Incredibile: ce l’ho fatta! Sono le due del mattino locali, qui a Tobago Cays nelle Grenadines e non ho sonno, per cui scrivo, cercando di mettere ordine nei recenti avvenimenti. Il progetto è, come al solito, demenziale: fare il giro del mondo a 65/66/67/68/69 anni in barca a vela (un Grand Soleil 46” del 1987) verso Ovest e in macchina (una Land Rover 110 con tenda Maggiolina sul tetto) verso Est col ritmo delle stagioni favorevoli all’una e all’altra cosa, cercando di metterci più tempo possibile.
Bene, il ghiaccio è rotto. Il primo tratto, quello anche psicologicamente più impegnativo, è fatto. Il resto sarà tutta discesa. Quindi, ripenso a un anno fa: Cala Galera, barca sull’invaso, fatta carena, cambiati anodi, smontato e rimontato timone, aggiunta catena, sigillato candelieri deboli, controllato sartiame e albero, cambiate scotte e drizze, installato AIS, presi salvagenti esplosivi con MOB, pertica con boa e bandiera per eventuali caduchi, barilotti stagni e taniche acqua legati a zattera revisionata, controllato impianto elettrico, scovata e riparata perdita tubatura, cambiato membrane e filtri desalinizzatore, rifatta cassetta attrezzi con nuovi meno inclini ad arrugginire, convertito cuccetta in cambusa, comprata ogni diavoleria nautica possibile, e infine fatto “tagliandone” al vecchio, capriccioso, burbero Garibaldi, il mio fossile di Volvo Penta.
“Dottore, questo motore meno lo tocchiamo e meglio è. Appena smette di partire con regolarità lo cambi”. Detto, fatto. Partiti verso le Canarie l’agosto scorso, giunti nella ridente località di Motril, in Andalucia, ci siamo resi conto che le parole del meccanico avevano un che di preveggente. Garibaldi si dà per malato e non parte più. Vacanza rovinata, programmi cambiati, un milione di congetture su cosa sia meglio fare, richiesta di consigli su Facebook in qualche gruppo di fanatici velisti col risultato di ottenere, in mezza giornata, almeno un migliaio di opinioni completamente diverse.
Ho seguito l’istinto: ho acquistato (arf…) uno Yanmar 75 cavalli turbo nuovo di zecca. Appena l’ho visto l’ho battezzato Robocop. Avete idea del casino che scoppia in una barca se gli cambi il motore? Non vi voglio annoiare, ma sappiate che ho vissuto momenti di grande sconforto. Comunque alla fine tutto è andato a posto e il giorno dopo Natale (potevo dire il 26 dicembre) alla Malpensa ci si imbarca. Con me il mio amico Ezio, Fabrizia, Andrea L. e mio figlio Giovanni. All’ultimo momento siamo abbandonati da un sesto componente che sostituisco al volo pescando dai miei contatti Facebook tra quelli (sconosciuti) che si erano proposti…