Questione ormeggi, l’Italia s’è desta?
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Per anni il problema dei posti barca lungo le coste italiane è parso un dilemma insormontabile: strutture strapiene e costi altissimi in ogni stagione. Adesso sembra che le cose stiano davvero cambiando. Per capirci qualcosa di più abbiamo analizzato il report di Assomarinas (l’Associazione Italiana Porti Turistici, www.marinas.it), presentato anche alla Camera dei Deputati, relativo alla situazione portuale italiana.
TANTI I NUOVI POSTI BARCA
In particolare ci siamo soffermati sui posti barca in costruzione: attenzione, non stiamo parlando necessariamente di nuovi porti, ma in molti casi si tratta di ampliamenti e ammodernamenti di strutture già esistenti.
Partiamo dal totale: sono oltre 19.000 (19.359 per la precisione) i posti attualmente in costruzione. Non deve sorprendere che a guidare questa “classifica” siano le regioni del Sud Italia e le isole, con oltre 10.690 nuovi ormeggi in rampa di lancio: proprio nelle regioni più turistiche c’è ancora molto spazio di espansione per i marina. Poco più di 4.000 invece i posti in fase di realizzazione nel centro Italia, ai quali dobbiamo aggiungere 4530 nel Nord Italia.
Tra le singole regioni, è la Sicilia quella che prevede il maggiore sviluppo del diporto nautico nei prossimi anni, con ben 3880 nuovi posti barca divisi in nove strutture dislocate su tutto il territorio. E non dovrebbe finire qui: sono in fase di progettazione oltre cento nuove strutture, per un totale di oltre 50.000 ulteriori posti barca. Ma per questi dovremo aspettare.
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4 commenti su “Questione ormeggi, l’Italia s’è desta?”
Se davvero si vuole rilanciare la nautica in Italia, bisognerebbe estendere il titolo di natante alle imbarcazioni fino a 12 metri. Si eviterebbe di rifuggire al cambio di bandiera e, far rientrare in patria centinaia di imbarcazioni.
al sud si intraprendono tante opere, il problema è finirle
il problema sono i costi di ormeggi , nel nord italia tipo la liguria sono
eccessivamente alti e senza motivo .
non è solo il fatto di estendere i natanti fino a dodici metri, c’è anche il problema delle dotazioni obbligatorie di bordo, sono troppo esagerate, incominciando dalla cassetta del pronto soccorso che per usarla minimo ci vuole un medico.