BEST OF 2015 – "L’antartide di Lara Novak"
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Probabilmente, se il vostro sogno è quello di fare una crociera in Antartide, contattereste suo padre Skip Novak, che è uno dei massimi esperti al mondo di navigazione tra i ghiacci. Ma ad accompagnarci in questo viaggio di parole, disegni e fotografie sarà Lara Novak, la figlia di Skip, che a undici anni è protagonista di un’avventura nell’estremo sud del mondo, tra i ghiacci dell’Antartide. Sei settimane in barca da Ushuaia alla stazione meteo di Vernadsky, durante le quali ha scritto un diario di bordo che pubblichiamo, insieme alle sue foto e ai suoi disegni.
Questa ragazzina undicenne ha qualcosa di speciale, quando aveva solo due anni ha viaggiato con la sua famiglia per due mesi lungo la costa orientale del Sud America, dal Brasile alla Terra del Fuoco, e oggi attraverso i suoi occhi ci porta a navigare con lei dalla punta estrema dell’Argentina, attraverso il canale di Beagle per raggiungere il Passaggio di Drake e arrivare fino ai ghiacci dell’Antartide. Incontreremo foche e pinguini, iceberg che impediscono al Pelagic (la barca di 54 piedi del papà Skip) di avanzare, la famosa armatrice Maria Cristina Rapisardi a bordo del suo Royal Huisman di trenta metri Billy Budd, visiteremo Port Lockroy e la stazione meteo di Vernadsky. “Ho iniziato a scrivere un mio personale diario di bordo” – mi racconta Lara – “perché ho pensato che per molte persone quella che stavo vivendo fosse un’esperienza unica nella vita”. Lascio quindi la parola alle sue pagine.
USHUAIA: LA PARTENZA PER L’ANTARTIDE
Io, mio papà (Skip Novak) e mio fratello Luca, abbiamo appena finito un viaggio in aereo di quasi due giorni da Cape Town a Ushuaia, dove abbiamo raggiunto Dave e Bertie a bordo del Pelagic (entrambi lavorano in barca). Mia mamma (Elena Caputo) ci raggiungerà più tardi, perché doveva finire di lavorare, e fino al suo arrivo ci sarà Dave in barca ad aiutarci. Abbiamo passato i primi tre giorni dal nostro arrivo facendo cambusa e acquistando tutte le provviste necessarie e siamo stati raggiunti da Amy, Daisy, Andrew e Emma. Andrew è un regista ed Emma è sua moglie. Amy ha la mia età, mentre Daisy ha quattordici anni e sono le loro figlie. Andrew e la sua famiglia verranno in Antartide con noi, perché lui deve realizzare un documentario sui pinguini e un filmato sul tema “Bambini in Antartide” con protagonisti io, Luca, Daisy e Amy per la BBC Natural History.
Il 10 dicembre (2013) siamo passati da un ufficio per dichiarare la nostra partenza in barca a vela dall’Argentina e abbiamo iniziato a navigare lungo il Canale di Beagle verso il Cile. Le onde erano molto alte, così io e Amy abbiamo trascorso molto tempo a prua a goderci lo spettacolo. La notte in cui siamo arrivati sulla costa cilena c’era un grande ed elegante yacht ancorato nella baia in cui abbiamo deciso di fermarci. L’armatrice della barca, Maria Cristina Rapisardi, è una cara amica dei miei genitori, e ci ha invitato a bordo per cena. Siamo tutti immediatamente balzati fuori dagli oblò del Pelagic per salire a bordo del tender e dirigerci verso quella che abbiamo subito soprannominato la “barca con la porta” (un Royal Huisman in acciaio di trenta metri). Dopo cena, un membro dell’equipaggio ci ha mostrato dove era la televisione, è stato incredibile, schiacciando un pulsante la tv è spuntata da un mobile! Il mattino successivo siamo scesi a terra per cercare un albero di Natale. Abbiamo trovato un canelo, lo abbiamo tagliato e portato in barca e per farlo durare fino a Natale lo abbiamo sistemato a prua in modo che stesse al fresco.
Poi è arrivato il giorno della partenza in cui avremmo navigato lungo l’ultimo tratto del Canale di Beagle, prima di raggiungere il Passaggio di Drake: abbiamo festeggiato questa prima importante tappa del viaggio mangiando un granchio pescato da Dave. Ma purtroppo questa non si è rivelata essere una buona idea: una volta arrivati in prossimità del Passaggio le onde si sono fatte sempre più grandi e il granchio ha cominciato a riproporsi… Tutti noi bambini abbiamo vomitato dentro dei secchi verdi. Amy in modo particolare è stata malissimo, il granchio non le ha dato tregua tanto che abbiamo pensato di soprannominare il suo secchio “Chucky Bucky”. Dopo il terzo giorno di navigazione nel Passaggio di Drake abbiamo finalmente avvistato i ghiacci dell’Antartide. Il nostro primo ancoraggio è stato nella Whalers Bay sull’isola Deception.
Abbiamo preso il tender, lo abbiamo portato a terra e ci siamo messi a usarlo come bob tra la neve mentre Andrew ci filmava. Al posto della sabbia sulla spiaggia c’era la cenere, perché il centro dell’isola è costituito da una caldera vulcanica. Io e Amy abbiamo pucciato i piedi in acqua, perché vicino alla spiaggia c’erano dei punti in cui era calda. L’odore era disgustoso, come quello delle uova marce o della pattumiera. Prima di tornare in barca con il tender, ci hanno raggiunto i primi pinguini incontrati durante il viaggio! Il mattino seguente abbiamo veleggiato verso sud tra gli iceberg che avevano delle bellissime forme, e mio papà ci ha insegnato i diversi nomi che prendevano gli iceberg a seconda della loro dimensione: glowers, bergy bits e iceberg (in ordine dal più piccolo al più grande). La nostra seconda tappa in Antartide è stata l’isola di Cuverville, dove abbiamo visto “galleggiare” su un iceberg la prima foca del nostro viaggio: la foca di Weddel, incredibilmente grassa! Dopo aver dato ancora, siamo scesi a terra con il tender, e siamo stati raggiunti da un gruppo di Pinguini Gentoo. Io, mio papà e mio fratello li abbiamo osservati mentre risalivano lungo le tracce che avevano lasciato nella neve, intanto Andrew filmava Amy e Daisy.
VERNADSKY STATION: LA META PIU’ A SUD
Il nostro viaggio è poi continuato verso Port Lockroy ma siamo stati ostacolati dal ghiaccio presente sulla superficie del mare che ci impediva di avanzare. Mio papà ci ha lasciato timonare a turni, continuavamo ad andare a sbattere e così quel giorno non siamo riusciti a raggiungere Port Lockroy ma ci siamo dovuti rifugiare in una base cilena chiamata “Gonzalos Videla”. Il giorno dopo ci siamo rimessi in viaggio per raggiungere la nostra meta. Mio papà ha permesso a me e Luca di aiutarlo a timonare, ma quando eravamo ormai vicini al porto, un grosso pezzo di ghiaccio ci ha ostacolato ancora una volta il passaggio. Abbiamo provato a spingerlo, ma ci bloccava subito, dopo pochi secondi. “I migliori momenti della navigazione con Skip Novak” – ho pensato tra me me. Nell’attesa che la situazione si sbloccasse ci siamo messi a giocare a carte e il mattino dopo finalmente eravamo liberi e siamo riusciti ad entrare in porto. Helen, una delle persone che lavorano a Port Lockroy, ci ha fatto fare un tour della base che ora è diventata un museo. Ad occuparsi di Port Lockroy ci sono quattro donne: Helen, Sarah, Kristy e Jane. Port Lockroy è davvero meraviglioso, ci siamo fermati per circa due settimane e abbiamo avuto il tempo di fare tante cose, come per esempio raccogliere insieme a Sarah dei pezzi di ghiaccio per fare l’acqua. Io e Luca ci siamo dedicati anche al salvataggio dei pinguini, Luca ha messo in salvo diciassette nidi dagli attacchi dei predatori, e io quattro. Ogni giorno il nostro compito era quello di rilevare la temperatura, il vento, i dati del barometro, il comportamento dei pinguini, quante uova avevano e se alcune si erano schiuse.
Finalmente il 24 dicembre ci ha raggiunti anche la mamma a bordo di una nave chiamata “Ushuaia”, è stato bellissimo vederla arrivare il giorno prima di Natale. Il 25 abbiamo aperto i regali e poi io e Amy siamo andate a farci un giro in kayak: a un certo punto, visto che avevamo la stagna, abbiamo deciso di farci un bagno dove l’acqua era più bassa, è stato un bellissimo Natale! Due giorni dopo siamo saliti in cima al Damoy Point (una zona a 900 metri di altezza all’entrata nord di Port Lockroy) equipaggiati con slitte e tende per passare la notte. Io Amy e Daisy abbiamo fatto anche il Polar Plunge, il bagno in costume tra i ghiacci, l’acqua era freddissima e ho urlato tutto il tempo, per fortuna la mamma ci aveva preparato dell’acqua calda per riprenderci dallo shock. Poi è arrivato anche il giorno della partenza, abbiamo salutato le ragazze della base e abbiamo ripreso a navigare a vela verso sud per raggiungere Yalour Island dove vive una colonia di pinguini Adelie, dopodiché siamo arrivati alla stazione di Vernadsky, un importante sito di ricerca e studi meteorologici. Proprio qui c’è il negozio più a sud del mondo, e così abbiamo comprato alcuni regali. La gente del posto ci ha fatto fare un tour della stazione meteorologica, abbiamo potuto osservare da vicino le macchine che monitorano lo strato dell’ozono.
LA FINE DEL VIAGGIO: IL RITORNO A USHUAIA
La stazione di Vernadsky è stato il punto più a sud che abbiamo raggiunto, da qui è iniziato il nostro viaggio di ritorno. Tornati a Port Lockroy ci siamo accorti che la navigazione verso Ushuaia non sarebbe stata semplice: il meteo era pessimo: così, visto che dovevamo tornare a scuola abbiamo preso la prima nave verso il continente abbandonando il papà e Andrew a bordo del Pelagic. Il viaggio in nave è stato molto bello, anche se sentivo forte la mancanza del Pelagic. Dopo l’ultima notte ad Ushuaia abbiamo salutato Emma, Amy e Daisy e abbiamo preso il nostro volo per tornare a casa a Cape Town.
Tratto dal GdV di febbraio 2015
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