto, forse uno dei premi più ambiti, ma un albero in carbonio vale più di un salume, virata la boa ti aspettano 75 miglia di notturna dove i pochi metri guadagnati nel primo miglio alla prima Boa non significano nulla. Credo che in queste occasioni alcuni equipaggi esagerano il livello di competitività dato il contesto, navigando oltre al limite di sicurezza o portando volontariamente al limite le manovre. peccato rovinare una festa della vela. C’è una grande differenza tra sportività e competitività, e mi auguro che parlare di questo incidente possa servire ad arginare alcuni atteggiamenti, perché per il resto è veramente una splendida regata ed una bella festa alla quale anche il prossimo anno non mancherò.

  8. domenico argento

    Credo si sia verificato ciò che ricostruisce Matteo anche perchè in tal modo si siegano i vari aspetti della vicenda. A noi ritengo spetti fare alcune riflessioni riguardo l’atteggiamento,prima che il rispetto delle regole, che dovremmo tutti avere in casi simili. Nella nostra zona molti si sono allontanati dalle regate per evitare di dovere competere con equipaggi troppo poco sportivi.

    1. Fernanda Nicolosi

      Ero a bordo del China magnum, dopo un anno quasi ri-rileggo sull’accaduto: considero il suo commento il più puntuale, appropriato e sportivo. Ad ogni modo è stata una spiacevolissima esperienza!

  9. Ero presente, Il Chica veniva mure a dritta sopravento. il Kuka mure a dritta sottovento. ha pure una barca che l’affianca e naviga nella sua stessa direzione, che le impedisce di vedere e manovrare. Potete provare a metterla come vi pare, ma in tribunale la responsabilità, anche x un presidente ortolano è del Chica.
    Poi come sempre in Italia, contano i santi che hai in paradiso e li, il Chica ne ha parecchi…

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