COSA FARE SE… devi ancorare a vela?

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anchorage
Quarant’anni di Giornale della Vela sono anche quarant’anni della nostra sezione di pratica. Abbiamo selezionato cinque quiz con i migliori consigli pratici che ci sono arrivati dai voi lettori negli anni: in questa seconda puntata iniziamo con quello su come comportarsi se dovete ancorare a vela.

ANCORAGGIO A VELA

DOMANDA: “State navigando a vela con randa e fiocco verso una rada dove volete ancorare. Le condizioni sono vento intorno a 10 nodi e mare calmo. A bordo siete solo in due. Provate ad accendere il motore ma non parte. Decidete di ancorare lo stesso, manovrando a vela. Come fate?”

1114hz7RISPOSTA: “Per prima cosa vista, la calma del vento e del mare, posso mettere la testa nel vano motore (ma bisogna essere sicuri di NON star male visto che siamo solo in due) e valutare l’eventuale presenza di acqua nel filtro del gasolio (spurgo facilmente attuabile?). Il quesito posto fa presumere che il motore giri senza partire e quindi la verifica di una corretta alimentazione del carburante è la prima cosa da vedere (sembra uno scherzo ma…c’è gasolio nel serbatoio?! e se c’è, arriva?). Per la manovra a vela procederei in questo modo. Prima dell’avvicinamento verifico il corretto funzionamento della frizione del salpancora, dato che la catena sarà distesa dalla velocità della barca e che, senza motore, non può essere variata a piacimento. Inoltre non voglio usare un apparato ad alto assorbimento elettrico come il salpancora senza motore acceso, perchè consumerei quell’energia che mi servirà per rifare la manovra (!?) o andarmene a vela il giorno dopo con il motore che continua a non partire.

maxresdefaultVerifico anche che la catena non abbia da che bloccarsi e quindi sia ben disposta. Successivamente si entra in rada e si fanno i giri esplorativi necessari per individuare il punto di ancoraggio ideale: sia come fondale (consistenza e profondità), sia come distanza da terra, che in questo caso deve essere adeguata all’eventuale fallimento della manovra, per garantire una opportuna ripartenza di bolina. Preparo anche un ancora di rispetto con terminale di catena e linea in tessile per riuscire a bloccare la barca in caso di importanti problemi alla prima ancora (bloccaggio nello scorrimento con impossibilità di manovra di recupero a vela) o altro. Opzioni di manovra: Manovra 1: Randa e fiocco a riva. Mi accerto che tutto funzioni per l’ammainata (rollafiocco, drizza randa da provare se accenna a scendere, stopper vari). Faccio dei bordi verso il punto deciso per dare fondo e il mio compagno avrà appennellato l’ancora con la frizione pronta per essere lasciata”.

LA PRIMA PUNTATA: COSA FARE SE HAI UNA FALLA A BORDO?

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5 commenti su “COSA FARE SE… devi ancorare a vela?”

  1. leonardo vecchi

    non c’è solo un metodo per ancorare a vela con un cabinato. Lo sceglie in base all’equipaggio, alle caratteristiche della barca. Comunque si rinuncia ad ogni apparato elettrico. Le precauzioni indicate sono corrette. Ma non solo le sole. Arrivando di bolina sul punto di fonda (meglio averlo scelto dopo opportuna perlustrazione) conviene percorrere gli ultimi spazi con la sola randa. Se la barca manovra bene senza fiocco, meglio sgombrare la coperta a prua avvolgendolo o ammaindolo con largo anticipo, tenendolo sempre pronto in caso di necessità. L’uomo a prua è pronto a filare il calumo della misura del picco velocemente, nell’istante in cui la barca, prua al vento, sta per perdere il suo abbrivio (subito dopo ammainare la randa), e il rimanente calumo in maniera più dolce, affinché la catena non si ammonticchi sopra l’ancora. Se questo succede è quasi sicuro che l’ancora non farà testa, perché verrà girata o ribaltata dalla distensione della catena. Se invece si fila l’ancora con eccessivo abbrivio, il punto di fonda sarà oltrepassato dalla barca, con diversi rischi.

  2. E per finire metto il fiocco a collo, vado indietro e stendo a dovere il calumo on base alla profondità. Poi prendo un punto cospicuo e mi accerto che l’ancora non ari. Se é il caso metto un paio di cime a terra col tender.

  3. Mi è successo, purtroppo di rimanere in panne con il motore, e così avrei molto piacere di dare il mio apporto per esperienza vissuta. Navigo normalmente con mia moglie anche lei appassionata velista e 2 figli amanti di bagni estivi e lettura, per cui operativi a bordo siamo solo in 2 come da quesito descritto. L’ipotesi è che il motore non dia segni di vita e fatte tutte le opportune verifiche non sappiamo come risolvere il problema autonomamente.
    Per cui il mio personale primo fondamentale consiglio è di valutare con molta cura la baia e se necessario cambiare destinazione. Chiaramente deve soddisfare le condizioni necessarie come fondale, protezione e spazio di manovra, ma soprattutto se abbiamo il motore in panne deve essere raggiungibile da un meccanico. Meglio infatti navigare per un periodo più lungo, e finché si naviga si è al sicuro, ma essere certi che una volta arrivati si possa riuscire a risolvere il problema.
    Tutto è in funzione della sicurezza, e se è veramente facile ancorare a vela in queste condizioni ottimali, fuggire se il meteo dovesse cambiare potrebbe risultare impossibile, ed è la condizione da evitare.
    Secondo consiglio, se le condizioni sono normali è un buon allenamento ancorare sempre a vela (lasciando il motore acceso per sicurezza visto che adesso funziona ). Infatti affrontare una situazione che si conosce riduce lo stress dell’equipaggio e aumenta la consapevolezza nell’affrontare imprevisti, è anche più divertente e meno rumoroso.
    Terzo consiglio in caso di emergenza non cambiare le consuetudini ed i ruoli dell’equipaggio. Per cui suggerisco di non improvvisare novità, se siamo abituati a fare la manovra utilizzando il salpancore acceso continueremo come da procedura abituale, se utilizzassimo normalmnte la frizione manuale ancora meglio. Chi sta normalmente al timone mantiene il ruolo e così via. Personalmente sulla nostra barca, facciamo prima una breve consultazione, in modo da comunicare la strategia perchè ognuno conosca la manovra che faremo e sappia che cosa aspettarsi, niente improvvisazione in certi momenti, di procedura preferisco ammainare il fiocco, procedere per l’ultimo tratto solo con la randa di bolina larga, Annalisa si prepara all’ancora e mi indica il punto ottimale, orzo a filo vento, lei sa che come la barca è ferma cala come al solito l’ancora, la randa rimane su tranquillamente e fileggia aiutando la barca a cambiare direzione, rimango al timone per aiutare il filo vento e con la giusta calma in base alle condizioni, diamo 3 volte il calumo, attendiamo che si stenda bene la catena controllando i movimenti, e chi ci circonda, diamo ancora catena fino ad arrivare a 5 volte il calumo e solo a questo punto ammainiamo insieme la randa.
    Quarto consiglio prendere in considerazione prima di fare la manovra anche le alternative che possono essere più valide a seconda delle circostanze.
    a) ormeggiare ad un gavitello, se si è allenati a farlo normalmente aiuta, stessa manovra con la randa, ci si arriva calcolando l’abbrivio in filovento ,nel caso meglio abbondare che non arrivarci, la moglie aggancia con il suo mezzo marinaio, io la raggiungo, prendo la cima con un capo libero ed uno già affrancato alla bitta di prua e issando in due il gavitello ci ormeggiamo. I vantaggi in condizioni di problemi al motore sono quelli di potere ripartire più facilmente a vela controventando la randa, inoltre i campi boa sono posizionati normalmente in baie sicure e raggiungibili.
    b) Farsi aiutare da un altra imbarcazione che ci possa trainare in un punto sicuro ( ne ho già aiutate almeno un paio in panne all’imbrunire terminando la manovra in pieno buio, ed ho sempre regalato loro alla fine una buona bottiglia di vino italiano per rifarsi dei dispiaceri una volta al sicuro e prepararsi psicologicamente al conto del meccanico)
    c)Ormeggio in banchina all’inglese, se la direzione del vento lo permette, più o meno al traverso, e c’è abbastanza spazio di manovra, come in Grecia fuori stagione, ormeggiare a vela con il solo fiocco è fattibile se si è allenati. Una volta in banchina tutto è più facile.
    d) se a bordo non avete solo un motore elettrico per il tender ma anche un bel 5 o 6 Hp in buona forma è ora di metterlo in acqua, personalmente fisso al contrario il tender poppa contro poppa in modo che tocchi con i due respingenti lo specchio, ruoto il motore di 180° in modo che spinga e governo la barca con il timone, 4 kn/ora assicurati sono una bella sicurezza per entrare in un porto a cercare aiuto.

    Buon Vento
    emanuel.fischer (su instagram)

    1. sappi che il tempo che hai speso per scrivere il tuo commento…
      non è affatto tempo sprecato! l’ho letto con molta attenzione e spero di no ma, inevitabilmente, prima o poi mi torneranno utili i tuoi preziosi consigli!
      grazie e buon vento!

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