Sensini e Mankin nel gotha della vela mondiale
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Ci sono… 1,5 italiani nella Hall of Fame dell’ISAF: nella ristrettissima cerchia (13 nomi soltanto!) di velisti consacrati dalla Federvela Internazionale sono entrati Alessandra Sensini e Valentin Mankin, ucraino di nascita ma naturalizzato italiano.
IL CLUB DEI 13
La Hall of Fame è stata creata nel 2007 in occasione del centenario dell’ISAF e all’inizio era composta da sei grandissimi nomi: Olin Stephens, Ellen Macarthur, Paul Elvström, Barbara Kendall (peraltro storica avversaria della Sensini), Eric Tabarly e Robin Knox-Johnston. A loro sono stati aggiunti, in occasione della conferenza annuale della Federazione a Sanya, in Cina, altri sette big: oltre alla Sensini e Mankin, sono entrati Dennis Conner, Harold Vanderbilt, Peter Blake, Buddy Melges e Torben Grael.
LA TIGRE DI GROSSETO
Alessandra Sensini non ha praticamente bisogno di presentazioni: nata a Grosseto nel 1970, incarna la tavola a vela italiana. Quattro medaglie olimpiche (bronzo nel ’96 ad Atlanta, oro a Sydney nel 2000, bronzo ad Atene nel 2004 in classe Mistral, argento a Qingdao in classe RS:X; nel 1992 partecipò a Barcellona ma giunse “solo” settima), quattro titoli mondiali e cinque europei, è l’atleta più medagliata d’Italia. Appesa la tavola al chiodo, è attualmente impegnata nel ruolo di Direttore Tecnico dell’Attività giovanile della FIV e di vice DT della Squadra Olimpica, oltre che di membro della Giunta del CONI. E si sta facendo notare anche qui, visto il momento aureo che sta vivendo la vela giovanile e olimpica italiana.
IL VELISTA VENUTO DAL FREDDO
Valentin Mankin è nato in Ucraina, a Kiev, nel 1938: è l’unico velista al mondo ad aver vinto tre medaglie d’oro in tre classi olimpiche diverse (Finn, Tempest, Star) oltre ad un argento olimpico (Tempest); Mankin entrò per la prima volta nella squadra nazionale sovietica nel 1959 e ottenne il suo primo trionfo alle Olimpiadi estive del 1968 a Città del Messico. Alle Olimpiadi 1972 a Monaco di Baviera, Mankin vinse in duo con Vitaly Dyrdyra sui Tempest, nel 1976 a Montreal l’argento insieme a Vladyslav Akimenko. Nell’80 a Mosca, alla “veneranda” età di 41 anni, con il suo prodiere Aleksandr Muzychenko, conquistò la medaglia. Ha lavorato in Unione Sovietica fino al 1990 (dove era stato nominato “Direttore di tutti gli sport acquatici”), anno in cui è passato alla Federvela italiana: prima come direttore tecnico poi come tecnico della Nazionale. Mankin ha seguito la preparazione di gran parte dei migliori velisti azzurri negli ultimi 20 anni e ha formato tantissimi istruttori federali. Punto di riferimento per intere generazioni di velisti italiani, Valentin era un vero e proprio mito, una persona speciale, un atleta e un tecnico come non ce sono in circolazione. Se ne è andato l’anno scorso a 75 anni.
GLI ALTRI NUOVI INGRESSI NELLA HALL OF FAME
DENNIS CONNER. Il mito di Dennis Conner (San Diego, 1942) nasce nel 1977 a Kiel, in Germania, quando ottiene il suo secondo titolo mondiale Star con lo storico record di cinque prove vinte consecutivamente, su sei totali, in una flotta di 87 barche. Nel 1974 conquista la sua prima Coppa America come timoniere di partenza (a bordo di Corageous) e nel ’76 arriva il bronzo olimpico con il Tempest. Dal 1980 lega la sua carriera, in modo indissolubile, all’America’s Cup: da skipper, la vince nell’80 con Freedom, la perde nell’83 su Liberty e va a riprendersela in Australia, con Stars&Stripes, quattro anni dopo. Nel 1988 difende la Coppa contro i neozelandesi a bordo del catamarano Stars&Stripes: poi organizza altre 4 campagne meno fortunate. “Big Bad” Dennis, bestia nera dei giornalisti, è conosciuto anche come “Mr. America’s Cup”. Vanta pure due partecipazioni al giro del mondo (con i VOR 60 Winston e Toshiba) e due ori mondiali Etchells (‘91 e ’94).
PETER BLAKE. Sir Blake, insignito del titolo di Cavaliere dell’Impero Britannico nel 1995, rappresenta il perfetto connubio tra regatante e marinaio. Nato ad Auckland nel 1948, il suo nome è circondato da un alone di leggenda, e la stessa sua morte (assalito e ucciso dai pirati a Macapà, nel nord dell’Amazzonia, nel 2001) rivela il desiderio continuo di mettersi in gioco e di lanciarsi in nuove avventure. Ha partecipato alla prima Whitbread nel 1973, nell’edizione del 1989-’90 ne vinse tutte le tappe, nel ’94 si aggiudicò il Trofeo Jules Verne stabilendo il record di circumnavigazione del globo a bordo del catamarano Enza, in 74 giorni, 22 ore e 17 minuti. Si distinse anche nell’ambito dell’America’s Cup, dove il suo nome troneggia nella Hall of Fame dal ’95: in quell’anno vinse la Coppa a capo dei kiwi (quando rifilò un secco 5-0 a Dennis Conner su Young America), che lo definì “lucky red socks”: da allora i calzini rossi diventarono il simbolo dei neozelandesi di Blake che difesero la Coppa nel 2000 dall’assalto di Luna Rossa. Dopo il successo ottenuto come defender, Blake si allontanò dal mondo delle regate: già dal 1997 era entrato a far parte della società di Jacques Cousteau, dedicandosi alla sua vera passione, l’esplorazione e la preservazione dell’ambiente. Mise in piedi una sua attività, la Blakexpeditions, e con il supporto dell’ONU continuò a girare il mondo a bordo del suo Seamaster, girando documentari. Morì da avventuriero, ucciso da alcuni balordi rapinatori in Amazzonia, durante una missione di monitoraggio del riscaldamento globale.
TORBEN GRAEL. Torben Grael è nato a Sao Paulo (in Brasile) il 22 luglio 1960. è entrato nelle grazie degli italiani dopo aver conquistato la Louis Vuitton Cup 2000 a bordo di Luna Rossa come tattico. Ma è sulla Star che ha lasciato un segno indelebile: ha vinto due ori alle Olimpiadi di Atlanta e Atene e due bronzi (Seoul e Sydney). L’unico argento olimpico risale al 1984, in classe Soling. Ha vinto un solo Mondiale Star, a Cleveland nel 1990, con lo storico prodiere Marcelo Ferreira, poi 5 secondi posti. Ha dominato la Volvo Ocean Race 2008-2009 come skipper di Ericsson 4.
HAROLD VANDERBILT. Nato nel 1884 e morto nel 1970, fu una figura “romantica” della storia della vela. Pilota d’aerei, scrittore, fu un eccellente velista. Si portò a casa tre volte la Coppa America ai tempi dei J-Class, nel 1930, ’34 e ’37.
BUDDY MELGES. Buddy Melges è il figlio di Harry, il fondatore dello storico cantiere americano. E’ un velista di pedigree, poliedrico: è stato capace di vincere l’oro sui Soling nel 1972 (dopo il bronzo del 1964 sui Flying Dutchmann) e poi andare a trionfare anche nella vela sui laghi ghiacciati.
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