Due gioielli in legno d’epoca fra le CULT del VELAFestival: vi presentiamo Ilda e Bufeo Blanco
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Parallelamente al nostro tributo alle #plasticfantastic che ha davvero avuto un grandioso successo testimoniato dalle 110 barche iscritte alla nostra bacheca online, al VELAFestival avremo anche due gioielli d’epoca in legno che parteciperanno in banchina a S. Margherita come barche CULT. Ilda e Bufeo Blanco hanno una storia davvero curiosa che vogliamo raccontarvi.
ILDA, LA STORIA DELLA BARCA CON LA POPPA A CANOA
Quando il suo attuale armatore Gianni Fernandes (presidente dell’Associazione Vele Storiche Viareggio) vide Ilda per la prima volta ormeggiata al Marina di Pisa era il 1976. “Il primo impatto fu una sorpresa perché non mi aspettavo di vedere una barca con uno scafo come quello, o meglio non ne avevo mai viste: la poppa non era come la maggior parte delle barche a vela ma era come una canoa e aveva il timone esterno che proseguiva lungo la linea del dritto fino sotto il galleggiamento fermandosi all’inizio della chiglia”. Gianni Ferndades ci ha messo 37 anni per ricostruire la storia di questa barca, raccogliendo piccoli pezzi della sua vita quasi per caso, durante le sue navigazioni.
Ricomponendo come in un puzzle i pezzi di questa vicenda ritroviamo degli attori importanti, come il signor Gitto al secolo Angelo Rosaguta, l’ultimo ed unico maestro d’ascia ancora vivente di Recco, dove Ilda è stata costruita nel 1946 dal cantiere La Ligure di Carpenteria. Questo ragazzo di 85 anni con grande lucidità ha ricostruito il pezzo più importante della storia di Ilda (lung. 11,29; larg. 3,05 m), ritrovando due pagine staccate da una rivista di yachting dell’epoca Motor Boating e scritte probabilmente dal progettista americano Atkin, che riportavano i disegni di una barca di 38 piedi con poppa stile Colin Archer. Le linee di Ilda ricalcavano questo progetto con l’unica differenza nell’armo: a cutter anziché a ketch come l’originale. William Aktin (1882-1962) ha realizzato nella sua vita oltre 800 progetti di barche ma quelle che più hanno influenzato la sua carriera sono state le cosiddette double – ender, barche con la prua simile alla poppa, caratteristica questa di tutte le barche progettate dal più famoso architetto scandinavo Colin Archer.
BUFEO BLANCO, IL SANGERMANI DAL DESTINO FORTUNATO
Tra le CULT d’epoca presenti al VELAFestival (5-8 maggio S. Margherita Ligure) ci sarà anche Bufeo Blanco. Il progetto n. 138 di Cesare Sangermani del 1962, realizzato in fasciame di iroco, rovere e mogano, fu varato nel 1963 con il nome “Luima” su commissione del torinese Sergio Rossi, che poi ne cambiò poi il nome in “Bufeo Blanco”, un particolare delfino bianco dal muso allungato che vive nel Rio delle Amazzoni e che secondo la tradizione peruviana, porta buona fortuna e prosperità a tutti coloro che riescono a toccarlo. E così finora è stato, a giudicare dal fenomenale palmares accumulato con il suo attuale armatore professor Giuseppe Marino che l’ha sottoposta ad importanti refitting nel 2006 presso il Cantiere Del Carlo di Viareggio, e poi nel 2013 presso il Cantiere Palomba di Torre del Greco.
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