Milano celebra con una mostra il "suo" Fogar
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Si chiama “AMBROGIO FOGAR – UN MARINAIO MILANESE” la mostra allestita a Milano dall’11 al 20 dicembre presso l’ultracentenaria sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, in zona Darsena. Grazie al supporto offerto dal giornalista Eolo Attilio Pratella, portavoce e referente della famiglia Fogar, i marinai milanesi intendono così ricordare e rendere omaggio a un loro illustre concittadino, scomparso a Milano nel 2005 all’età di 64 anni. L’inaugurazione ufficiale, alla presenza delle autorità, dell’Assessora allo Sport di Milano Chiara Bisconti, del Consigliere Comunale Alessandro Giungi e dei componenti la famiglia Fogar, si terrà sabato 12 dicembre alle ore 16.30 presso la sede ANMI in Viale Gorizia 9/B.

La vita avventurosa di Ambrogio Fogar (ve ne abbiamo parlato anche allo scorso VELAFestival durante il Fogar Day, in cui abbiamo celebrato il grande navigatore milanese) inizia nel 1972 quando, a bordo della barca a vela di 11 metri Surprise, partecipa alla OSTAR, celebre transatlantica per solitari lungo la rotta Inghilterra-Stati Uniti. Onorevole il suo piazzamento, anche considerata un’avaria al timone che non potè utilizzare per quasi tutta la traversata. Tra il 1973 e il 1974 riparte per il giro del mondo a vela, sempre in solitario, da Est verso Ovest. Storico il passaggio di Capo Horn del gennaio ’74, che avviene in senso contrario rispetto ai venti dominanti. In quella occasione Fogar espone a poppa uno striscione paraspruzzi con la scritta “Città di Milano”. Nel 1978 si verifica il tragico affondamente del suo Surprise nell’Atlantico del Sud, causato da un’orca marina. Rifugiatosi sulla zattera di salvataggio con l’amico e compagno di viaggio, il giornalista Mauro Mancini, vengono entrambi salvati da una nave greca dopo 74 giorni alla deriva. Mancini muore di polmonite un paio di giorni dopo. Negli anni Ottanta Fogar tenta di conquistare il Polo Nord a piedi, insieme al cane da slitta Armaduk. Successivamente prende parte a tre edizioni del rally Parigi-Dakar e a tre Rally dei Faraoni. Nel 1992, durante la partecipazione alla Parigi-Mosca-Pechino, in seguito al capovolgimento della sua Range Rover si frattura la spina dorsale. Da quel momento rimane quasi completamente paralizzato. Questo non gli impedisce, nel 1997, di compiere il giro d’Italia in barca a vela su una sedia a rotelle basculante. Ambrogio Fogar muore di infarto a Milano il 24 agosto 2005.

“Fare, ma anche fare conoscere”. Sembrava questo il motto che ha animato Ambrogio Fogar per gran parte della sua vita. Tra i libri realizzati “Il mio Atlantico”, “400 giorni attorno al Mondo”, “Messaggi in bottiglia”, “L’ultima leggenda” e “La zattera”. Appassionato divulgatore diede vita a fortunate trasmissioni televisive come “Campo base” e “Jonathan, dimensione avventura”, durante le quali coinvolse i telespettatori in viaggi e scoperte nei luoghi più remoti del globo.

Navigatore, esploratore, scrittore, documentarista, viaggiatore, conduttore televisivo. Ambrogio Fogar nella sua vita è stato tutto questo, al punto da essere nominato Commendatore della Repubblica Italiana e avere ricevuto sia la medaglia al valore marinaro che la Medaglia d’Oro alla memoria, conferitagli nel 2015 dal Comune di Milano. L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, accogliendo le istanze della marineria milanese, sta operando affinchè venga accolta la proposta di intitolare una strada o un sito ad Ambrogio. A tale proposito, in considerazione della sua esemplare storia umana e per la grande forza e dignità con cui seppe affrontare la condizione di grave infermità, è stata già sottoposta al Sindaco e alla Giunta l’ipotesi dell’intitolazione. L’ANMI di Milano contribuirebbe così a onorare e restituire alla memoria collettiva la figura di un milanese distintosi a livello internazionale.
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