Pedote e gli altri sono forti ma… sponsor wanted!
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Giancarlo Pedote ha vinto la Jacques Vabre e ora sogna il Vendée Globe. Michele Zambelli ha chiuso la Mini Transat da gran protagonista (argenti nella seconda e più dura tappa e sesto posto overall) e ora vuole dedicarsi a progetti di più ampio respiro. Andrea Mura (fresco di assegnazione di medaglia al valore dalla Marina) vincitore di Route du Rhum, Ostar e altre grandissime transatlantiche non è riuscito a coronare il sogno chiamato IMOCA 60; Alessandro Di Benedetto, un Vendée Globe alle spalle e, soprattutto, il record del giro del mondo a bordo della barca più piccola (un Mini 6.50), è alla ricerca di fondi per prendere parte al suo secondo Vendée.
LA “MANODOPERA” C’E’…
Non possiamo certo dire che manchi la “forza lavoro”, quando si parla di course au large italiana. E i nostri atleti hanno ampiamente dimostrato di saper tenere testa ai francesi in oceano. Ora è tempo di trovare aziende che credano negli azzurri: a loro rivolgiamo un appello. Sul piatto c’è l’enorme ritorno mediatico offerto dal Vendée Globe: due milioni di persone a Les Sables d’Olonne per la partenza e l’arrivo della regata, 30 milioni di video visti su Dailymotion e Youtube e molto altro (nel 2012 l’evento è stato più seguito del Tour de France e del Roland Garros). Mandiamo i nostri velisti intorno al mondo! C’è tempo fino a luglio del 2016 per le pre-iscrizioni, non è un’impresa impossibile.
PIU’ PASSA IL TEMPO, PIU’ SERVONO SOLDI: PAROLA DI PEDOTE
“Ma più passa il tempo, più l’investimento per partecipare dovrà essere importante, per recuperare il ritardo sugli altri team”, avverte il saggio Pedote. E aggiunge, appena sbarcato a Itajaì dopo la vittoria della Vabre: “In Italia non riusciamo ancora a vendere bene la vela oceanica. Ti faccio un esempio: domani in Francia L’Equipe (il più importante quotidiano transalpino) dedicherà ampio spazio alla Jacques Vabre, da noi i maggiori quotidiani nazionali, probabilmente, non daranno lo stesso peso alla regata, anche se ha vinto un italiano. Proprio adesso che invece sarebbe il momento di cavalcare la stagione che la vela d’altura italiana sta vivendo”. Come dare torto a Giancarlo? Ha vissuto sulla propria pelle le mille difficoltà, soprattutto economiche, da affrontare quando si insegue un sogno.
IL VELISTA CHE SI E’ FATTO DA SOLO
Il 39enne fiorentino incarna alla perfezione il modello di “marinaio che si è fatto da solo”: nasce da una famiglia di classe media aliena al mondo della vela. I primi passi li muove in windsurf negli anni ’80: non ha i soldi per regatare, si diverte al largo di Follonica. L’occasione di una lunga navigazione gli si presenta nel 1998 (è già istruttore di windsurf, lavoro che svolge per pagarsi gli studi alla facoltà di Filosofia, in cui si laurea nel 2001), quando accompagna suo cugino Piero, che lavora per una società di charter, in un trasferimento di un cabinato dalla Grecia all’Italia. Giancarlo capisce che quella è la sua strada. Si innamora della vela d’altura, partecipa a tanti campionati invernali a bordo di barche di amici e conoscenti: ma non gli basta. è un agonista: in gioventù ha praticato pugilato e kickboxing, è uno che di “facciate” ne ha prese tante. Partecipa a quattro Giri d’Italia a Vela, a una Transat des Alizees (Portogallo-Saint Barth nel 2001), prepara un Open 50 per la Jacques Vabre del 2001. Ormai è un esperto. Per farsi conoscere scrive due libri di vela, lavora come tailer e prodiere su monotipi, Maxi e IRC.
OVUNQUE VADA, METTE IN DIFFICOLTA’ I FRANCESI
Nel 2007 Giancarlo trova in Prysmian uno sponsor affidabile. Acquista il primo Mini 626, con cui prende parte alla Mini 2009 concludendo con un soprendente quarto posto. Ma è ancora troppo poco. Si trasferisce in Francia e si butta momentaneamente sui Figaro, poi nel 2012 annuncia di aver comprato il famoso Mini dalla prua tonda di David Raison. Chiude sulla piazza d’onore la Transat 2013 (la vittoria sfuma per un soffio a causa della rottura del bompresso a 300 miglia dall’arrivo). Dati alla mano è il più forte minista italiano della storia. Nel 2013 vince tutte le altre regate Mini, i transalpini lo eleggono Campione dell’Anno Offshore. Abbandona il mondo dei 6.50, dopo una breve parentesi sul Class 40 messogli a disposizione di Lanfranco Cirillo, con cui partecipa alla Route du Rhum 2014, si dedica ai multiscafi, passando al Multi 50 con Erwan le Roux. Anche qui domina tutte le regate di selezione e la vittoria alla Transat Jacques Vabre è solo la ciliegina sulla torta di una stagione pazzesca. Dovunque vada, state certi che Giancarlo darà il massimo perché è della scuola “o le cose si fanno bene o non si fanno”. Ora sogna il Vendée Globe: ritorniamo all’appello lanciato prima. I francesi lo rispettano e (probabilmente) lo temono. Vogliamo proprio lasciarlo a terra?
Eugenio Ruocco
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1 commento su “Pedote e gli altri sono forti ma… sponsor wanted!”
Agli sponsor bisognerebbe far arrivare forte e chiaro che la sponsorizzazione può fare passare messaggi nuovi che non siano quello del brand o del lusso o del ritorno economico tout-court. Messaggi come confronto uomo/natura, confronto di caratteri, progettualità e crescita che nascono da coraggio e passione al di là della vittoria in sè.