Mylius 76 FD. In acqua l’italiana che gli stranieri non sanno costruire

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ape_myliusChi pensa, a torto, che olandesi, finlandesi e americani siano più bravi degli italiani a fare le barche sopra i 70 piedi è servito. Bastava essere, come noi, sabato 16 aprile al varo del nuovissimo Mylius 76 FD, a Porto Lotti a La Spezia, per rendersi conto che le barche italiane hanno raggiunto un livello estetico, di qualità, progettuale, costruttivo che non ha eguali probabilmente sul mercato mondiale.

Noi, dicevamo, il Mylius più grande di sempre l’abbiamo visto in anteprima, ma vi consigliamo di venirlo ad ammirare in prima mondiale al VELAFestival, dal 5 all’8 maggio a Santa Margherita Ligure. Vi consigliamo la visita perché, indipendentemente dalle dimensioni (23,25 m) e il relativo pingue assegno da staccare per accaparrarselo, non certo alla portata di tutti, potrete vedere una barca che è tutta arrosto e niente fumo.

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Il Mylius 76 FD piacerà a chi ama andare a vela veramente e non a chi pensa che la barca sia un oggetto da ostentare. Quando l’abbiamo visto dalla banchina mentre si avvicinava all’ormeggio, ci è piaciuta l’estetica del suo profilo laterale, semplice e marino. Nulla di forzato e inutilmente ricercato. Ti viene voglia di dire: “che bella barca!” e basta.

Quando poi l’abbiamo visto, sempre dalla banchina, ormeggiato di poppa, la sensazione di semplicità che emana il Mylius 76 FD è ancora più evidente. La coperta e il pozzetto sembrano vuoti, esaltando la sensazione di spazi immensi dove prendere il sole, muoversi liberamente, vivere la barca. Certo, un grande aiuto lo dà la corta tuga (non male il design) che lascia libera la coperta rivestita da un bel teak a listelli classico con la gommina nera (bravi quelli di Mylius a non lasciarsi condizionare dalla moda delle soluzioni con “gomma” colorata, magari bella ma per nulla marina).

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Non sappiamo quanti siano i metri quadri piatti e liberi a pruavia della tuga, ma di certo una terrazza così, a picco sul mare, non la trovi neppure su un motoryacht da 100 e più piedi. Un altro indizio che questa è una barca nata da veri velisti per veri appassionati di navigazione a vela sono le attrezzature di coperta e il loro posizionamento correttissimo, a portata di navigazioni, anche su di un 23 metri, con due sole persone a bordo.

Certo, tutto è al top, come si conviene ad una barca importante come questa: albero in carbonio, winches surdimensionati e materiali di primissima qualità. Scotte e drizze non si vedono, scorrono nascoste nei passaggi sottocoperta.

Anche gli interni seguono la stessa impronta essenziale di marinità contemporanea, senza concessioni a quell’effetto da casa al mare che snatura l’essenza di una barca che si chiami davvero barca e non venga fraintesa con una casa senza esserlo.

Quindi, un bel quadrato luminoso anche grazie ad una superficie vetrata posta, al cento della tuga. La cucina è a poppa nella zona riservata all’equipaggio. A prua, ben separata dall’area conviviale, la zona notte con una cabina armatoriale a prua con una splendida vista dal lettone sul mare, grazie al sapiente posizionamento delle finestrature a scafo. Completano la zona notte altre due cabine con bagno.

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Il Mylius 76 FD non l’abbiamo provato, ovviamente, in mare. Ci ripromettiamo di farlo al VELAFestival. Ma qualcosa sulle linee di carena ve lo possiamo dire. Sotto la linea di galleggiamento c’è uno scafo potente con entrate di prua senza forzature piuttosto fini, sinonimo di un buon passaggio sull’onda. Verso poppa poi superfici piatte a bassa immersione per favorire stabilità e prestazioni dirompenti in andature larghe. Vi sapremo dire se queste impressioni sono corroborate dalla realtà.

Le caratteristiche del Mylius 76 FD
Lunghezza fuoritutto m 23,25 (con delfinista m 25,25)
Lunghezza al galleggiamento m 21,00 m
Larghezza massima 5,84m
Pescaggio 4,15 m
Dislocamento 30.000 kg
Zavorra 11.700 kg
Cabine 3 doppie + 1 singola + 1 crew
Acqua 1200 lt
Carburante 1800 lt
Motore 160 hp
Sup. randa 167,2 mq
Sup. fiocco 144,28 mq
Sup gennaker 499 mq
www.mylius.it

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4 commenti su “Mylius 76 FD. In acqua l’italiana che gli stranieri non sanno costruire”

  1. gianfrancesco costantini

    E’ molto bella, ma dire che sia progettata per navigare… Una cucina alta senza protezioni, proprio adatta a cucinare in una lunga navigazione di bolina.. I winch ai piedi dell’albero senza nessun tienti bene vicino.. l’ideale per terzarolare con mare formato … il quadrato con un bellissimo divano bianco (proprio quello che ci vuole) con i “piedini”, che cosa si può pensare di più marino? La stessa tuga corta in navigazione su una barca così grande non mi sembra sia di gran vantaggio. Una barca bellissima, probabilmente costruita benissimo (ma non credo che nessuno abbia mai dubitato della cantieristica italiana di qualità), probabilmente anche veloce, ma non certo una barca marina.

  2. In effetti non si può dire che la barca non sia bella, con linee d’acqua moderne che riprendono la tendenza progettuale del momento. Sicuramente tutto è stato studiato per navigare velocemente e con poco equipaggio, però concordo con chi la definisce poco marina visto gli interni con numerosi spigoli, non certo ideali per muoversi sottocoperta durante una navigazione con mare formato. Direi che ormai la tendenza è costruire barche grandi, lussuose e con ottime prestazioni, ma che nei fatti vengono utilizzate quasi esclusivamente come un daysailer…..

  3. da quando è stato varato il primo Wally alla fine degli anni ’90 “Walligator” , da allora in poi hanno tutti copiato.

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