Quel gran genio di Giulio Cesare Carcano
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Curiosando sul web senza una logica precisa, mi sono innamorata di una barca. Un colpo di fulmine. Vanilla. Un progetto rivoluzionario per essere stato concepito nel 1971. Ho iniziato a fare delle ricerche più mirate e sono arrivata al suo progettista, Giulio Cesare Carcano di cui non sapevo quasi nulla, se non il nome. Grazie all’aiuto di Edoardo Napodano (yacht manager e titolare del sito www.edoardonapodano.it dove sono “esposte” in vendita molte delle imbarcazioni progettate da Carcano) sono riuscita a ricostruire la sua carriera, sicuramente troppo poco nota e valorizzata.
UN UOMO CONTROCORRENTE
Una vita divisa tra le motociclette Guzzi e le barche a vela: un genio che si è espresso in entrambi i campi con dei progetti rivoluzionari. Non si può non citare, parlando di motori, la straordinaria 8 cilindri e il mitico motore bicilindrico a V di 90°, dalla cui V , pare, abbiano preso il nome tutte le sue barche. Anche come progettista nautico è stato illuminato da una genialità unica a partire dal suo primo disegno del 1960, il Volpina, un 5.5 S.I. Tutte le sue barche di questa classe si chiameranno così: dal 1960 al 1969 ne progetta otto: tra cui i suoi cinque Volpina e Manuela di Beppe Croce. Sono tutte barche innovative: fu un vero antesignano, disegnando barche a dislocamento leggero e con forte raddrizzamento di forma, che hanno anticipato di almeno cinque anni la tendenza mondiale.
IL GRANDE AMORE PER LE CLASSI IOR
Dopo i 5.5 Carcano si interessò alle classi IOR, spaziando dalla I alla V classe. Progettava per amici barche che dovevano piacere al lui: “Come progettista – ricordava Carcano – la formula IOR mi affascinava perché permetteva soluzioni varie e originali”. I nomi di alcune delle sue barche IOR? Villanella, vincitrice nel 1976 a Sanremo della Two Ton Cup, Vanilla, uno scafo precursore che sembra anticipare i progetti plananti di Bruce Farr, Vanessa, Viola, Veronica, Vinca, Viluehla. Carcano inoltre partecipò con Beppe Croce ai primi contatti per una sfida italiana alla Coppa America incontrando il Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Ma allora, nel 1962, i tempi non erano maturi.
Veronica Bottasini
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2 commenti su “Quel gran genio di Giulio Cesare Carcano”
Giulio Cesare Carcano? Ma come si fa a non conoscerlo; meriterebbe un mezzo busto nella Hall of Fame dei più grandi progettisti italiani di tutti i tempi, assieme a Leonardo da Vinci, Enrico Fermi, Guglielmo Marconi, Pier Luigi Nervi, e tanti altri….
Lui era la Moto Guzzi, quella che nell’anteguerra vinceva contro NSU e BMW con motori e telai rivoluzionari. Motori che molti anni dopo si è cercato addirittura di riesumare per tentare di arginare (e senza successo) i Giapponesi.
Carcano era un Ingegnere vero, non un “Mago”, ne un “Guru”. Il suo approccio di progettazione è stato semplicemente tecnico/scientifico, razionale e cartesino e …. amava la vela come solo un tecnico può fare. Negli anni 60, dieci anni prima dei Neozelandesi, ha progettato (spesso per se) barche estremamente veloci, sempre troppo avanti e penalizzate dalle ottusità dello IOR. Basso dislocamento, linee plananti, alta stabilità di forma.
Barche che non nascevano dalla “matita” (come dicono spesso i giornalisti incolti) ma dalla testa e dai numeri perché progettazione vuol dire prima di tutto calcolo e poi disegno e documentazione costruttiva.
Mi piace ricordarlo con enfasi perché è stato uno dei miei eroi giovanili, un riferimento a cui guardavo con spirito di emulazione.
Anche questo, se volete, è sport e formazione.
Oggi tutti sanno chi è Bruce Farr, ma chi si rioorda più di Giulio Cesare Carcano?
Mi piacerebbe che Veronica Bottasini, in una rubrica dedicata ai Progettisti che hanno segnato la storia dello Yacthing, divulgasse questa figura in uno dei prossimi numeri del GDV.
Giulio Cesare Carcano se lo merita.
Ho conosciuto e gareggiato con l’ing. Carcano sul Vihuela. Era un genio è un vero e proprio galantuomo sempre in compagnia della moglie.
Genialità e stile fuse in una sola persona. Davvero un bel ricordo