C'è un italiano in testa alla transatlantica più dura di sempre
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Dimentichiamoci dei due maxi trimarani Macif e Sodebo, già arrivati in Brasile, dei veri e propri extraterrestri rispetto alle altre barche. Il più veloce della Transat Jacques Vabre (5.400 miglia in doppio da Le Havre, in Normandia, a Itajaì, in Brasile) per adesso è proprio lui, il nostro Giancarlo Pedote: a bordo del Multi 50 FenêtréA-Prysmian, assieme a Erwan Le Roux, il fiorentino si trova a poco più di 600 miglia dall’arrivo, con oltre 330 di vantaggio sul secondo Multi 50, Ciela Village di Thierry Bouchard e Oliver Krauss.
IN TESTA ALLA FLOTTA
Ma ciò che più conta è che Pedote e Le Roux hanno superato anche i più lunghi IMOCA 60, ritrovandosi quindi in testa alla flotta assoluta: un grande risultato, ottenuto in rimonta, dopo un inizio conservativo atto a preservare la barca nella tempesta. L’ETA (Estimated Time of Arrival) di FenêtréA-Prysmian a Itajaì è fissato tra martedì e mercoledì. Il record attuale per i Multi 50, che potrebbe essere facilmente battuto, è di 14 giorni 17 ore 40 minuti e 15 secondi nel 2013, a 15,30 nodi di media.
BIGLIETTO DA VISITA PER IL VENDEE GLOBE?
Si tratterebbe dell’ennesimo, grande risultato ottenuto da Giancarlo: il 39enne, reduce dal secondo posto alla Mini Transat 2013 (quarto nel 2011), ha deciso di mettersi in discussione sui multiscafi, con ottimi risultati: assieme a Le Roux nel 2015 ha vinto tutte e cinque le regate a cui ha partecipato. E nella sua testa c’è l’IMOCA 60: “Ormai lo sa anche il mio vicino di casa che quella è la mia passione”, ci aveva confessato in un’intervista. Con un curriculum di questo calibro, Pedote potrebbe bussare alla porta della sfida più dura di tutte, il Vendée Globe (giro del mondo in solitario).
PEDOTE E DI BENEDETTO, NON SAREBBE UTOPIA
Per adesso l’unico italiano preiscritto alla regata è Alessandro Di Benedetto (in cerca di fondi, anche da parte di brand italiani, per partecipare), che ha già preso parte all’ultima edizione a bordo di Team Plastique. Di lui ha detto Giovanni Soldini, riferendosi al Giro del Mondo in solitario compiuto, tra il 2009 e il 2010, a bordo di un 6 metri e mezzo (mai nessuno è riuscito a farlo con una barca così piccola): “Forse l’Italia non si è resa conto di avere un grande navigatore ed un grande uomo di avventura che è riuscito in un’impresa che resterà nella storia della navigazione per sempre”. Il termine ultimo per le pre-registrazioni è fissato a luglio del 2016 (all’1 settembre quello per le iscrizioni vere e proprie), c’è ancora tempo, sia per Di Benedetto che per Pedote, per trovare barca e sponsor.
NON E’ FACILE MA…
Sicuramente quanto capitato ad Andrea Mura, costretto ad abbandonare il progetto Vendée per mancanza di fondi dopo aver costruito la barca, dà l’idea di quanto sia difficile in Italia mettere su una campagna per il giro del mondo: ma Pedote, che ricordiamo essere stato eletto Champion de France Promotion Course au Large en Solitaire (Campione di Francia Promozione Regate Offshore in Solitario) nel 2013, sta molto simpatico ai francesi, e chissà che non possa attirare qualche marchio importante d’oltralpe, che possa magari far da “traino” per sponsorizzazioni nostrane. E non dimentichiamoci dell’enorme ritorno mediatico offerto dal Vendée: due milioni di persone a Les Sables d’Olonne per la partenza e l’arrivo della regata, 30 milioni di video visti su Dailymotion e Youtube e molto altro (nel 2012 l’evento è stato più seguito del Tour de France e del Roland Garros).
ULTIME, GABART VINCE MA NON CONVINCE
E adesso, invece, torniamo a parlare della regata, della classe Ultime e di Macif: il nuovissimo 100 piedi di François Gabart e Pascal Bidégorry ha vinto ma non convinto. Ha infatti impiegato 12 giorni, 17 ore, 29 minuti e 27 secondi a completare le 5.400 miglia del Jacques Vabre (7 ore e 18 minuti davanti a Sodebo di Thomas Coville e Jean-Luc Nélias): resiste quindi il record di 11 giorni, 5 ore, 3 minuti e 54 secondi stabilito nel 2013 sul MOD70 Edmond de Rothschild da Sébastien Josse e Charles Caudrelier.
Eugenio Ruocco
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1 commento su “C'è un italiano in testa alla transatlantica più dura di sempre”
Ma come si può paragonare un multi con un monoscafo solo per la lft? Nulla da togliere a Pedote che è un buon navigatore ma denota una vera incompetenza affermare che un multi è bravo perché avanti ad un monoscafo per quanto molto competitivo come un imoca in una traversata che si gioca in andature prevalentemente portanti. Poi questa è stata una regata particolare ma comunque sempre con prevalenza di portanti.
Scusate ma alcune cose sono inaccettabili e fuorvianti.