Diventare ricco trafficando droga in barca. Peccato che ti arrestano!
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
L’ultimo caso riguarda una barca a vela di un vecchio Beneteau di circa 45 piedi con 506 chili di cocaina, per un totale di 100 milioni di euro potenziali, fermata a Capo Verde in questi giorni: la droga era destinata al mercato emiliano. Sono scattate le manette per sei persone (tra cui due italiani, un 48enne di origine bolognese ma residente a Riccione, Maurizio Rossi, bloccato a Barcellona e Maurizio Radoni, 44enne di Ravenna), tra le quali le due persone a bordo dell’imbarcazione ovvero lo skipper spagnolo e un brasiliano. Per evitare che la droga venisse trovata hanno tentato di dar fuoco all’imbarcazione, provocando il ferimento di due agenti della polizia e ustioni sul corpo dello stesso skipper.
GUARDA IL VIDEO DEL SEQUESTRO
Ma il caso è soltanto il più recente di una lunga lista. Trasportare droga in barca a vela, purtroppo, è un business in crescita.
I NUOVI “ESCOBAR DELLA VELA”
Un vero boom secondo gli investigatori antidroga di tutt’Europa. Un rapporto riservato traccia l’identikit dei nuovi narcotrafficanti di cocaina del terzo millennio: sono 35/40enni europei con un passato di manager, dirigenti, finanzieri e piccoli imprenditori che, a causa della crisi, perdono il posto di lavoro o sono costretti a chiudere la propria attività.
Li accomuna la passione per la vela e la capacità di saper condurre un’imbarcazione per lunghe navigazioni oceaniche. Ecco chi sono gli skipper della droga di questo inizio millennio, persone insospettabili che usano come paravento il fatto di prendere un periodo sabbatico alla ricerca di una vita semplice nella natura in attesa dell’uscita dalla crisi economica. In realtà questi soggetti, precisa il rapporto che gira negli ambienti della EMCDDA (agenzia europea della droga), decidono di intraprendere una vera e propria attività criminale, attirati dalla possibilità di arricchirsi illegalmente, di fare “il colpo grosso” reinvestendo poi i proventi del commercio della cocaina in attività lecite. Il caso del sequestro dei 40 chili di cocaina avvenuto a Maiorca è infatti un’operazione di piccolo cabotaggio.
I CASI NOTI
Casi noti e clamorosi sono quelli dello Jongert Blaus VII di proprietà dello skipper padovano Mattia Voltan, sequestrato dalle autorità portoghesi che aveva trovato ben due tonnellate di cocaina appena giunta dal Venezuela o del francese Stèphane Colas, che ha iniziato stipando la sua imbarcazione con 400 kg di cocaina sulla rotta dal Venezuela a Madeira, alle Canarie, fino a quando non è stato beccato dalla polizia spagnola.
I CONTROLLI SONO POCHI
Per pochi che vengono “pescati”, centinaia di skipper trafficano cocaina con barche a vela usate partendo dai porti di Brasile, Perù, Colombia e Venezuela per approdare lungo le coste spagnole e, recentemente per eludere i controlli sempre più stringenti, approdano in Africa, dove esistono veri e propri depositi attrezzati di tutto punto. Una sorta di base di stoccaggio ideale, perché i controlli sono pochi, e la corruzione è diffusa». Così Capo Verde, Ghana, Nigeria e Costa d’Avorio sono le nuove destinazioni degli skipper della droga. Il sistema più sicuro è questo: si giunge al largo delle Isole Canarie, di capo Verde e delle Azzorre per essere trasbordata su battelli da pesca provenienti dai porti africani.
Condividi:
Sei già abbonato?
Catamarani fuori dal coro per il 2025: guarda questi modelli
Catamarani 2025: quattro multiscafi per crociere da sogno
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
USATO Classic Boat. 5 barche cult, maestre d’eleganza (8-15 metri)
Il panorama relativo le Classic Boat –ovvero le barche di serie ultraventiquenni e varate a partire dal 1967– è un contesto vasto e in continua via d’espansione, composto da scafi di ogni foggia e dimensione e, forse, non così facilmente
Roma per tutti, per due, per uno: i primi verdetti, e gli scenari meteo, di una regata durissima
Dura, durissima Roma per tutti, per due e per uno, una regata che come da tradizione non si smentisce e anche quest’anno ha riservato condizioni molto dure alla flotta. Oltre 50 le barche partite da Riva di Traiano, divise nella
TEST Grand Soleil Blue, il primo weekender (10m) di Cantiere del Pardo sembra un superyacht
Con Grand Soleil Blue per la prima volta il cantiere di Forlì entra nel mondo dei day-cruiser, lo fa con una barca attenta alla sostenibilità, dallo stile “chic” e dagli ottimi numeri in navigazione. L’abbiamo provato per voi in anteprima
Jean Marie Finot: 10 Classic Boat per ricordare il maestro di Francia
Jean Marie Finot ci ha lasciato, uno dei più grandi architetti navali che abbiano mai progettato uno scafo. Pioniere e firma d’eccellenza, Finot è stato un vero e proprio scultore della nautica, partecipando a pieno titolo nel renderla così come
1 commento su “Diventare ricco trafficando droga in barca. Peccato che ti arrestano!”
Come fa un manager in crisi (come intende persuadere questo articolo a firma “La Redazione”) ad acquistare 2 tonnellate di cocaina e partire pure indisturbato ? … smettiamola con queste “stupidaggini” per non chiamarle con il loro nome: chi non appartiene a qull’ambiente non si può improvvisare “narcoskipper” … questo modo di fare informazione non fa onore al Giornale della Vela … occuparsi di barche e loro soluzioni tecniche è cosa ben diversa della cronaca giudiziaria …
saluti …
ps … questo è il risultato di subordinare l’informazione (informare sulle diverse qualità, anche discutibili, del vivere e dell’esistere) alle scelte di marketing (conquistare quote di mercato per vendere beni e servizi: e una rivista è anch’essa una merce che si cede in cambio di denaro) => ottenere qualche “clic” in più, sputtanando in pochi istanti la storia (la “immagine”) pluridecennale di una rivista “punto-di-riferimento” del settore … vabbé … come volete 🙂