Quant 23: la deriva volante funziona così!
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Non ci sono dubbi, il Quant 23 è la deriva che ha fatto maggiormente parlare di se in questi ultimi mesi..In effetti, il progetto segna un punto di svolta: ora che le barche volanti dotate di foil sono una realtà, si è aperta una nuova sfida, che non riguarda il raggiungimento della velocità più alta.
Il futuro si chiama “volare facile”: fino ad ora gli scafi studiati per navigare sollevati dall’acqua hanno richiesto grande atleticità e riflessi più che pronti per prevenire scuffie e ingavonate. Pensate ai Moth, ai catamarani GC32 e Flying Phantom o al più recente Gunboat G4, il cat di 40 piedi definito dal cantiere “da crociera” ma che, alla fine, ha dimostrato tutti i suoi limiti nella facilità di conduzione con una scuffia spettacolare a Les Voiles De St. Barth. Non sono barche per tutti, l’estrema fisicità costituisce un limite alla loro larga diffusione. Ora, con il Quant 23, la storia cambia.
I FOIL A MISURA D’UOMO
Grazie a una collaborazione con la Dynamic Stability System (DSS), gli svizzeri, dopo il Quant 28 e 30, due “sport boats” che già sfruttavano il sistema DSS, si sono lanciati nella realizzazione (in realtà avvenuta a Cowes, nel cantiere Projects by Design di Paul Jennings) della prima barca full foiling dotata di lama di deriva zavorrata, facile da gestire e quindi “aperta a tutti”. Il look è tutt’altro che avveniristico (una grande differenza rispetto, ad esempio, al Quant 30, caratterizzato da una carena dal look decisamente più sportivo), a metà tra un vecchio scow americano e un Fireball, con spigoli molto pronunciati e prua mozza.
Tutto in funzione della stabilità e della semplicità, quindi: la larghezza dello scafo (1,90 m) e il bordo libero molto basso, fanno sì che l’equipaggio possa uscire alle cinghie come su una normalissima deriva, senza dover ricorrere ad ali o terrazze. Il fiocco è autovirante. Il prezzo, per adesso, è ancora quello da “prototipo”, di certo non economico: stiamo parlando di circa 60-65 mila euro IVA esclusa, senza vele.
IL QUANT 23 VOLA COSI’
Il progettista Hugh Welbourn, in collaborazione con Gordon Kay, ha passato dieci anni tra studio e sviluppo del DSS, il sistema che sfrutta due appendici retrattili poste lateralmente a centro scafo e che ha la funzione di aumentare la stabilità della barca e quindi la sua velocità. Le ultime versioni del DSS non servono soltanto ad aumentare il momento raddrizzante, ma generano una forza idrodinamica verticale verso l’alto (lift) che, in combinazione con una pala del timone con foil a “T” (tipo quelle dei Moth o degli AC45), consente al Quant 23 di navigare sollevato dall’acqua.
L’obiettivo non era quello di creare il foiler più veloce del mondo, ma uno scafo di facile conduzione in grado di mantenersi stabilmente in volo. La barca fa il 90% del lavoro. Parte del segreto sta nella stabilità intrinseca dei nuovi foil DSS, maggiore rispetto a quella fornita dalla “tradizionale” configurazione a T rovesciata. In navigazione non dovrete intervenire sui foils: potrete al massimo variarne l’inclinazione di 5°.
Secondo Welbourn, con la sezione, le proporzioni e la lunghezza della lamina la barca “decolla” più velocemente piuttosto che raggiungere una più alta velocità finale (questo richiederebbe foil più piccoli con una sezione meno potente). A 10 nodi, di bolina, il 23 piedi già si alza in volo, fino ad arrivare a toccare i 25 nodi. Un vero spettacolo.
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5 commenti su “Quant 23: la deriva volante funziona così!”
Grazie! Finalmente qualcuno che mi ha fatto capire come funzionano questi bolidi! Certo però quanto costa!!!
Veramente fuori mercato come costo. Ma poi mica mi fido tanto, sarà davvero sicura? Io già non sono tranquillo su un 29er
E’ vero che i costi sono esagerati, ma secondo me è come in tutte le cose: all’inizio costano tanto, poi i prezzi si abbassano. E’ stato così anche per le vele triradiali!
Occhio…. funziona solo al lago, infatti con un minimo
di onda ” marina” ovvero formata anche con soli 12 15 nodi
la barca iniziera’ a far soffrire i suoi foil fino ai loro limiti
strutturali.
Concordo con Emanuele. Ho provato un Moth (per altro credo ancora in vendita in Croazia a ca 5k) che era difficilissimo da tenere in equilibrio (ovviamente non il caso qui), ma il foiling regala “belle” sorprese quando lo scafo tocca l’onda, all’improvviso aumenta l’attrito e la velocità del sistema si riduce da “esilarante” a “fermo” in meno di una manciata di metri…