Porto turistico di Roma sotto sequestro, manette per il presidente
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Che caos al Porto turistico di Roma, ad Ostia (sul lungomare Duca degli Abruzzi)! Oggi, dalle prime ore del mattino, i finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere ai danni dei componenti di un’associazione criminale, facente capo a Mauro Balini, presidente del Porto Turistico di Roma. I quattro arrestati (oltre a Balini, in manetta un avvocato con studio nella capitale e due prestanome) sono accusati di “associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori”. Altre nove persone sono state denunciate a piede libero, con perquisizioni presso i domicili, gli studi e le società delle persone coinvolte.
AREE PORTUALI E POSTI BARCA SEQUESTRATI
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati beni, tra mobili e immobili, quote societarie, conti correnti e il “diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali” (posti barca, parcheggi, aree portuali) per un valore di 400 milioni di euro. E adesso, chi aveva il posto barca? Il porto, in teoria, continuerà a funzionare. Sono stati nominati dal giudice due amministratori che dovranno tenere aperto il porto per garantire l’attività delle strutture commerciali e ricettive presenti.
SI INDAGAVA DAL 2012
Si legge su Roma Today: “Le indagini, avviate nel 2012, per una “ipotesi di bancarotta”, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero “scientemente portato al fallimento la A.T.I. S.p.a.”, società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili allo stesso Balini. Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a “prestanomi” e “società schermo”, aveva realizzato un “complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita A.T.I. S.p.a., dei creditori e dell’erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro”. Balini, secondo gli inquirenti, sembrerebbe essere al centro di tutto. All’imprenditore è stato, inoltre, “contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla A.T.I.”, e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, “con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode”.
LE ORIGINI DAL 2005
Secondo la Finanza, il disegno criminale nasce nel 2005, quando Balini si “precostituì un ingente credito nei confronti della A.T.I. S.p.a. per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l’altro, l’accollo di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali”. Giustificando le operazioni come “restituzione finanziamento soci”, Balini aveva, quindi, potuto “prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonché distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili”.
AMPLIAMENO DEL PORTO
Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma S.r.l., posseduta proprio da Balini, aveva ottenuto, dalla A.T.I. S.p.a., la “voltura della concessione sull’intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l’ampliamento del porto, poi autorizzato nell’agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti”.
IL PORTO DI OSTIA
La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L’ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri. Per avere una percezione delle dimensioni degli illeciti e del danno economico cagionato alla A.T.I. S.p.a., la Porto Turistico di Roma S.r.l. ha “stimato in circa 200 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa all’ampliamento del porto ed in circa 220 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa ai diritti di superficie e utilizzo dei beni demaniali sottoposti a sequestro”.
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