Enrico Malingri, fratello di Vittorio e Francesco, membro della dinastia/famiglia più famosa della vela italiana, ha preparato un X 562 (Magix) per l’attraversata atlantica ed è salpato proprio in questi giorni da Gran Canaria verso Guadalupa, ai Caraibi. Grande navigatore, con decine e decine di migliaia di miglia alle spalle, Enrico ci racconterà, puntata dopo puntata, da un lato la navigazione, dall’altro come si sistema un cruiser per far sì che possa affrontare l’oceano senza problemi.
NAVIGAZIONE ATLANTICA VERA!
E’ buio pesto sono sdraiato in cuccetta sopravento appoggiato alla tela antirollio, ddrin… drinn suona la sveglia: sono le 2.50 tra poco inizia il mio turno. Mi alzo… mi vesto ed esco fuori, la luna è coperta, il mare formato, già nel turno di Andrea 21-24 e poi 24-03 abbiamo attraversato alcuni groppi con acqua e vento in rinforzo. Si viaggia con randa rollata a 2 mani, genoa rollato tipo fiocco 4, vento che oscilla tra i 24 e 30 nodi.
Marco al radar ci segnala il movimento dei groppi, (soprannominati “Merdoni” già al primo giro del mondo nel 1975-76) ed i ragazzi orzando e puggiando hanno cercato di evitarli il più possibile. Andrea si é fermato sino alle 1,30 di rinforzo al turno montante di Ale e Marco. Mi metto al timone rilevando Ale che ha timonato praticamente tutto il suo turno, la situazione é impegnativa, nel buio pesto si naviga con un occhio al vento apparente che deve stare sui 135 gradi e il riferimento alla bussola. Le onde ti arrivano alle spalle e le interpreti sentendo il movimento della barca.
LA GRANDE PLANATA
Prima si alza la poppa, poi parte e la devi tenere dritta, meno muovi il timone e più dritta va la barca. Si viaggia tra i 9 e i 13 nodi a seconda della grandezza delle onde. Ad un certo punto Marco, che si é fermato per un’oretta nel mio turno vede una onda molto grossa alle mie spalle, la barca è all’angolo giusto apparente di 135 gradi con le vele che portano e …vran …vran …splash … parte in una planata infinita…. il log tocca i 16… io butto un’occhiata al plotter che segna 18,4 nodi. Tutto di colpo inizia ad avere senso, la pioggia, il vento, la stanchezza e le onde, lo spirito di avventura dell’uomo alla scoperta di orizzonti lontani è appagato in pochi istanti. Ora un inverno e primavera di lavoro a bestia in cantiere a costruire barche che spero faranno sognare i loro futuri proprietari è affrontabile.
GROPPI NOTTURNI
Queste ultime due notti ci hanno visto affrontare diversi groppi notturni, niente di che, ma uno step più avanzato nella gestione della barca e dell’attenzione sulla navigazione. In queste situazioni vengono fuori due caratteristiche essenziali…. imprescindibili: barca ed equipaggio.
BARCA
Magix é una grande barca, se qualcuno non la conosceva ce lo ha dimostrato…. in tutte le condizioni… poco vento … tanto vento. Prima cosa ha una bella carena che non muove tanta acqua e fila dritta come un fuso, piantata sui binari, un gran timone molto lungo ed efficace , con un po’ di mestiere, la si porta, in punta di dita, con meno di una quarta di movimento di timone. Il pozzetto é sicuro e riparato, la grande capottina offre un ottimo riparo all’entrata, le timonerie comode, le bussole di dimensioni generose e precise. Winch a profusione e qui in Atlantico li usi tutti, ritenuta randa, barber, braccio tangone, carica basso tangone, carica alto tangone…. un sacco di cime, ma qui serve tutto. Ci vogliono anche i punti in falchetta per la scotta esterna per il genoa, non fai 2 settimane di poppa con la scotta sulla rotaia interna.
La media che riusciamo a fare è di oltre 200 miglia nelle 24 ore: di tutto rispetto, quindi.
EQUIPAGGIO
La nottata è stato anche un esame di fine corso per l’equipaggio…..
1. Ha richiesto tutta la perizia acquisita al timone nei rinforzi di vento e sotto la pioggia.
2. Tutti hanno dimostrato nervi saldi e l’accettazione della situazione di “duress” senza mugugni e lamenti.
3. Si è innescata la brotherhood (“fratellanza”) di bordo ed il turno smontante si è fermato ad aiutare quello successivo senza neanche farne menzione.
Sono saliti sofisticati operatori di finanza ed imprenditori, e ne scenderanno “rudi uomini di mare”, gente che si è abituata a lavare i piatti con acqua di mare e lavarsi ogni due tre giorni. Qualsiasi cosa pur di avere il telefonino che non suona! 2 settimane di vacanza dalla tua vita… questo il premio per i disagi patiti.
CAMBUSA
Devo dire che i pranzetti di bordo sono sempre stati di alto livello, grazie alla sapiente cambusa, gli arrosti e varie carni cotte sottovuoto, la pesca, la fervida e vorace immaginazione di tutti. La cambusa per una traversata è fondamentale per il buonumore a bordo e per vivere l’avventura al meglio, ci sono un po’ di dritte che si possono facilmente seguire.
1. Frutta e verdura , durano fuori frigo, in situazioni areate. Noi abbiamo appeso delle reti in dinettes ai corrimano vicino agli oblò e riempite di frutta. Per la verdura si possono utilizzare delle ceste di vimini o casette impilate in luogo opportuno.
2. Carlo su mio suggerimento di portare alcuni arrosti già confezionati ha avuto una intuizione geniale ed acquistato una macchina del sottovuoto su Amazon. Questo ci ha permesso oltre ai 10 pasti serali con carni anche di conservare sottovuoto in frigo le 5 lampughe pescate in navigazione. Quindi menú da Cordon Bleu.
3. Abbiamo a bordo Nicola from Parma e quindi salami, salumi, parmigiano e formaggi a volontà. Anche questo aiuta.
4. C’è il forno e quindi Ciro Mergellina (come mi hanno soprannominato) ha aperto x la Pizza Night due volte durante la traversata. Quindi munitevi di bustine lievito di birra secco e farina O in abbondanza.
5. Importante avere ingredienti ad hoc per i sughi delle paste, per poter variare.
6. Pentola pressione e riso Arborio o Carnaroli per i risotti.
Con il generatore i due frigoriferi hanno marciato senza problemi, quindi le 70 bottiglie di vino imbarcate a Genova, per la maggioranza bianco,
hanno trovato avventori tutte le sere.
Tra due giorni “everybody back on track” ma spero, con un qualcosa in più, dentro, che nessuno potrà mai scordare. A tutti sono mancati gli affetti lasciati a terra, su questo non potete avere dubbi e sarà emozionate riabbracciarli.
LO SHERPA
Ragiono ora su quanto chiestomi da Carlo ad aprile, i passaggi fatti per determinare cosa avesse bisogno la barca come attrezzature, lavori ed upgrade. La preparazione in cantiere, la pianificazione del trasferimento della barca sino alle Canarie, organizzata con Andrea Bonini, con cui collaboro, la mia presenza a bordo. Concludo che da bravo manager si è messo in condizioni di fare questa avventura nella migliore situazione, senza rischi in ogni occasione e gustandola in pieno. In premio anche un bagaglio di esperienza di navigazione in oceano e con andature portanti che forse neanche 20 anni in Mediterraneo ti portano ad acquisire.
Un saluto a tutti
Enrico Malingri di Bagnolo