Una gran buona idea, quella espressa da Giovanni Ceccarelli (il presidente di As.Pro.Na.Di., l’Associazione progettisti nautica da diporto). Un’idea che vale la pena di diffondere: stabilire una sorta di graduatoria a punti per calcolare il potenziale impatto ambientale di una barca in vendita, e di conseguenza applicare proporzionalmente il regime IVA. In parole povere, a barca “ultra-green” potrebbe corrispondere l’IVA al 10% invece che al canonico 22%.
POCHI SVANTAGGI, TANTI VANTAGGI
Ragionando in termini assoluti, il fatturato generato dal comparto nautico è modesto, sostiene il progettista in un’intervista realizzata da Sailing&Travel. Quindi la conseguente diminuzione di gettito fiscale per lo Stato sarebbe risibile: a differenza dei vantaggi consistenti e immediati per gli armatori e soprattutto per l’ambiente.
COME STABILIRE SE UNA BARCA E’ “ECO”
Per stabilire l’ecocompatibilità di una barca, secondo Ceccarelli, è necessario stilare una lista di requisiti a cui attenersi: più le soluzioni scelte sono “gremì”, più punti otterrà l’imbarcazione e quindi minore sarà l’imposta sul valore aggiunto da pagare in fase d’acquisto. Con soddisfazione per l’armatore che dovrà sborsare meno soldi e del venditore, che abbassando il prezzo risulterà più competitivo rispetto al cantiere che decide di non seguire i dettami green
L’ESEMPIO C’E’ GIA’
Nella classificazione l’esempio da seguire esiste già ed è la certificazione “Green Star” effettuata dal RINA, che valuta, per le imbarcazioni da diporto, parametri quali acque grigie, liquami, trattamento dei rifiuti, fonti di inquinamento del mare (ad esempio le antivegetative) ecc… Il suggerimento è valido, signor Ceccarelli. La diffondiamo sperando che giunga all’orecchio di qualche politico! E voi cosa ne pensate?
1 commento su “Idea Ceccarelli: IVA al 10% per le barche che inquinano meno”
magariiii….grande proposta, speriamo che la attuino