Velista muore alla Clipper Race: una tragedia evitabile? Forse si

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clipperTragedia alla Clipper Round the World Race, il giro del mondo a tappe (40.000 miglia in 9 lunghe tappe con 14 mete toccate, 1 anno circa di navigazione) ideato da Sir Robin Knox-Johnston: durante la nona tappa in Pacifico (da Qingdao, in Cina a Seattle, negli USA), la quarantenne Sarah Young, imprenditrice londinese, è morta.

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Sarah Young

LA DINAMICA DELL’INCIDENTE
Sarah (nella foto), a bordo del Clipper 70 IchorCoal dello skipper Darren Ladd, stava riordinando il pozzetto dopo aver dato una mano di terzaroli alla randa – c’erano 35-40 nodi d’aria – quando un’onda l’ha colpita improvvisamente facendola sbattere contro le draglie. Un’altra onda l’ha fatta cadere fuori dalla barca, poiché Sarah purtroppo non era legata. A nulla sono servite le manovre di recupero dell’uomo a mare, a causa delle pessime condizioni meteomarine. Recuperato il corpo grazie al PLB dopo un’ora e mezza – un’infinità – sono state tentate le manovre di rianimazione inutilmente.

UNA BARCA MOLTO SFORTUNATA
Tra l’altro è venuto alla luce un macabro dettaglio: Sarah non è la prima vittima a bordo di Ichorcoal,
perché già lo scorso settembre, Andrew Ashman, un infermiere inglese, stava piegando una vela quando è rimasto colpito dalla frustata di una scotta, entrando in coma e senza mai più riprendere conoscenza. I maligni, su Facebook, hanno già soprannominato Ichorcoal “la barca della morte”.

UNA TRAGEDIA EVITABILE? FORSE
Ad ogni modo, se Sarah fosse stata agganciata a una lifeline, forse, le cose sarebbero andate diversamente: il terribile episodio ci ricorda dell’importanza di legarsi sempre, a bordo, non appena le condizioni del mare e del vento iniziano a farsi difficili. In calce un nostro articolo che vi spiega tutto ciò che bisogna sapere sulla lifeline, accessorio fondamentale ma troppo spesso sottovalutato.

SNC00612Se nei vostri programmi invernali, avete deciso di continuare a navigare nonostante la stagione fredda possa riservarvi condizioni avverse e mare formato, allora è il momento giusto, se non l’avete già fatto, di installare le lifeline, o quantomeno, di controllare che le abbiate armate nella maniera corretta. Uno degli elementi più semplici, ma allo stesso tempo più utili, presenti a bordo: si tratta di una cinghia che passa su entrambi i lati della coperta, permettendo di spostarsi in sicurezza a bordo rimanendo legati alla barca tramite una cintura di sicurezza, un cordone ombelicale da agganciare alla cinghia. Un tempo le lifeline erano costruite in acciaio inox, con l’inconveniente che rischiavano però di scivolare sotto i piedi, motivo per cui oggi si preferiscono le cinghie in tessile. L’installazione delle lifeline non è complicata, ce ne si può tranquillamente occupare da soli, salvo tenere in considerazione alcune precauzioni. Se si naviga di notte, o con mare formato è indispensabile agganciarsi alle lifeline tramite la cintura di sicurezza anche se si rimane in pozzetto o se si è di turno al timone (una straorza, una strambata involontaria possono mettere a rischio di caduta in mare anche chi si trova in pozzetto).

Schermata 2015-10-19 a 14.30.41I tre disegni sopra mostrano due corretti armi delle lifeline (i primi due) e uno sbagliato (l’ultimo). Il primo disegno prevede un’unica cinghia che passa da poppa a prua per tornare a poppa in un circuito unico che consente di non sganciare mai il moschettone. Nel secondo, consigliato per barche con bagli importanti, la lifeline si sdoppia all’altezza del piede dell’albero, frazionando in due il passaggio. Nell’ultimo invece le lifeline passano troppo esterne e non garantiscono sicurezza.

UTILIZZATE CINGHIE REALIZZATE PER QUESTA FUNZIONE
Come prima cosa tenete in considerazione che le cinghie devono resistere almeno a una forza pari a due tonnellate. Le lifeline più comode da installare sono pensate con una bocca di lupo a una estremità e sono disponibili in misure diverse o regolabili a seconda della lunghezza del vostro scafo.

FISSATELE IN COPERTA A PUNTI IN GRADO DI SOPPORTARE IL CARICO
Le cinghie vanno fissate alle loro estremità a dei punti solidi in coperta: ci sono degli appositi anelli in acciaio inox fissati a delle controplacche per il montaggio delle lifeline, poiché, come le cinghie, anche questi punti di fissaggio devono essere in grado di sopportare carichi fino a due tonnellate. Sulle barche moderne di categoria A e B, questi punti di fissaggio sono già previsti e installati dal cantiere.

FATE PASSARE LE CINGHIE IL PIU’ INTERNAMENTE POSSIBILE
Le cinghie lavorano meglio se armate a circuito chiuso, in modo tale da poter camminare in sicurezza lungo tutta la coperta, da prua a poppa, senza la necessità di dover sganciare la cintura di sicurezza e doverla poi riagganciare. Inoltre, un buon consiglio è quello di armare le lifeline internamente rispetto ai passavanti, facendole volendo anche passare sulla tuga. La cosa migliore è fissare o far passare a prua un’estremità in un punto centrale possibilmente dietro il salpancora, mentre le estremità di poppa vanno fissate in coperta sui passavanti in prossimità dell’inizio del pozzetto. A seconda poi delle diverse configurazioni del sartiame, il passaggio può essere più o meno difficile all’altezza dell’attacco delle sartie. Una seconda modalità di armo delle lifeline consiste nel separare in due le cinghie in prossimità del piede dell’albero, dividendo così in due fasi separate il passaggio da poppa verso prua. Il punto di attacco dal piede dell’albero sarà il medesimo ma una scorrerà verso poppa sulla murata di sinistra, mentre l’altra su quella di destra. Questo secondo sistema è consigliato per le imbarcazioni con un importante baglio massimo.

SOSTITUITE CON REGOLARITA’ LE LIFELINE
Come tutta l’attrezzatura in materiale tessile, anche le cinghie delle lifeline sono soggette all’usura provocata dall’esposizione ai raggi UV e pertanto hanno una durata limitata nel tempo. Di fondamentale importanza è risciacquarle con acqua dolce alla fine della vostra uscita o della vostra crociera, e smontarle se invece decidete di mettere a riposo la barca per l’inverno. Il consiglio, se le disarmate, è quello di stivarle in un ambiente secco e ventilato fino alla stagione successiva. Dopo due anni di utilizzo continuativo o quattro stagioni è necessario sostituirle rimpiazzandole con cinghie nuove.

I PUNTI DI FISSAGGIO
Se le lifeline vi permettono di camminare in sicurezza in coperta da poppa a prua, altrettanto importante è avere dei punti fissi e solidi ai quali attaccare la cintura di sicurezza in pozzetto e quando si è al timone. A meno che non siano stati previsti dal cantiere di costruzione, dovrete organizzarvi per installare da soli questi punti per il fissaggio del cordone. I punti migliori dove installarli sono vicino alla discesa per andare sottocoperta e in prossimità della timoneria. Assicuratevi che siano montati correttamente, fissati alla coperta con delle controplacche e che siano quindi in grado di reggere uno sforzo di diverse tonnellate. Se siete armatori di un’imbarcazione di piccole dimensioni, il consiglio è quello di fissare una lifeline in fondo al pozzetto (verso prua).

LE CINTURE DI SICUREZZA
La cintura di sicurezza deve essere lunga a sufficienza per permettervi di stare in piedi e muovervi, ma corta al punto giusto da impedirvi di cadere in acqua (per questo, lo ricordiamo ancora una volta, è fondamentale che le lifeline siano armate il più possibile a centro barca). Ci sono due modelli a disposizione, entrambi indispensabili: il primo di circa un metro da indossare in pozzetto, il secondo più lungo (circa due metri) per muovervi in coperta da prua a poppa. Assicuratevi poi che il moschettone con il quale vi attaccate alle cinghie abbia una sicura, per evitare aperture improvvise e involontarie. E ricordatevi, non vi attaccate mai né alle sartie né al paterazzo, perché in caso di caduta rischiate di danneggiare seriamente il vostro armo.

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2 commenti su “Velista muore alla Clipper Race: una tragedia evitabile? Forse si”

  1. PHILIPPE ESNAULT

    Commento eccellente e utile. Sarebbe però più giusto parlare di Jacklines, le lifelines in inglese sono le draglie.
    scusate ma …..

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