Addio Bob Oatley, l’ultimo grande paperone innamorato della vela

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Bob_oatley

E’ morto Robert “Bob” Oatley. L’armatore di (anzi “dei”) Wild Oats è salpato per l’ultima veleggiata ieri all’età di 87 anni. Magnate del vino, Oatley non solo era uno degli uomini più ricchi d’Australia, ma con i suoi maxi Wild Oats ha dominato i campi di regata di tutto il mondo negli ultimi decenni (vi ricordate le mitiche sfide con Alfa Romeo?), anche se l’ultima grande sfida, portare a casa per l’ennesima volta la Sydney-Hobart, è sfumata pochi giorni fa per un problema tecnico.

Grazie a lui sembrava che l’Australia avesse davvero le carte in regola per riprendersi la Coppa America nel 2017 (una candidatura poi sfumata per il costante aumento dei costi e per la poca chiarezza sulle regole). Dedichiamo a Oatley il ricordo del nostro responsabile di redazione Alessandro de Angelis, che lo incontrò, anche solo per pochi minuti, esattamente dieci anni fa. E che dimostra lo spirito sportivo di uno degli ultimi grandi paperoni della vela mondiale.

Era la primavera del 2006. Girovagavo per le banchine di Santa Margherita tra una pausa e l’altra delle regate del Trofeo Pirelli. Con me un paio di compagni di equipaggio: eravamo un gruppo di giovani amici (io con i miei 28 anni ero il più vecchio) che partecipava alle regate con tanto spirito di avventura, ma con poca esperienza ad alti livelli.
In quella stagione la barca che dominava letteralmente le regate di tutto il Mediterraneo era solo una, Wild Oats XI, del magnate australiano del vino Bob Oatley. Dopo averla vista in acqua in quei giorni, è stato irresistibile cercare di studiarla più da vicino anche a terra.

Arrivato davanti al gigante australiano, avrei dato qualunque cosa per salire a bordo. Di fianco a me una coppia anziana, elegantissima, entrambi già vestiti di tutto punto per la serata, mentre io e miei compari indossavamo t-shirt ancora piene di sale, bermuda e non ricordo se addirittura eravamo a piedi nudi. L’uomo mi guarda e sorride, parlando con uno strano accento: “I’m really sorry, can’t you get on board. We are preparing the boat for tomorrow”. Non ricordo cosa ho risposto, tanta è stata la sorpresa che l’armatore della barca più vincente del mondo si rivolgesse a noi con tanta semplicità, in vero spirito marinaro.

 

Siamo rimasti a parlare sul pontile, come se ci conoscessimo da sempre. O semplicemente, come si fa tra marinai.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Torna in alto