Salva le tue vele dallo stress in crociera
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Spesso in crociera tendiamo a dimenticarlo, ma le vele devono essere sempre utilizzate in modo corretto, onde evitare che perdano la forma, incidendo negativamente sulle prestazioni della barca, e, soprattutto, che si rompano, trasformando quella che doveva essere una vacanza in un vero e proprio “sbattone” alla ricerca di un velaio che possa darvi una mano. Rispetto ai giochi di vele da regata, realizzati in tessuti esotici che soffrono maggiormente i raggi UV e i carichi eccessivi (Kevlar, carbonio, Vectran e via dicendo), quelli da crociera, nella maggior parte dei casi in dacron, sono realizzati tenendo conto che verranno usati prestando meno attenzione e in un range di vento decisamente più ampio: ma a rovinarli basta comunque poco. Spesso sono la distrazione e la pigrizia le cause principali di danni a rande, fiocchi e avvolgibili durante le crociere estive: con alcuni semplici accorgimenti, senza spendere un centesimo, eviterete di porre le vele sotto stress e di rischiare dunque “incidenti” in navigazione.
PROMEMORIA PER LA RANDA
Parrà scontato, ma ogni volta che si tira giù la randa non dovete dimenticare di proteggerla con il copriranda. Basta farsi un giro in una rada affollata per contare rande piegate sul boma senza alcuna copertura, esposte così all’usura provocata dai raggi ultravioletti, che alla lunga danneggiano irreparabilmente la vela. Inoltre la copertura è una protezione anche contro il salino che tende ad abrasivare la randa. Anche se state utilizzando una lazy-bag, ricordate di chiudere sempre la cerniera una volta ammainata la vela. È pratica diffusa, durante la navigazione a motore, quella di issare la randa per stabilizzare lo scafo, ma accertatevi che porti: in assenza totale di vento nel 99% dei casi il mare sarà piatto, quindi non avrete bisogno della vela su, mentre con poca aria l’avanzamento a motore determinerà un vento apparente molto stretto. Impostate la rotta in modo tale che la randa non sia in bando (anche perché non serve a nulla tenere su una vela che sbatte, anzi, è un freno) evitandole inutili sollecitazioni.
L’usura determinata dallo sbattimento si accentua per rande dalle dimensioni generose, che vanno a cozzare contro il paterazzo ponendo a rischio l’integrità dei punti di sfregamento. Quando si naviga alle andature portanti, fate in modo di predisporre sempre una ritenuta del boma: la vela non si rovina se si appoggia alle crocette, ma se il boma è libero di muoversi colpendo costantemente le sartie potreste fare danni (ad esempio ai carrelli delle stecche). Fissando il boma con uno stroppetto risolverete il problema: si tratta di un accorgimento che va messo in pratica non solo quando il vento è sostenuto (e i carichi in gioco sono alti), ma anche con arie leggere, perché all’aumentare della velocità della barca diminuisce il vento apparente e il boma tende a chiudersi per poi riaprirsi al nuovo incremento di pressione. A randa ammainata, ricordatevi di allentare leggermente la tensione della drizza, delle regolazioni (base, cunningham) e, se avete dato una mano di terzaroli, anche della borosa. Quando la randa è in uso, la pressione del vento “spalma” gli sforzi in gioco, ma se la vela è giù, la drizza tira in un’unica direzione rischiando di snervarla.
FIOCCHI E GENOA
L’errore più comune, quando si utilizza un fiocco o un genoa in crociera, è quello di rollarlo parzialmente all’aumentare del vento. A meno che non si tratti di una vela progettata per essere usata anche semi-arrotolata, con punti di rinforzo dedicati, dovrete decidere se ammainarla o lasciarla completamente stesa, magari diminuendo la superficie della randa. Navigare con un fiocco i cui punti di scotta sono sbagliati significa deteriorarne la forma. Attenzione anche a quando alle andature portanti: un genoa lasco sfregherà sui candelieri e sulle draglie, per cui il consiglio è quello di effettuare un’uscita in mare prima della crociera per individuare i punti di sfregamento e ricoprirli con una protezione adesiva. Un altro accorgimento consiste nell’applicare delle coperture di pelle su arridatoi e coppiglie e delle rotelle in plastica sulle draglie per ridurre al minimo l’attrito. Come accade per la randa, ricordate di lascare leggermente la drizza del fiocco una volta che siete fermi a vela rollata. In questo modo, farete anche riposare l’albero. Se decidete di navigare in poppa, una buona soluzione per “proteggere” la vela, può essere quella di tangonare il fiocco.
GENNAKER E AVVOLGIBILI
Per quanto riguarda gennaker e vele avvolgibili tipo Code 0, la raccomandazione principale è di non lasciarli mai armati una volta che siete alla fonda. Il tessuto è molto delicato e particolarmente sensibile ai raggi del sole: essendo molto sottile, inoltre, lascia penetrare i raggi anche nei giri interni, per cui l’azione dannosa degli ultravioletti coinvolge buona parte della balumina anche a vela avvolta. Una volta arrotolato, ammainatelo e piuttosto lasciatelo in coperta proteggendolo con un telo se sotto non avete spazio: inoltre, se non l’ammainate, ricordate che anche se disponete del miglior cavo antitorsione, in cima, dove è situato il triangolo di penna, la vela non potrà essere mai avvolta alla perfezione e, in caso di vento forte, potrà srotolarsi e danneggiarsi.
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