Transat Jacques Vabre al via, la nostra analisi
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Da oggi entra nel vivo la dodicesima edizione della Transat Jacques Vabre (5.400 miglia in doppio da Le Havre, in Normandia, a Itajaì, in Brasile), come da tradizione un parterre de rois della vela oceanica. Grandi navigatori a bordo di grandi barche. Si parte domani, 25 ottobre: soprattutto in alcune categorie, è una sfida tra titani.
SAM MANUARD, PROGETTISTA… E CHE TESTER!
Il raggruppamento dei Class 40, con quattordici barche al via, è quello che sfugge maggiormente ai pronostici. Ci sono tante giovani promesse, ma gli occhi sono puntati sul nuovo gioiello V&B, progettato dal guru Sam Manuard e costruito dai cantieri JPS di la Trinité sur Mer. L’architetto ci tiene a testare le barche in prima persona e infatti si presenta sulla linea di partenza proprio a bordo di V&B in coppia con Maxime Sorel. Ma bisogna fare attenzione anche a equipaggi del calibro di Bertrand Delesne e Nils Palmieri, su Teamwork 40 o del duo rosa di Concise 2 composto dalla sudafricana Philippa Hutton-Squire (85 mila miglia alle spalle e un giro del mondo) con Pip Hare (la sola inglese ad aver preso parte a due Mini Transat, nel 2011 e 2013). Tutti vogliono vincere e abbassare il record di percorrenza della regata di GDF SUEZ della coppia Rogues/Delahaye: (20 giorni, 21 ore 41 minuti e 25 secondi a 11,12 nodi di velocità media nel 2013).
FORZA PEDOTE
I trimarani Multi 50 sono solo in quattro: forse è proprio per questo che la battaglia è più dura. Noi ovviamente facciamo il tifo per Giancarlo Pedote, a bordo di FenêtréA Prysmian in coppia con Erwan Le Roux. Il 39enne velista fiorentino, reduce dal secondo posto alla Mini Transat 2013 (quarto nel 2011), ha deciso di mettersi in discussione sui multiscafi, con ottimi risultati: assieme a Le Roux nel 2015 ha vinto tutte e cinque le regate a cui ha partecipato.
Tra gli avversari da battere, i fortissimi Gilles Lamiré e Yvan Bourgnon (reduce dal suo incredibile giro del mondo a bordo di un catamarano non abitabile) su La French Tech Rennes Saint-Malo e Lalou Roucayrol con César Dohy a bordo di Arkema, il più recente dei Multi 50 in gara, varato nel 2013. Il record appartiene a FenêtréA Cardinal (Erwan Le Roux e Yann Eliès): 14 giorni 17 ore 40 minuti e 15 secondi nel 2013, a 15,30 nodi di media.
IMOCA 60, COSA ACCADRA’?
Ma al vero centro dell’attenzione di questa Jacques Vabre ci sono loro, gli IMOCA 60. Il 2015 è stato l’anno della rivoluzione, quello dell’introduzione per gli Open del sistema DSS (Dynamic Stability System). Due veri e propri foil retrattili che sostituiscono, o meglio incorporano i tradizionali daggerboard e che lavorano in un senso doppio: aumentano il momento raddrizzante e provocano un effetto di sollevamento verticale (lift) per ridurre di molto l’attrito sull’acqua. I test hanno dimostrato che con venti superiori ai 20 nodi queste barche sono praticamente in grado di navigare completamente sollevate dall’acqua, con guadagni importanti in termini di velocità.
VIDEO – COME FUNZIONANO I FOILS SUGLI IMOCA
IL CLUB DEI “PRIVILEGIATI”
Ovviamente tutti i migliori (c’era anche il nostro Andrea Mura, che non è riuscito all’ultimo a racimolare i soldi per partecipare alla regata, pur avendo la barca pronta), sponsor permettendo, hanno optato per questi scafi di ultima generazione: sono in cinque i “privilegiati” (e quindi i candidati alla vittoria) su venti partecipanti. Secondo voci di banchina, pare che la barca che abbia fatto registrare le migliori performance sia Safran di Morgan Lagravière e Nicolas Lunven: progettata da VPLP/Verdier e costruita dai cantieri CDK, è lunga 18,28 metri e larga 5,80. Lagravière ha 28 anni ma le barche sa farle correre, visto che è stato nella squadra olimpica francese di 49er. Ma la velocità potrebbe non bastare.
I campioni di esperienza per eccellenza sono Armel Le Cleac’h e Erwan Tabarly, su Banque Populaire VIII, anch’esso firmato da VPLP/Verdier e realizzato da CDK. Completano la lista dei “papabili” Alex Thomson in duo con lo spagnolo Guillermo Altadill su Hugo Boss (progetto VPLP/Verdier, costruzione Green Marine), Sébastien Josse con Charles Caudrelier (fresco di un’ottima Volvo Ocean Race come skipper di Dongfeng Race Team) su Edmond De Rothschild (progetto ancora una volta di VPLP e Verdier, ma costruito dalla Multiplast di Vannes) e Jean-Pierre Dick e Fabien Delahaye su St. Michel – Virbac (anch’esso realizzato da Multiplast su progetto di Verdier): attenti a questi due, Dick è uno dei pochissimi ad averla vinta tre volte la Jacques Vabre. Tra gli IMOCA “normali”, il professor Michel Desjoyeaux proverà a dire la sua su SMA, in coppia con Paul Meilhat. Il tempo record, che potrebbe cadere facilmente, è quello fatto registrare da PRB (Vincent Riou-Jean Le Cam) nel 2013: 17 giorni, 41 minuti e 47 secondi à 13,30 nodi di media.
GABART E BIDEGORRY, LA SUPERCOPPIA
Nella categoria Ultime, quella dei maxi trimarani, è François Gabart in coppia con Pascal Bidegorry il favorito. Gli ingredienti ci sono tutti: un prodigio della vela oceanica e un recordman esperto a bordo di una superbarca, il nuovo 30 metri Macif (guarda caso progettato da VPLP/Verdier). Ma fidatevi: Lionel Lemonchois (con Roland Jourdrain su Prince de Bretagne) e Thomas Coville (a bordo di Sodebo con Jean Luc Nélias) non staranno a guardare…
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