FLASHNEWS – Transat Vabre crudele. Il maxi trimarano scuffia e ritiri a catena
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Aggiornamento flash del 27 ottobre, mattina. La Transat Jaques Vabre (dalla Francia al Brasile) fa vittime a catena…e siamo solo al secondo giorno di regata. Il maxi trimarano di 80 piedi (25 metri) Prince of Bretagne scuffia clamorosamente a 140 miglia da La Coruna (Spagna) con 20/25 nodi di vento. Salvo l’equipaggio di Lionel Lemonchois e Roland Jourdain. Quasi contemporaneamente nella notte si sono ritirati per avarie varie gli IMOCA 60 Edmond de Rotschild, Safran e il Class 40 Concise 8.
Aggiornamento dalla Transat Jacques Vabre dopo la partenza di ieri: davanti a Le Havre ha regnato la bonaccia. Questo ha impedito, inizialmente, ai nuovi IMOCA 60 dotati di foils di trarre vantaggio dalla nuova configurazione “volante”. Diamo uno sguardo alle classifiche provvisorie dopo il primo giorno di regata.
CLASS 40 – In testa c’è (a una velocità di 12 nodi, in con isola di Ouessant) Bretagne Crédit Mutuel Elite di Nicolas Troussel e Corentin Horeau, tallonato dal nuovo V&B di Sam Manuard e Maxime Sorel. Al terzo posto Le Conservateur di Yannick Bestaven e Pierre Brasseur.
IMOCA 60 – Al comando, con l’aumentare del vento, è passato Hugo Boss, il nuovo IMOCA di Alex Thomson e Guillermo Altadill: i due si sono lanciati in oceano aperto, e sono al traverso ideale di Ile de Sein. Seguono, a 17 miglia di distanza, MACSF di Bertrand de Broc e Marc Guillemot e Bastide – Oio di Kito de Pavant e Yann Régniau.
ULTIME – Attualmente c’è Sodebo di Thomas Coville e Jean-Luc Nélias in testa, seguito dal grande favorito Macif di Francois Gabart e Pascal Bidegorry e da Prince de Bretagne di Lionel Lemonchois e Roland Jourdain.
MULTI 50 – Dopo una ottima partenza, FenêtréA-Prysmian di Erwan Le Roux e il nostro Giancarlo Pedote è scivolato in quarta e ultima posizione. Al comando Ciela Village di Thierry Bouchard e Oliver Krauss, seguito da La French Tech Rennes Saint Malò di Gilles Lamire e Yvan Bourgnon e da Arkema di Lalou Roucayrol e César Dohy. Ma sono tutti molto ravvicinati e le speranza di Pedote e Le Roux, favoriti, rimangono alte. A proposito, ecco cosa ci ha raccontato Giancarlo in un’intervista che abbiamo pubblicato sul numero di Settembre del Giornale della Vela.
LA NOSTRA INTERVISTA A GIANCARLO PEDOTE
“Voglio volare. Da solo” dice Giancarlo Pedote mentre timona a 15 nodi, con soli 7 nodi di vento reale, il trimarano “Multi 50” FenêtréA-Prysmian con cui, in coppia con Erwan Le Roux, partirà per la Transat Jacques Vabre a fine ottobre. Il solitario italiano più vincente della storia. L’unico dopo il ciclista Bartali, come ha scritto nella celebre omonima canzone Paolo Conte, che ha fatto incazzare i francesi. Da sei anni Giancarlo Pedote si è trasferito nella tana dei grandi solitari francesi, a Lorient, in Bretagna con moglie e figli nati lì. Gli sciovinisti francesi si sono dovuti inchinare a questo 40enne fiorentino che faceva l’istruttore di windsurf e solo per caso è diventato prima velista e poi solitario. Francesi che lo hanno eletto per due anni consecutivi Champion de France Promotion Course au Large en Solitaire. Ovvero, il miglior navigatore solitario del mondo.
Eppure non riesci a toglierti dalla testa la mancata vittoria alla Mini Transat del 2013.
Sì, me la sogno ancora quella “sfiga”. Senza lo stop forzato della prima tappa e la rottura del bompresso a poche miglia dall’arrivo nella seconda tappa avrei vinto alla grande.
Vieni considerato un “freddo” razionale eppure mi dicevi che i tuoi idoli sportivi sono Ayrton Senna e Diego Maradona, due sportivi famosi per il loro estro e fantasia.
E’ vero, il mio approccio allo sport è logico, ma amo il colpo di genio. Sono laureato in filosofia e il mio metodo è di partire sempre con una visione allargata che abbracci ogni possibilità per poi stringere semplificando al massimo, verso un obiettivo.
E qual è oggi il tuo obiettivo?
Voglio imparare a volare con una barca a vela. Sono certo che il futuro entro i prossimi due anni per la vela professionale sarà questo. E voglio essere pronto a saper condurre le barche con i foil, multi o monoscafo che sia. Ho messo in vendita il mio mini Prysmian ITA 747 (a 110.000 euro, ndr) e con il ricavato mi compro un Classe A con i foil o qualcosa del genere e mi alleno tutto l’inverno.
Intanto ti alleni con il Multi 50?
Navigando con questa barca imparo a ad accelerare il pensiero. Con un oggetto che stabilmente va a 25 nodi i tempi di decisione devono essere rapidissimi. Un piccolo errore e sei fottuto. Ad esempio, guarda (è al timone e sbaglia apposta a timonare) se non sto attento la barca si impianta e da 15 nodi praticamente si ferma (e in effetti la barca che naviga su di un solo scafo si immerge con tutti e tre gli scafi e praticamente si immobilizza).
Pensi di fare il grande salto dal mini all’Imoca 60 per prendere parte alla regata più massacrante e prestigiosa per un solitario, il prossimo Vendée Globe?
Sì, per forza. L’obiettivo di un solitario è il Vendée Globe (Il giro del mondo in solitario senza scalo, ndr). E nell’edizione che parte a novembre 2016 vorrei esserci anch’io. Magari con un Imoca 60 che vola, con i foil.
Sarà tutto un problema di budget e di sponsor.
Sì, ma è anche tutta una questione di costanza e anche di fortuna. Ti racconto come è nata per caso la sponsorizzazione di Prysmian (leader mondiale nel settore dei cavi elettrici, cavi e sistemi energia e le telecomunicazioni, ndr). Facevo l’istruttore di vela e capisco che la mia vita è quella di velista e navigatore solitario. Mi accorgo che non c’è un manuale di vela come si deve. Detto e fatto: lo scrivo e lo pubblico. Mi presento da un mio allievo e al bar gli regalo la prima copia. L’allievo era l’amministratore delegato della Prysmian, a cui avevo fatto parte dei miei sogni. Così sono diventato professionista della vela oceanica e Prysmian è diventato il mio sponsor.
Il luogo dove ami di più navigare?
Il Golfo di Guascogna, quella parte dell’oceano Atlantico che bagna Francia dell’ovest e la Spagna del nord. Una vera palestra per la vela. Correnti, maree, raffiche di vento che passano da 10 a 30 nodi.
E in vacanza, se ci vai?
L’arcipelago Toscano, dove ho imparato ad andare a vela, quando istruttore di windsurf un giorno ho dovuto sostituire quello di vela, senza essere mai andato in barca, in una lezione su un Flying Junior. Mi diverto come un matto e gli allievi anche. E pensavo che le derive fossero la tinozza dei surfisti falliti!
Perché ti piace navigare da solo?
Navigare solo mi piace, mi permette di vivere una dimensione adatta alla mia personalità. Lo spirito del surfista selvaggio ha lasciato spazio ad uno spirito meditativo e introspettivo. Lentamente i due aspetti si sono fusi insieme in una nuova forma. Così sto bene.
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