Israeliani fuori dai Mondiali giovanili: la politica rovina lo sport
IL REGALO PERFETTO!
Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.
Ai mondiali giovanili di vela di Langkawi, in Malesia, sono state imposte condizioni tali agli atleti israeliani che, di fatto, hanno impedito loro di partecipare. La politica entra nella vela, anche quella che dovrebbe essere più pura, quella giovanile. Dove il valore dello sport deve scavalcare ogni tipo di barriera. In calce vi proponiamo il documento ufficiale in inglese – redatto dalle autorità israeliane – che attesta le condizioni imposte agli atleti.
In sintesi, l’organizzazione ospitante (tra l’altro, la Malesia non ha rapporti diplomatici con lo stato di Israele) chiedeva agli israeliani di correre senza bandiera, proibiva ogni rapporto con i media e il rilascio di comunicati stampa, vietava la riproduzione dell’inno nazionale in caso di vittoria. In poche parole di regatare “anonimamente”, da apolidi, sotto l’egida dell’ISAF (la Federvela Internazionale) anziché con i colori dello Stato ebraico. La Federazione Israeliana ha scelto di non partecipare alle gare, quindi gli atleti del windsurf Yoav Omer e Noy Drihan sono rimasti fuori.
POLEMICHE SULLA FEDERVELA MONDIALE
Sono subito scattate le polemiche, una bufera sull’ISAF e sul presidente Carlo Croce, accusati di essersi piegati alle scelte dell’organizzazione malese e di “realpolitik”, per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Ha detto Croce alla Stampa: “Le iscrizioni ai Mondiali si chiudevano il 6 agosto, Israele si è iscritto il 10 ottobre. Tra i due Paesi, va ricordato, non ci sono relazioni diplomatiche. Secondo quanto riferitoci dalla Federazione vela malese, questa ha cercato di far partecipare comunque gli atleti israeliani, ma era molto tardi per garantire loro una adeguata protezione. Hanno così chiesto al loro governo, che ha indicato le misure per far sì che gli atleti non diventassero facili bersagli. Ma il visto lo avrebbero rilasciato. Israele però ha deciso di non prendere parte, a queste condizioni, all’evento”. Intanto oggi ai vertici dell’ISAF è stato fissato un consiglio straordinario per stabilire errori e colpe, vedremo la decisione e le eventuali sanzioni.
IL PRECEDENTE IN OMAN
Non è la prima volta che accade, comunque: ad esempio l’ottobre scorso, in Oman (che non riconosce lo Stato di Israele), al Campionato Mondiale RS:X non hanno potuto partecipare i velisti israeliani Sachar Zubari e Nimrod Mashiah (entrambi in passato sul podio) perché sprovvisti di visto d’ingresso nel Sultanato. Una terza atleta israeliana, Maayan Davidovich (terza negli ultimi due mondiali) ha potuto regatare grazie a un secondo passaporto, austriaco, che non richiedeva formalità d’ingresso. Anche ad Abu Dhabi, in occasione delle finali dell’ISAF World Cup, sia nel 2014 che nel 2015, agli atleti israeliani era stato negato il visto. E tra loro c’era anche un bronzo olimpico!
IL MOTIVO DEL SILENZIO DELL’ISAF?
Qualcuno insinua che l’ISAF voglia tenersi buoni i Paesi arabi in quanto generosi finanziatori di eventi sportivi (basti pensare agli enormi investimenti compiuti, nella vela, da nazioni quali Emirati Arabi Uniti e, appunto, Oman): “Ma quali finanziamenti! Pagano un fee come tutti gli altri Paesi”, ha detto Croce alla Stampa. Cosa ne pensate?
IL DOCUMENTO UFFICIALE ISRAELIANO
Condividi:
Sei già abbonato?
Catamarani fuori dal coro per il 2025: guarda questi modelli
Catamarani 2025: quattro multiscafi per crociere da sogno
Ultimi annunci
I nostri social
Iscriviti alla nostra Newsletter
Ti facciamo un regalo
La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!
Può interessarti anche
Admiral’s Cup, sogni di gloria: dal 17 al 31 luglio l’Italia va a caccia della storia
Correva l’anno 1995, anni ruggenti per la vela italiana, in quel di Cowes la squadra capitanata da Rinaldo Del Bono, Pasquale Landolfi e Paolo Gaia, vinceva la mitica Admiral’s Cup, quello che all’epoca era considerato il Campionato del Mondo per
Non c’è pace per Jim Ratcliffe: Mr. Ineos fa arrabbiare anche gli All Blacks del rugby
Sembra proprio che non ci sia pace per ora per il miliardario dell’industria petrolifera Jim Ratcliffe, magnate di Ineos, già protagonista della controversia con Sir Ben Ainslie che avrà quasi certamente degli strascichi legali. Arriva infatti dalla Nuova Zelanda un
Sail GP, a Sydney è festa inglese: strada in salita per il Red Bull ITA Sail GP Team
Dylan Fletcher con Emirates GBR conquista la tappa di Sydney del Sail GP davanti a North Star Canada e ad Australia. Nella finale a tre barche la battaglia è stata davvero al filo di lana e i canadesi hanno superato
Ecco la nuova barca da regata dell’83enne Dennis Conner
Si chiama “Ole Miss” ed è il nuovo Classe 6 Metri che si è regalato di recente il campione di vela statunitense Dennis Conner, alias “Mr America’s Cup” e con il quale disputerà il Campionato Mondiale in programma il prossimo
5 commenti su “Israeliani fuori dai Mondiali giovanili: la politica rovina lo sport”
La risposta è ovvia e c’è solo da mandare a quel paese l’ISAF ed il suo Presidente Carlo Croce visto che hanno accettato il vergognoso dictat dei malesi. E poi basta con le religioni che stanno dilaniando il mondo, a cominciare dall’Islam che attualmente sta conducendo una guerra tutta loro ed interna a questa religione. Altra spina nel fianco del mondo sono gli israeliani che con la oro religione opprimono il popolo palestinese al quale hanno espropriato in nome di chi sa quale dio la terra promessa… Ci vuole una bella faccia tosta ad affermare ed uccidere in nome di tutto questo. A nulla sono valsi i tentativi di importanti personaggi del mondo che hanno cercato invano di mettere fine e pace a tutto questo ed oggi siamo dove siamo, nel disastro assoluto. Personalmente mi immedesimo nei giovani atleti esclusi dalla competizione ed immagino il loro stato d’animo. Ognuno è libero di pensarla come crede ed abbracciare la religione a cui crede, ma che tutto questo si debba tradurre in scontro mortale per la supremazia ecc cosa diavolo c’entra con lo sport? Fuori le religioni dallo sport e vergogna a persone come Carlo Croce e & C. che in nome dell’intrallazzo fanno quello che vogliono i malesi, maggiori finanziatori con altri paesi arabi di tutto l’ambaradan delle varie gare a livello mondiale. I veri amanti dello sport sono stufi di vedere tutto questo schifo e andassero al diavolo tutta questa gentaglia che sta distruggendo la convivenza pacifica di tutti gli uomini di questo travagliato mondo in nome di interessi economici. Questa la verità, tutto il resto sono bugie!! Fuori dallo sport tutta questa gente con i loro sporchi soldi ed interessi, se si vuole salvare il vero sport. Diversamente siamo all’inizio della fine non solo di questo sport bellissimo, ma anche della pacifica convivenza degli uomini su q
Croce dovrebbe vergognarsi di quello che dice e di quello che ha fatto, cioè permettere l’ assegnazione di un evento internazionale ad un Paese che si sapeva già, in partenza, non essere disponibile ad ospitare con pari dignità tutti i Paesi riconosciuti dalla Comunità Internazionale, garantendo a tutti pari sicurezza, tutto qui.
Se poi il problema era la scadenza dei termini, dovevano dire “No” e basta, senza offrire partecipazioni “anonime”.
La notizia sembra incredibile. Scadenza dei termini a parte, il fatto è grave e merita una discussione a 360 gradi. Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma uno sport ecosostenibile come la vela (e dintorni) non potrà sottrarsi ai cambiamenti: dovremo fare fronte comune e dire la nostra, in Italia e all’estero. A costo di essere impopolari. Diversamente anche lo sport sarà succube della politica e non più protagonista e testimonial di una società civile degna di questo nome.
e per il trattamento degli sportivi Palestinesi?
va bene cosi
Comportamento assolutamente inaccettabile; la vela deve vergognarsi di avere un Presidente e un Vicepresidente come gli attuali. Fuori la religione dallo sport.