BEST OF 2015 – “Mi davano del pazzo, ora si ispirano ai miei progetti”
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L’ingegnere pugliese Benito Misurale è un vulcano di idee. C’è chi in passato gli ha dato del “pazzo” e chi invece, come il cantiere olandese Royal Huisman, si è dimostrato interessato al suo lavoro (e gli ha richiesto la traduzione in inglese dei brevetti). Soprattutto per quanto riguarda un brevetto che l’ingegnere ha ottenuto nel 2004, riguardante un sistema di zavorra mobile in sentina che si tradurrebbe in diversi vantaggi (e che vi spieghiamo qua sotto). Molti progettisti gli hanno riso alle spalle: “Adesso sto cercando di ricordarmi i nomi di tutti i soloni che mi derisero per scrivergli e dare loro un consiglio: comprare una robusta corda di una ventina di metri ed un’ancora Danforth di una trentina di chili. Arrotolare per bene un capo intorno al proprio collo e l’altro all’ancora, quindi, gettarsi dove ci siano almeno 3000 metri di fondale“.
I BREVETTI SPIEGATI DALL’AUTORE
Difficile esplicare nel dettaglio i suoi brevetti, pervenuti in redazione accompagnati da una dettagliatissima e ultratecnica carrellata di disegni: allora gli abbiamo chiesto di spiegarceli uno per uno, indicando i vantaggi potenziali per il mondo della vela.
LA BARCA A VELA CHE DIVENTA A MOTORE (E VICEVERSA)
“Con questo Brevetto, risalente al 24/09/2004, si materializzano su una imbarcazione a vela tre notevoli vantaggi“. Secondo Misurale, è l’idea che sta alla base del Dart 80 del cantiere Royal Huisman, che vedete nella foto qui a lato (presentato lo scorso anno, quindi 10 anni dopo), che prevede uno stesso scafo sia per il modello a vela che quello a motore:
“1 – Una imbarcazione a vela potrà navigare con il piano velico sempre perpendicolare al livello del mare, fino a vento Forza 7 della scala Beaufort, grazie ad una zavorra mobile in sentina a pane intero per imbarcazioni dai 20 mt in su e con zavorra a barre longitudinali di forma trapezoidale per imbarcazioni inferiori ai 20 mt.
2 – La carena sarà simile a quella della imbarcazioni a motore, ovvero, planante e lo specchio di poppa avrà una larghezza uguale o maggiore del baglio massimo, con gli indubbi vantaggi di una maggiore portanza e di una maggiore abitabilità riguardo ad una cabina armatoriale.
3 – Una deriva abbattibile, in due sezioni, consentirà la navigazione a motore anche su bassi fondali e la possibilità, retraendone una parte di avere minore attrito all’avanzamento”.
LA VASCA PER LE PROVE IDRODINAMICHE
“Con questo Brevetto del 2011, che credo sia uno dei fiori all’occhiello delle mie invenzioni, si ha la possibilità di ottenere carene di imbarcazioni perfette poiché il giudice più severo ed infallibile è il suo elemento naturale: “l’acqua”. Il tutto a costi contenutissimi come nessun progettista o pool di progettisti AL MONDO potrà fare di meglio.
Questa vasca consente di poter constatare, contemporaneamente, con un apposito sistema il risultato del profilo idrodinamico dell’intera opera viva del modellino in scala: timoni, eliche, deriva, ecc. di entrambi i lati dell’imbarcazione per mezzo di una telecamera che filmando la parte opposta di quella che si guarda, la trasmette su uno schermo ripetitore rivolto verso lo spettatore, consentendo, poiché il risultato della prova viene registrato, di poterla rivedere infinite volte, stando comodamente seduti.
Uno dei tanti pregi di questa vasca è rappresentato dalla possibilità, qualora la prima prova del modellino, questo avesse manifestato delle turbolenze negative all’avanzamento idrodinamico, se dopo le opportune modifiche, il suo profilo idrodinamico è migliorato o peggiorato e così numerose volte fino a che non si sia ottenuta: la perfezione. La circolazione dell’acqua in questa vasca può raggiungere gli 80 Km/h ed oltre ed il test può avvenire sia con andatura inclinata della imbarcazione da ambo i lati e sia con moto ondoso moderato o elevato e combinato con le due precedenti andature“.
LA DERIVA TELESCOPICA
“Con questo Brevetto del 2007 si materializzano su una imbarcazione a vela due notevoli vantaggi:
1 – Una deriva a più sezioni consentirà di poter navigare con la sporgenza necessaria in relazione alla forza del vento, momento per momento. Nella progettazione dell’imbarcazione essa potrà essere dimensionata più lunga del necessario in previsione di eventi temporaleschi di notevole portata poiché, nella massima estensione, contrasterà in modo maggiore il momento ribaltante. Nelle andature con venti portanti, posizionando un tavolo nel punto in cui è fissata la deriva, questa potrà essere completamente retratta dentro di esso. In tal caso non vi sarebbe alcuna sporgenza della deriva.
2 – Una zavorra ad acqua, in apposite tasche od altri tipi di contenitori, lungo le due murate dell’imbarcazione, consentirebbe di navigare con la zavorra sopravvento, dosata con un programma da opportune elettropompe, nella sola quantità necessaria per contrastare la forza del vento in quel momento e non con l’intera zavorra. A conclusione, nelle andature con venti portanti l’imbarcazione potrebbe navigare: con la deriva completamente retratta e senza zavorra. Ciò premesso, non si può non condividere che questa condizione, a tutt’oggi, non è presente in alcuna imbarcazione e, pertanto, rappresenta “IL MASSIMO VANTAGGIO IN FATTO DI PRESTAZIONI, PER UNA IMBARCAZIONE MONOSCAFO, NON OTTENIBILE CON ALCUN ALTRO SISTEMA”.
“A brevissimo”, conclude Misurale, “depositerò altro brevetto riguardante un nuovo sistema velico che sconvolgerà gli attuali sistemi velici“.
Se vi hanno incuriosito i progetti di Benito Misurale, potete contattarlo a questa mail: misurale@live.it
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