DOSSIER PORTI 2015 – Italians do it better
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La frase che abbiamo scelto come titolo del Dossier Porti di quest’anno, quel “Gli italiani lo fanno meglio” che Madonna ha reso celebre nei suoi concerti, non è mai stata così vera. Sì, perché non c’è in Mediterraneo (e al mondo) una nazione che possa vantare coste come le nostre. Non è solo una questione di bellezze naturali, ma di un territorio variegato e ricco per esempio di storia.
COM’E’ OGGI LA SITUAZIONE ITALIANA
Vi ricordate quando trovare un posto barca in Italia era praticamente impossibile e i prezzi inarrivabili? Non stiamo parlando della preistoria, ma di pochi anni fa. Oggi la situazione è radicalmente cambiata, anche in termini di costi: infatti i prezzi non sono in alcun modo aumentati dal 2008 a oggi, anzi in alcuni casi sono addirittura scesi. Il Sud Italia è cresciuto molto, sia in termi di posti che in termini di servizi. Se prima i marina meridionali erano “abitati” soprattutto nella stagione estiva, oggi il discorso è cambiato. Sono sempre di più gli armatori che spostano, per esempio in Sicilia, la propria barca, anche se abitano nel nord Italia. Questo grazie all’esplosione delle compagnie aeree low cost. Facciamo un esempio: un volo da Milano a Trapani, Palermo o Catania si trova a partire da circa 40 euro. In questo modo un armatore può cambiare ogni due tre anni area di navigazione.
L’UNIONE FA LA FORZA
C’è poi un altro aspetto che spesso viene lasciato in secondo piano, ovvero la crescita di veri e propri network di marina e porti turistici, capaci insieme di fornire servizi che una singola realtà non sarebbe in grado di dare. Come Marinedi, che gestisce al momento sette marina attivi in Tirreno (e altri tre si aggiungeranno nel prossimo futuro). O come il recente MP Network, nato alla fine del 2014, che conta al momento quattro porti e ha in previsione l’ampliamento nel medio periodo fino a quindici porti.
IL CASO MARINA RESORT
L’unione fa la forza dunque, come ben sa Assomarinas, l’Associazione Italiana Porti Turistici, che oggi raduna nel proprio network ottanta realtà italiane per un totale di circa 30.000 posti barca. Abbiamo incontrato, per fare il punto su un altro degli aspetti cruciali per l’evoluzione dei porti, ovvero la creazione dei marina resort, strutture portuali che possono mettere l’Iva al 10% per i contratti inferiori a un anno, Roberto Perocchio, che di Assomarinas è il presidente. “Quello dei Marina resort è un processo iniziato in realtà vent’anni fa”, ci spiega, “quando ci chiedevamo perché un porto turistico che offre servizi di accoglienza non potesse essere equiparato, per esempio, a un villaggio turistico”.
Leggiamola così: io posso stipulare un contratto di ormeggio stagionale con il Marina Resort in questione: sarà a sua discrezione il regime da applicare (se al 10 o al 22%), proprio come avviene nel settore, ad esempio, dei camper. E ricordiamo tra l’altro che il porto dovrà adeguare (proprio come per gli alberghi e i camping) le sue strutture alla ricezione, e in base a quelle sarà classificato. “Esatto”, continua Perocchio, “per diventare un marina resort, un porto deve raggiungere determinati requisiti in termini di servizi e accoglienza, che al momento variano da regione a regione, poiché in materia di turismo le normative regionali prevalgono su quelle nazionali.”. La riduzione Iva, varata nel 2014 all’interno del decreto “Sblocca Italia”, è stata estesa anche per tutto questo 2015 e proprio Assomarinas sta lavorando per renderla una legge a tutti gli effetti.
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3 commenti su “DOSSIER PORTI 2015 – Italians do it better”
Parliamoci francamente, nei porti italiani c’è lo schifo. Andate in Grecia e vi rendete conto quali soprusi bisogna sopportare in Italia…nonostante i porti sono costruiti con i soldi nostri!
Ho l’impressione che viviamo in pianeti diversi! Se state cercando di veicolare o promuovere un’idea, il Vostro titolo potrebbe essere accettato,. Nella realta’ dei fatti verrebbe da dire invece: “Italians do it wors”.
Sostentete che “oggi la situazione e’ radicalmente cambiata, anche in termini di prezzo”. Provate a fare qualche bordo da Ostia ed andare a Ponza o al Circeo, poi mi saprete dire! Lo stesso se andate a Santo Stefano o Cala Galera!
Forse non vi siete resi conto che numerosi velisti stranieri i porti italiani li evitano, sia per la qualita’ (ed in taluni casi purtroppo l’inesistenza) dei servizi, sia perche spesso si viene taglieggiati da gestori piu’ o meno legalizzati.
Le tariffe per una vela dai 12 ai 14 metri (misura ormai normale nel settore) e’ in media il doppio, se non il triplo di quella che viene praticata in altri paesi, ad esempio nei marina francesi, i cui servizi sono spesso superiori!
Se si acquista un posto barca, ad esempio al Porto Turistico di Roma, si pagano oltre € 4.000,00 all’anno solo di spese condominiali (con servizi in condizioni pietose come segnalato sui blog dai velisti stranieri) le quali includono anche il costo dei numerosi ormeggi “istituzionali” (GdF, Polizia, Carabinieri, Guardia Costiera ecc) che non si sa bene perche’, gravano sugli utenti.
No signori, la situazione non e’ affatto cambiata, e se lo e’, e’ solo peggiorata. In questo settore “Italians do it works”.
SvNarese
Questo articolo è una sfacciata marchetta. La realtà italiana è ben diversa…