Aree marine protette e regolamenti assurdi. E’ ora di cambiare!

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maddalenaTra i tantissimi commenti che ci avete scritto sul problema dell’eccessiva burocrazia italiana, ce n’è uno che ci ha colpiti particolarmente e riguarda un tema sempre più sentito, quello della difficoltà di accesso alle aree marine protette.

Ecco cosa scrive Marcello: Fortunatamente batto già bandiera estera. Vorrei peraltro introdurre un altro argomento che nessuno tratta mai. I parchi marini protetti. È assurdo che esistano aree che nessuno può godere(salvo politici e raccomandati di turno), come ad esempio Gorgona. Ed è assurdo che ognuno si faccia le regole (alle cinque terre per accedere a certe aree bisogna essere residenti, idem al giglio, a portofino solo per barche inferiori a 10 metri). Ognuno si fa il proprio tratto di mare vietato a terzi!! Ci vuole una legislazione nazionale valida per tutte le aree marine protette che dovrebbero essere organizzate come quelle francesi: aperte a tutti con boe messe non attaccate agli scogli (tipo Portofino, dove se c’è risacca si va a scoglio) e sufficienti per tutti. E con regole ferree da far rispettare (alle 5 terre i controllori sono poi quelli che vanno a pescare nel parco !)

Siamo d’accordo col nostro lettore su tutta la linea. Un vero problema, questo della mancanza di un regolamento unico su tutto il territorio italiano. Ricordate cos’era successo per esempio la scorsa estate al nostro collaboratore Carlo Rimini al Parco della Maddalena, dove sembra difficile persino mettersi in regola se si naviga su una barca a vela?

Allora, ecco il nostro invito a Renzi e al suo governo perché si decida finalmente a occuparsi del problema: è stupido non valorizzare al massimo un patrimonio come quello delle nostre aree marine protette (sempre nel rispetto dell’ambiente, ovvio). Un regolamento unico, comprensibile e poco cavilloso, garantirebbe anche un introito che potrebbe servire proprio per la gestione dei parchi. C’è bisogno di creare un circolo virtuoso, insomma.

E VOI, SIETE D’ACCORDO CON LA NOSTRA PROPOSTA?

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10 commenti su “Aree marine protette e regolamenti assurdi. E’ ora di cambiare!”

  1. Sono svizzero e non italiano e ho un problema con la vostra burocrazia che proprio non capisco. Possiedo una bella barca a vela d’epoca, con bandiera del mio paese, che tengo in un Marina in Italia bello e efficiente. Ho pagato l’IVA e quindi sono in regola con le dogane italiane. Malgrado ciò la Capitaneria mi obbliga a timbrare il Costituto in arrivo e i partenza ogni volta che lascio il mio porto di permanenza. Se voglio passare la notte in un altro porto devo annunciare la mia partenza e destinazione, quando torno devo timbrare il mio ritorno. Manco fossi un sorvegliato speciale. In somma una tortura assolutamente incomprensibile, la Capitaneria non è nel Marina ma a 20-30 min d’auto… Mi date per favore una spiegazione?

  2. Caro Alberto….non vi sono spiegazioni alla Sua testimonianza…..siamo in Italia….non servono altre parole.
    Un vero peccato per la nautica italiana, ricca di balzelli e leggine….
    Cambi mare, se se lo può permettere: quando i porti italiani saranno vuoti, quando le località turistiche saranno in crisi …verrà alla mente al nostro legislatore il danno che ha cagionato !
    Basti pensare allo schifo delle tariffe che applicano certe marine: prezzi scandalosi a differenza di altri Stati che si affacciano sul medesimo mare. Altre parole non servono
    Buon vento

  3. Quest’anno (2015 ndr)in tutta la Maddalena non avevano posto una boa che una!! l’ente parco comunque esiste e si fotte un fracco di soldi senza offrire nulla di nulla. Poi, senza boe, ma…. attenzione… pagando dunque l’accesso e la sosta al parco, le centinaia di barche sono costrette ad ormeggiare all’ancora e allora…. arate continue sulla benedetta posidonia e distruzioni di massa della ormai quasi estinta pinna nobilis (esempio zona Porto Palma ecc.). che schifo!!!!!

  4. vogliamo parlare del regno di Nettuno?ci sono divieti di ancoraggio per chi non ha il bollino,che per chi ha un natante ormeggiato tutto l’anno a Procida come ad Ischia,costa solo 10 € e vale un anno!altrimenti multe,ma il problema è che non esiste un campo boe,ed i responsabili di questo ente,sono stati rimossi dall’incarico…………..quindi mi viene da dire il regno di Nessuno!!!!!!!!!!!!!

  5. Forse fa proprio comodo così nel senso che, per far cassa, è molto più comodo e agevole per le Forze dell’ordine, colpire noi diportisti che sicuramente in qualche cavillo possiamo incappare e quindi essere sanzionati! Mica importa loro delle bellezze o peculiarità di certi siti! Ma cosa credete? nella prevenzione? Macchè è solo un sistema di fare repressione, far cassa e aumentare l’odio verso le ns. stupide istituzioni.

  6. A Porto Ferraio o pagato la sosta 80 Euro con una barca di mt.9.5 per che la mia barca invece di essere larga 2.8 mt. e larga 2.9 mt. mi sono sentito veramente rapinato niente e servita la mia protesta avrei dovuto pagare 50 Euro ora dico trovatemi una barca larga 2.8 mt. tenendo conto che la mia e un modello del 1974 oltre tutto una marina sporca e mal servita

  7. Andrea Castiglione

    Andrebbe bene se prevedesse anche pene severissime per i cafoni e gli individui irrispettosi che deturpano qualsiasi cosa e luogo ove arrivano. Faccio lo skipper e ne vedo a migliaia ogni anno in qualsiasi parte del mediterraneo… quasi sempre italiani!

  8. Antonino Ciccia

    Condivido in toto e aggiungo : Tutta la burocrazia si deve espletare per e-mail ,e se qualcuno non ha computer o cellulare abilitato ? A Favignana a Cala Rossa ( zero posidonia nel fondale , sabbia da fare invidia ai Caraibi )si può dare fondo con propria ancora …ma soltanto di giorno , per sostare la notte si deve pagare…

  9. sono d’accordo con tutti voi, ma finche gli armatori di mega barche si fermano in quei posti, perché privilegiati, e pagano senza problemi, non succederà mai niente.

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