Lorenzo Bortolotti, il titolato velista italiano (tanti mondiali di altura tra IOR e 12 m. SI, sette Admiral’s Cup alle spalle, due Coppa America) che è salito sul 100 piedi Comanche come stratega in occasione della Maxi Yacht Rolex Cup di Porto Cervo, è subito volato a Newport dove, a bordo dello Swan 42 Cuordileone di Leonardo Ferragamo, difenderà i colori dello Yacht Club Italiano (in qualità di team coach e stratega) alla Rolex New York Yacht Club Invitational Cup da oggi fino al 19 di settembre. Lo abbiamo intervistato al volo tra un impegno e l’altro.
LA NOSTRA INTERVISTA A LORENZO BORTOLOTTI
La tua esperienza su Comanche: come è fare da stratega a bordo di un 100
piedi ultratecnologico?
Regatare nelle acque di Porto Cervo durante la Maxi Yacht Rolex Cup a bordo di Comanche ha per me rappresentato un “Challenge nel Challenge” per la sua velocità fuori dal comune e soprattutto per la profondità della chiglia basculante che raggiunge quasi i 7 m di pescaggio (6,70 per la precisione, circa il doppio dei nostri concorrenti), una misura a dir poco esagerata che ci ha costretto a rivedere tutte le nostre strategie tattiche e naturalmente a studiare e scandagliare ogni punta, isola, scoglio del mare della Costa Smeralda e delle Bocche di Bonifacio.
Che parametri della barca devi tenere in considerazione quando elabori
la strategia di regata?
Come detto poco sopra questo Maxi Yacht costruito totalmente in carbonio per soli 20 tonnellate di dislocamento è in grado di superare velocità di 30 nodi mantenendo sempre medie al di sopra della velocità del vento reale, questo impone una rapidità di reazione e decisione fuori dal comune ed in particolare impone di ridurre al minimo virate e strambate che naturalmente incidono in maniera importante sulla velocità media della regata. Quindi una strategia più a lungo termine di quella a cui siamo abituati su scafi come Swan 45 o Tp 52.
Com’è interfacciarsi con un grande quale Ken Read?
Per mia fortuna ho avuto il piacere di condividere con Ken Read diversi Maxi World Championship (Sagamore, AllSmoke, etc.), la nostra amicizia va anche oltre i campi di regata permettendoci di collaborare su diversi progetti e soprattutto nello sviluppo di nuove vele, visto l’attuale ruolo di Ken a capo del Gruppo North Sails.
Prenderai parte anche alla Sydney Hobart su Comanche?
Purtroppo non mi è possibile per altri impegni di lavoro, ma spero di poter tornare su Comanche in occasione di una regata d’altura, condizioni per le quali questo progetto è stato concepito.
Una domanda trabocchetto: preferisci regatare su Comanche o sugli Swan 42?
Direi regate d’altura su Comanche, mentre sempre meglio lo Swan 42 x regate costiere e tra le boe! Risposta esatta?
Qual è la tua barca da sogno?
Grazie alla passione di mio padre, ho avuto la fortuna di navigare su bellissime barche di famiglia fin da piccolo, e tra le tante quella che più ho amato è lo Swan 45.
E il luogo in cui hai navigato più bello?
Forse solo le Hawaii mi hanno emozionato più delle Bocche di Bonifacio (che restano da un punto naturale le acque più belle in assoluto): le Hawaii hanno dalla loro parte la forza immensa dell’Oceano Pacifico insieme ad una natura incontaminata delle isole maggiori.
Il velista che più ti ha ispirato nella tua carriera?
Certamente Lowell North: un campione olimpico straordinario e allo stesso tempo un incredibile ingegnere capace di portare ovunque innovazione tecnologica!
L’episodio più curioso che ti è mai capitato in mare?
Tagliare il traguardo di una One Ton Cup a Kiel dopo tre ore di virate nella nebbia senza vedere i tuoi avversari e scoprire solo una volta arrivato a terra di aver vinto quella regata, a volte è proprio vero che c’è qualcosa al di sopra di noi ed in quella occasione gli dobbiamo essere andati a genio!
Possiamo dire che sei uno skipper “navigato”. Cosa pensi della nuova Coppa America, quelle delle barche volanti, e del fenomeno del foiling in generale?
Tutto straordinario e logico perché la Coppa America è sinonimo di innovazione e sfrenata ricerca, anche se il vero match-race si è un po’ perso con l’avvento dei multiscafi, forse la scelta delle nuove dimensioni permetterà di vedere regate più vicine, comunque il mondo non si ferma!
CHI E’ LORENZO BORTOLOTTI
Si dedica con successo alla vela agonistica fin dagli anni Settanta. Oggi è considerato fra i migliori skipper italiani e direttore sportivo di successo della vela d’altura. A dimostrazione di questi dati, una carriera che lo ha visto vincere cinque volte il titolo mondiale ed una volta l’europeo. Questa la sequenza: 1978, campione d’Europa 6 m. skipper di “Moby Dick”. 1984, campione mondiale 12 m. skipper di “Victory 83”. 1989, campione mondiale Maxi-Yacht Icaya, skipper di “Longobarda”. 1991, campione del mondo Two Ton Cup, skipper di “Larouge” e campione del mondo IMS Maxi Yacht Icaya, skipper di “Challenge 93”. 1993, campione del mondo Two Ton Cup, skipper di “Larouge”. Oltre ad aver conquistato diversi titoli italiani, ha partecipato a gare di grande risonanza mondiale ottenendo sempre piazzamenti di rilievo e salendo sul podio. È stato in totale sette volte all’Admiral Cup, quattro al S.O.R.C., due alla Kenwood Cup ed all’America’s Cup come skipper nel team italiano. Infine cinque volte al campionato del mondo Maxi Yacht. Contemporaneamente ha ricoperto incarichi in qualità di direttore tecnico e project manager coordinando realizzazione e gestione di progetti internazionali quali Almagores, Consorzio Italia, Consorzio Azzurra, Longobarda, Bribon VII, Larouge, Winston, Bribon IX, Azur de Puig. È socio degli Yacht Club Italiano, di Monaco e del Club Costa Smeralda. E’ il fondatore della Nautor’s Swan Italy & Monaco nel 1998.