L’America’s Cup sbarca in Oman, Sirena: “Vincere per ridare credibilità alla Coppa”
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Si è conclusa la tappa delle AC World Series di Muscat, in Oman. L’appuntamento ha avuto un che di storico: è infatti la prima volta che il circo internazionale della regata più famosa al mondo sbarca in un Paese del Medio Oriente (dopo le tappe di Portsmouth, Gothenburg e le Bermuda), una scelta che ha premiato il sultanato che con Oman Sail, l’organizzazione fondata dalla famiglia reale, negli ultimi otto anni ha contribuito alla crescita della vela a Muscat. Un segno dei nuovi tempi, e della nuova geografia del denaro che si sta andando a delineare. Per la cronaca, ha vinto il team BAR di Ben Ainslie, ma in testa alla classifica generale rimangono i kiwi di Team New Zealand
MAX SIRENA: “MI MANCA LUNA ROSSA, DOBBIAMO VINCERE PER RIPORTARE CREDIBILITA’ ALLA COPPA”
Team che conta sui servigi del nostro Max Sirena, “esodato” di Luna Rossa, in qualità di manager con competenze tecniche e sportive: lo abbiamo intervistato per voi:
Tutti parlano della sfida tra voi, Emirates Team New Zealand e Oracle, il defender. Come la state vivendo?
“Siamo abituati a lavorare guardando in casa nostra. Con un occhio di riguardo agli avversari, però il focus è su di noi, sulle performance del nostro catamarano“.
Tu sei che sei stato uno dei “deus ex machina” di Luna Rossa per tanti anni, raccontaci: il metodo di approccio alla regata e alla campagna di Coppa in generale, da parte dei neozelandesi, è differente?
“Diciamo che ho riscontrato molte similitudini. Il team non ha una struttura piramidale, proprio come succedeva con Prada. Questo è molto importante, perché permette a ciascuno di esprimere le proprie idee e venire ascoltato. Poi c’è Grant (Dalton, ndr) che è bravo a gestire tutto al meglio. Per dirla all’anglosassone, siamo davvero into shape (in forma). Il team è cresciuto tantissimo rispetto a quando sono entrato, 8 mesi fa“.
Quanto ti dispiace non esserci con Luna Rossa?
“Non l’ho mai nascosto. Per me l’abbandono di Luna Rossa è stato uno choc importante, perché nella costruzione del team ci avevo messo tutto me stesso. Ma entrando in New Zealand ho avuto la possibilità di realizzare un altro sogno, un sogno che nutrivo da ragazzino. Chi mi conosce bene, conosce anche la mia filosofia: da una sconfitta nascono opportunità. E io questa la voglio sfruttare al 100%“.
Perché?
“Perché, vincendo la Coppa, questa confusissima edizione della Coppa (troppi privilegi al defender) potremmo riportare la ‘vecchia brocca’ a una dimensione di maggior credibilità“.
SE LA COPPA VUOI VEDERE IL PORTAFOGLIO DEVI APRIRE
Peccato che in Italia non potremo vedere le gesta di Max Sirena e compagni. O meglio, se vogliamo godercele dobbiamo sborsare, dopo aver scaricato la App dell’America’s Cup (per dispositivi iOS o Android) 7,99 dollari. Per chi invece voglia sottoscrivere un abbonamento per tutti gli eventi del 2016, il costo è di 27,99 dollari. Questo è l’unico modo per assistere alle regate, dato che nessuna rete televisiva italiana ha acquistato i diritti. Che contraddizione per la Coppa America che in teoria avrebbe dovuto essere quella della “generazione social”, e che invece non prevede alcun streaming online gratuito!
A questo link trovate la lista di tutte le reti estere che trasmetteranno l’evento in chiaro:
https://www.americascup.com/en/where-to-watch.html
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