BEST OF 2015 – "Vivere in barca? Conviene davvero"
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Con il termine downshifting, in italiano “semplicità volontaria”, si intende la scelta, da parte di un professionista, di mettere in pratica una consapevole riduzione delle ore lavorative (e, di conseguenza, del guadagno) per godere di maggior tempo libero. Nella sua accezione più estrema, assume il significato di “mollo tutto e me ne vado”. Così hanno fatto Stefano e Antonella Sola, coniugi bolognesi di 52 e 53 anni: hanno venduto casa e automobile, si sono comprati un Bavaria Vision 42, barca ideale per chi ama la crociera comoda, e sono salpati da Marina di Ravenna nel luglio scorso senza una meta precisa.
“UN’IDEA CHE CI FRULLAVA IN TESTA DA TEMPO”
“Il nostro gesto non ha avuto conseguenze traumatiche”, racconta Antonella, “perché eravamo già sereni quando abbiamo fatto la nostra scelta. Non si tratta di una sfida. Non stavamo fuggendo da nulla, abbiamo messo in pratica un’idea che ci frullava in testa da tempo e che finalmente avevamo la possibilità di realizzare. Se salpi con la paura di rimpiangere ciò che stai lasciando, allora tanto vale non salpare e starsene in città”.
SI VA AVANTI CON MILLE EURO AL MESE (PER ORA)
Rappresentante “autolicenziato” lui, maestra elementare in aspettativa lei, la coppia ha due figlie: Daniela, 18 anni, fa ancora il liceo, mentre Silvia, 23 anni, si definisce una “viaggiatrice”, vive in Olanda e ha all’attivo la pubblicazione di un libro. La domanda sorge spontanea: quanto a lungo potranno navigare prima che finiscano i fondi? “In realtà è un problema che non ci siamo ancora posti: abbiamo venduto la macchina, la casa, un villino monofamiliare a Calderino (Bologna) e la nostra vecchia imbarcazione (un Bavaria 38), ricavando una cifra che ci ha consentito di acquistare un cruiser affidabile e di mettere da parte un po’ di soldi. Tenete presente che, scegliendo la barca come vostra casa, azzerate le spese fisse, automobile, riscaldamento, elettricità”. In effetti, il costo della vita cala drasticamente: bisogna solo calcolare il costo dell’ormeggio, che equivale a un affitto. “Sia chiaro, non viviamo come vagabondi: abbiamo calcolato di poter andare avanti per un po’ con un budget di circa 1.000 euro al mese”. E poi? “Troveremo dei lavoretti”. Un’idea, ad esempio, potrebbe essere quella di far rendere la propria barca (approfittando della normativa sul noleggio occasionale).
UN LENTO E CAUTO NAVIGARE
I due, da luglio a settembre, hanno viaggiato per 880 miglia, navigando per le coste italiane e della Croazia. Un lento, cauto navigare. Non a caso la loro barca si chiama Cautha (come la dea etrusca propiziatrice delle partenze). Arrivati in Sicilia, Stefano e Antonella si sono fermati a Trapani (per consentire a Daniela, che fa la quinta liceo, di riprendere l’anno scolastico), rimanendo a vivere in barca in attesa di mollare nuovamente gli ormeggi verso destinazioni da definirsi (Spagna, Turchia, Tunisia?). Né Antonella né Stefano hanno mai messo in dubbio il loro estremo downshifting: “La qualità della nostra vita è migliorata: ci siamo allontanati dalle ‘tentazioni’ terrene, abbiamo ritrovato una serenità maggiore nel nostro rapporto, siamo più rilassati e ben disposti a fare nuove amicizie in giro per il Mediterraneo. Non è mica difficile mollare tutto. Basta volerlo!”
Tratto dal GdV di Aprile 2015
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