Sembrano pietrificati, come il barcone che li ha fatti affondare. Ma non annegare, perché le statue respirano senza aver bisogno d’aria. L’opera di Jason Taylor deCaires, artista inglese “sottomarino”, giace in una composizione corale sul fondo dell’Atlantico davanti a Lanzarote (dove l’artista, classe 1974, vive). Ispirata al celebre dipinto di Theodore Géricault (la Zattera della Medusa), la serie di sculture prende il nome di Zattera di Lampedusa ed esprime con violenza il dramma umano dei migranti (per le statue sono stati infatti utilizzati calchi di veri migranti).
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Si legge sul Corriere.it: “L’opera fa parte del progetto Museo Atlantico, il primo museo sottomarino che ha per protagoniste statue che incarnano, patiscono e fronteggiano i destini di un’umanità condannata all’affondamento se non fa i conti con le sue ombre rimosse, i suoi sensi di colpa, le sua amnesie. Tra le altre statue che affiancano l’installazione, alcune raffigurano persone ipnotizzate da smartphone e tablet, che cancellano i loro volti o li distraggono, conducendoli verso il fondo (in particolare, un gruppo di turisti che si “affoga” di selfie)“.
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