Anteprima Salone di Dusseldorf/5: Hallberg Rassy 40 MK II e Solaris 47
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Oggi al Salone di Dusseldorf ci siamo riservati la visita di due anteprime di grande prestigio, della cosiddetta fascia “premium” che fanno della altissima qualità il loro punto in comune. Siamo saliti a bordo dell’Hallberg Rassy 40 Mk II e del Solaris 47.
HALLBERG RASSY 40 MK II: LA TRADIZIONE SI RINNOVA
Finalmente siamo a bordo dell’ultima creazione del mitico cantiere svedese, il 12 metri HR MK II. L’avevamo inseguito dal suo varo a settembre, ma non eravamo ancora riusciti a vederlo.
Al primo impatto questo nuovo Halberg Rassy sembra un ritorno alla tradizione più pura del cantiere: pozzetto centrale riparatissimo con il classico e inconfondibile parabrezza vetrato e interni così classici e marini che fai fatica oggi a trovare su modelli analoghi “bluewater”. L’altra impressione è quella di una proverbiale solidità costruttiva, nessuna concessione a fibre esotiche, sino ad arrivare nella zona del bulbo ad un sano e inviolabile pieno di vetroresina stratificata. Ma a dispetto di questa impressione, questo nuovo 40 MK II ha tante novità che lo rendono una barca contemporanea, nel rispetto della classicità.
Così, ad esempio, notiamo un incremento degli osteriggi che danno più luce e aria sottocoperta; una ferramenta di coperta sempre solidissima ma con un design più elegante; la possibilità in opzione di installare un bompresso per armare il gennaker.
Da notare anche una maggior attenzione alle prestazioni a vela con vento leggero: il piano velico è più sviluppato rispetto al vecchio 40 e il layout delle manovre è ancor di più improntato alla manovrabilità da parte di una sola persona. E ci piace che non ci siano stati tentativi di doppia timoneria, che sarebbe un’eresia in un pozzetto centrale.
Ma è il layout degli interni che fa un salto in avanti in termini di spazi. A partire dalla cabina poppiera armatoriale (proposta in tre versioni) che è veramente una piccola suite. Anche la sensazione di maggior spazio vivibile si respira e si vede in quadrato, dove sopravvivono le leggendarie poltroncine relax. Insomma, con il 40 MK II la tradizione si rinnova.
Lung. ft 12,40 m; Lung. al galleg. 11,04 m; larg. 3,82 m; pesc. 1,99 m; disloc. 11.000 kg; zavorra 4.100 kg sup. vel. 81,5 mq.
SOLARIS 47: L’ELEGANZA E L’ESSENZIALE SI SPOSANO
Solaris svela a Dusseldorf per la prima volta il Solaris 47. E noi siamo molto curiosi di vederlo dal vivo. Beh, il primo colpo d’occhio è notevole.
Vista dalla passerella la coperta, prima di salire a bordo, ha un aspetto elegante e da una sensazione di semplicità e pulizia delle manovre. La piccola tuga, come tutti gli ultimi modelli del cantiere di Aquileia è una piccola opera d’arte di integrazione con il piano di calpestio.
Anche lo scafo visto dal basso ha quelle linee tirate ma non eccessive che caratterizzano i disegni di Soto Acebal. La poppa di grandi dimensioni si apre ad un tender garage a poppa con spazio adeguato per lo stivaggio del battello di 2,40 m e del fuoribordo. Ai lati delle due timonerie con due winch per lato si manovra tutto a portata di capitano.
Sottocoperta merita una lode la cabina prodiera armatoriale con il suo bel bagno. Per il resto tutto richiama al look ideato dal cantiere con il designer Lucio Micheletti che caratterizza tutti gli ultimi modelli Solaris: spazi ben delineati, tanta luce e legni chiari che allargano la visuale. Il totale è di tre cabine e due bagni con una bella cucina con congelatore ad apertura frontale sotto il lavandino e un grande frigo a caricamento dall’alto.
La costruzione è quella che ha fatto il successo del cantiere quanto a robustezza: struttura monolitica in vetroresina con paratie, madieri e longheroni stratificati a scafo e lande in composito laminate sottovuoto.
Lung. ft 14,25 m; Lung. al galleg. 13,40 m; larg. 4,36 m; pesc. 2,80/2,50 m; disloc. 12.400 kg; zavorra 4.320 kg sup. vel. 129 mq.
Condividi:
Sei già abbonato?
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
Mirar, un Hallberg Rassy 45 speciale (per il GDV soprattutto)
Guardare al mondo delle Classic Boat significa, tra le altre cose, guardare anche a momenti che hanno saputo segnare lo sviluppo della cantieristica, se non la storia stessa di uno specifico cantiere. Questo è certamente il caso quando si guarda
Woodwinds, un Modern Classic per innamorarsi (di nuovo) della vela
Parlare di Classic Boat, alle volte, può risultare riduttivo. O meglio, possiamo dire che, una definizione così ampia (leggi qui), potrebbe rischiare di racchiudere scafi poco pertinenti assieme e, contemporaneamente, far sfuggire alle sue maglie scafi che, invece, meritano celebrazioni
Così Persico Marine costruisce superbarche (anche per la Coppa America)
Gli arm e i profili dei leading edges e dei trailing edges (i bordi di attacco e di uscita degli arm) per la maggior parte dei team, il terzo AC75 di Luna Rossa e, ovviamente, molti segreti. La 37a America’s
Classic IOR: Dick Carter, una matita d’eccezione
Con le clamorose vittorie del Rabbit, di Tina e di Optimist, la seconda metà degli anni settanta vede l’ascesa fulminea di un nuovo progettista, una figura a suo modo geniale, ma comparsa nel panorama senza apparente ragione. Del resto, lui