Attraversiamo l'Atlantico con mr. Malingri – Prima Puntata
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Enrico Malingri, fratello di Vittorio e Francesco, membro della dinastia/famiglia più famosa della vela italiana, ha preparato un X 562 (Magix) per l’attraversata atlantica ed è salpato proprio in questi giorni da Gran Canaria verso Guadalupa, ai Caraibi. Grande navigatore, con decine e decine di migliaia di miglia alle spalle, Enrico ci racconterà, puntata dopo puntata, da un lato la navigazione, dall’altro come si sistema un cruiser per far sì che possa affrontare l’oceano senza problemi.
L’ANTEFATTO
(Enrico racconta mentre è 10 miglia a sud di Gran Canaria)
Sono le 24.00 di una notte senza luna, sono appena montato di guardia per il primo turno di una traversata che ci porterà prima a Mindelo , isola dell’arcipelago di capo Verde, e poi attraverso l’Atlantico a Guadalupa. Mi sto capacitando solo ora, in mezzo al mare che sto per attraversare, l’Atlantico. Le ultime settimane sono state concitate per preparare la partenza e lasciare tutto in ordine, in cantiere alla Ice Yachts, dove lavoro come direttore tecnico, salutare i miei cari e cercare di prevedere le problematiche delle prossime due settimane. Al giorno d’oggi la vera impresa, è sganciarsi dal meccanismo infernale di lavoro/email/telefono/cilenti/fornitori e rompiscatole vari di turno. A maggio, ho ricevuto una chiamata da Carlo, un vecchio amico dei tempi del liceo, armatore di un X 562, che mi dice, “Vorrei attraversare l’Atlantico a dicembre, aiutami a preparare la barca e capire come bisogna organizzarsi”. Così è cominciato tutto. Carlo mi ha subito detto: “mi piacerebbe che ci accompagnassi tu, siamo io e i miei 4 amici storici che conosci, tu l’hai già fatto, così facciamo questa avventura in tranquillità”.
LA BARCA GIUSTA
Per una traversata atlantica la prima cosa è partire da un “mezzo” idoneo allo scopo, l’ X562 entra in questa categoria a pieni voti. Ora inizia la preparazione, con le sue specifiche area di interesse. Ad una a una in questi 15 giorni di traversata le esaminiamo insieme. Niente va sottovalutato e specialmente le barche che hanno sempre navigato per navigazioni costiere spesso non hanno gli accorgimenti che servono per avere uno spi o gennaker a riva 24 ore al giorno per 2 settimane. Ad esempio alla nostra barca mancava il tangone, indispensabile per una traversata con il vento in fil di ruota. Le miglia sono tante e bisogna cercare di prevedere tutte le possibili cose che succedevano ed essere preparati.
COSA CI SPIEGHERA’ MALINGRI
(Latitudine 23°17′ 48″ ; Longitudine 19°20′ 35″)
Ieri, primo giorno di navigazione con gennaker, sono già andato in testa albero a recuperare la drizza, si era sganciato il moschettone Gibb con relativo spi e calza in acqua. Per fortuna c’era poco vento e non abbiamo avuto problemi a recuperare il tutto velocemente a bordo con una accostata al vento. La preparazione della barca ha toccato le seguenti aree: rigging, drizze e scotte, attrezzatura di coperta, vele, elettronica , sistemi di ricarica a bordo, manutenzione, motore e generatore, impianto idrico e prese a mare, impianto elettrico, comunicazioni, sicurezza a bordo, attrezzatura varia di bordo, medicine, cambusa. Mentre sono in mezzo al mare ho pensato di descrivervi cosa abbiamo fatto e come vanno le cose in diretta dal mezzo dell’atlantico Quindi in 4 o 5 puntate vi racconto cosa abbiamo fatto e come è andata sul campo. Per ora vi dico che sono da 48 ore fuori ricezione telefonica, immerso nella routine di bordo, con 6 buoni amici, lo spirito ed il morale generale sulla percezione della vita e del mondo sta aumentando a ritmo esponenziale. Abbiamo un collegamento Iridium e vi posto questi primi pensieri. Poi da Mindelo i primi argomenti e foto della prima tratta. Un saluto a tutti dal largo delle coste del’Africa!
Enrico Malingri
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