Vogliamo andare a visitare le isole proibite d’Italia!

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olycom - pianosa - ISOLA DI PIANOSA - IL PORTO

In Spagna, in Francia, in Croazia l’hanno già fatta. In Italia come al solito siamo miopi e sembra che del turismo non ce ne freghi nulla. Stiamo parlando di una riforma generale delle aree protette/parchi marini italiani che consenta, in maniera intelligente, l’accesso ai dipartisti nelle aree “proibite”. Immaginiamoci di poter passare una cima ad una boa e poter passare una notte nelle piccole isole dell’Arcipelago Toscano oggi interdette alla navigazione e allo stazionamento: Montecristo, Pianosa, Gorgona. Esattamente come si può fare a Cabrera, nella piccola isola riserva marina delle Baleari.

P1020139LA SOLUZIONE SAREBBE SEMPLICE
Continuiamo a immaginare: come arriviamo nelle perle nascoste del Tirreno? Semplicemente prenotando su internet la boa. Certo non costa poco, 70 euro a notte, ma è una cifra ben spesa per passare una giornata con la nostra barca in uno dei luoghi più stravolgenti di bellezza del pianeta. Quando arriviamo, mettiamo a cala Maestra di Montecristo, si avvicina un gommone della riserva che ci aiuta a passare la cima nell’occhiello della boa e poi ci consegna un kit che contiene le informazioni sui luoghi da vedere, come rispettare l’ambiente, cosa possiamo e non possiamo fare scendendo a terra. Esattamente quello che succede oggi ancorando (si, ancorando!) nelle Calanques di Marsiglia, in Francia.

UNA MANNA PER IL TURISMO
Il nostro è un sogno, una follia? No, è una realtà che con un po’ di buona volontà, la voglia di azzerare regolamenti cretini, di spazzare via gruppi di piccolo potere, renderebbero fruibili luoghi incantevoli oggi “off limits”, non si sa bene perché. E non parliamo solo delle piccole isole toscane di Montecristo, Pianosa, Gorgona, ma anche di buona parte di Giannutri, Capriaia tanto per rimanere in Toscana. A memoria poi ricordiamo di divieti assurdi nelle isole Egadi e lungo le coste liguri e toscane. Sapete cosa sarebbe poi il risultato di questa liberalizzazione delle aree protette, oltre al fatto che noi diportisti finalmente potremmo visitarle? Ne parlerebbe tutto il mondo, gli stranieri sarebbero incentivati a tenere la barca nei nostri porti e non a tenersi lontani come fanno oggi.

REGOLAMENTO UNICO? UTOPIA
E se poi – ma qui abbiamo le traveggole – venisse emanata una normativa unica per tutte le coste italiane che ci permettesse di ancorare nei pressi delle coste dove non ci sono pericoli perché non c’è un tubo di nessuno, visto che sono raggiungibili solo dal mare, allora noi italiani saremmo da premio Nobel…

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6 commenti su “Vogliamo andare a visitare le isole proibite d’Italia!”

  1. stefano vagniluca

    Non mi sembra un’informazione corretta. A Montecristo l’accesso è regolamentato, ma è consentito, pure con le dovute limitazioni. Mi pare poi fuori luogo incentrare l’attenzione solo sulla fruizione, specie per riserve naturali come Montecristo o Pianosa dove l’esigenza principale è la conservazione e non la frequentazione.

  2. i divieti assurdi alle egadi sono lo specchio dell’affermazione delle piccole mafie che fioriscono nelle aree marine protette e che difendono rendite di posizione. regolamenti draconiani non certo fatti per la conservazione naturale ma per renderne impossibile l’osservanza cosi da dare la massima libertà discrezionale nella attività sanzionatoria alle forze dell’ordine che sono asservite o al soldo se preferite dei piccoli potentati locali che comunque prosperano nell’abusivismo totale .

  3. Lo scorso anno, ho tentato di pagare per accedere alle 5 terre. Il sito web era diverso da quello segnalato in alcune guide, idem il numero telefonico. Una gentile signorina mi ha poi spiegato che avrei dovuto compilare una richiesta tramite un modulo scaricabile dal sito, però poi avrei dovuto inviarlo PER POSTA insieme al bollettino postale con il versamento dovuto e una copia del documento di identità. Il permesso, dopo un tempo imprecisato, sarebbe stato inviato sempre per posta al mio domicilio. In pratica, chiunque decida di andare alle 5 terre in barca dovrebbe predisporre tutto l’iter con un anticipo improbabile. Per non parlare degli stranieri, che dovrebbero essere in Italia per fare il versamento alle Poste, ma ricevere poi il permesso a casa loro, all’estero!

  4. La redazione potrebbe farsi promotrice di una petizione su change.org, credo sarebbero molti i diportisti disposti a firmare.
    Proviamoci

  5. Conservare e preservare!!!!!!!! Le vostre belle bellissime barche vanno forse escusivamente a remi o vela? pensate forse di non produrre rumore, inquinamento, inquinamento luminoso notturno? andate a gettare l’ancora da un’altra parte, avete a disposizione km e km di coste e proprio in una piccolissima riserva protetta volete andare a svuotare i vostri cessi chimici? Vergognatevi!!! piu siete ricchi e piu siete incivili

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