“Le donne in barca lavorano meglio”: parola di Capitano Liz
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“Ho trovato il lavoro perfetto”, spiega, “unendo la mia passione per la vela all’amore per il viaggio. Sono incredibilmente fortunata ma questo stile di vita richiede un sacco di duro lavoro”. Da bambina Liz ha odiato la vela, perché i genitori l’avevano iscritta a un corso e lei, priva di spirito competitivo, non sopportava che gli istruttori costringessero i ragazzi a gareggiare tra loro. “Cinque anni fa mi hanno offerto un lavoro a bordo di una un racer di 80 piedi che da New York era diretto ai Caraibi. Ho capito che quella era la mia vita, da allora ho lavorato su tante imbarcazioni diverse in giro per il mondo. Trovare lavoro a bordo è più facile di quanto sembri. Ho fatto esperienza sia nel day-charter che in situazioni in cui c’era da vivere in barca per mesi”. I suoi posti preferiti? “Le Isole Vergini Britanniche, gli arcipelaghi della Grecia e Maui, alle Hawaii, dove consiglio di andare durante la stagione delle megattere”.

Le ragazze che lavorano sulle barche, di solito, hanno una bella ‘scorza’. “Non importa se ci sporchiamo mentre siamo nel vano motore a smanettare, o impegnate in lavori manuali qua e là. Siamo brave a trovare soluzioni che non richiedano troppo sforzo. Non è vero che le donne in barca lavorano di più degli uomini, lo fanno in maniera più furba, usando la testa! Ho lavorato con tanti colleghi e da loro ho ottenuto sempre grande rispetto e stima”.

Che cosa è la vela per il capitano Liz? “Per me, vela significa libertà. Libertà finanziaria, libertà fisica (da un lavoro dietro una scrivania), libertà di vedere il mondo”. Quando si dice avere le idee chiare.
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