NOVITA’ IN NOME DELLA SICUREZZA
Ma sono tante le altre novità inserite nella Direttiva Europea (2013/53/UE). In nome della sicurezza viene precisato che ogni imbarcazione deve possedere un sistema di risalita a bordo dall’acqua utilizzabile da una persona senza l’aiuto di altri. Non viene precisato come e cosa, ma è logico intuire che debba avere una scaletta di risalita pronta ad essere aperta senza doverla installare. Precisazione anche per quanto riguarda la postazione di governo principale, ovvero il posto del timoniere. Chi conduce la barca dovrà avare una visuale a 360° ovvero per tutto l’orizzonte in condizioni normali di uso.
LE NUOVE CATEGORIE CE
E’ stata semplificata e resa più logica la cosiddetta classifica CE delle imbarcazioni che determina in quali condizioni può navigare. Ora tutto è molto semplice, ecco la classificazione:
Categoria CE “A”: l’imbarcazione è adatta a navigazioni con forza del vento superiore a forza 8 (scala Beaufort) e ad un’altezza dell’onda superiore a 4 metri
Categoria CE “B”: l’imbarcazione è adatta a navigazioni con forza del vento fino a forza 8 (scala Beaufort) e ad un’altezza dell’onda sino a 4 metri
Categoria CE “C”: l’imbarcazione è adatta a navigazioni con forza del vento fino a forza 6 (scala Beaufort) e ad un’altezza dell’onda sino a 2 metri
Categoria CE “D”: l’imbarcazione è adatta a navigazioni con forza del vento fino a forza 4 (scala Beaufort) e ad un’altezza dell’onda sino a 0,2 metri
Una targhetta del costruttore posta sullo scafo (o sul motore) identifica inequivocabilmente e senza fuorvianti altre definizioni, usate in precedenza, a quale categoria appartiene la barca.
A PROPOSITO DI MULTISCAFI
La normativa sui multiscafi è stata estesa a tutte le misure sino a 24 metri (precedente solo per multi più lunghi di 12 metri). In sede di progettazione il catamarano per prevenire le conseguenze del “rischio di rovesciamento” i modelli abitabili, ovvero con cabina, devono essere dotati di soluzioni per facilitare l’uscita all’esterno anche con l’imbarcazione rovesciata.
IMPORTARE UNA BARCA NON MARCATA CE
Viene definita una nuova figura, quella dell’importatore privato, cioè colui che decide di importare una barca, nuova o usata, dall’estero non dotata di marcatura CE, come accade ad esempio con molte barche prodotte negli Stati Uniti. Sta al privato produrre tutta la documentazione che deve essere allineata ai parametri della Marcatura CE. Se tutto è a posto, dopo adeguata verifica, viene rilasciato un numero di identificazione (Cin) e una targhetta del costruttore con la dicitura “Valutazione post costruzione”.
IL MANUALE DEL PROPRIETARIO PIU’ CARO
La direttiva chiarisce anche cosa deve contenere il manuale del proprietario che accompagna obbligatoriamente ogni imbarcazione. Deve contenere informazioni per un uso sicuro, chiarire bene cosa serve per la manutenzione ordinaria, come sono installati i principali impianti, chiarire come prevenire eventuali rischi connessi all’uso.
ALTRE NOVITA’ RILEVANTI
Finalmente vengono uniformati i valori di emissione degli scarichi dei motori marini a quelli statunitensi previsti dall’EPA (Environment Protection Agency), sia per motori diesel che benzina. Un capitolo rilevante della direttiva, ben 16 articoli, riguarda più che altri gli ammonimenti agli organi delegati ai controlli perchè operino, si dice letteralmente, “in modo proporzionato, evitando oneri superflui operatori e privati”.
Questa è la norma che vorremmo fosse recepita da tutti gli organi preposti alla nautica da diporto in Italia. Il messaggio europeo è chiaro.
8 commenti su “Mai più una goccia di m…in mare dal 2016”
povere occhiate, stringeranno la cinghia. Se ci fosse altrettanta attenzioni per gli sversamenti di olii e gasolio…
Quell impianto è stato installato da diversi anni a porto cesareo ma mai reso fruibile.
Soldi spesi………….
Trionfalismo inutile nel titolo. Io avrei intitolato “I burocrati di Bruxelles caricano i diportisti di nuove regole e costi”
come se la m*** non fosse naturalmente smaltita dai pesci
Mi domando se le nuove disposizioni riguardo la zattera di salvataggio (“..zattere di salvataggio sufficientemente capienti per contenere il numero di persone raccomandato dai fabbricanti per il trasporto delle quali l’imbarcazione da diporto è progettata.”) rappresentano un cambiamento rispetto alla normativa attuale che prevede di avere a bordo una zattera compatibile con le persone attualmente trasportate.
ha ragione Fabrizio, i burocrati di Bruxelles dovrebbero guardare di più allo sversamento di olio e gasolio, che alla merda di una barca da diporto, primo è biodegradabile, secondo i pesci la mangiano, terzo non inquina. Ma cosa ne sanno i burocrati, occupano quelle poltrone solo per lo stipendio super che percepiscono. Non sanno più cosa inventarsi per rompere le palle alla gente.
….ogni imbarcazione deve possedere un sistema di risalita a bordo dall’acqua utilizzabile da una persona senza l’aiuto di altri…si una scala mobile o un ascensore o magari un braccio con paranco che comandi a distanza con telecomando wireless/Bluetooth/waterproof/gprs/sap/sat/usb e il di su ma….siamo fritti…
Trovo giustissimo che ogni barca sia dotata di un serbatoio di recupero delle acque nere. Lo svuotamento può avvenire, come da attuale legislazione, in navigazione al largo. Trovo invece di difficile attuazione lo svuotamento in aree appositamente adibite all’interno dei porti.
P.S. la foto del serbatoio che avete pubblicato si riferisce alla prima installazione provvisoria che feci sulla nostra barca, successivamente è stata modificata come si vede da qui:
http://beneteauantares1080.blogfree.net/?t=4974828
(non sono contrario alla pubblicazione di mie foto, però gradirei essere avvisato la prossima volta)
ma le fogne non scaricano forse in mare?