KITESURF, c’è voglia di volare: e voi lo sapete cos’è un trick?
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E’ lo sport del momento, ormai sfida apertamente il windsurf nel cuore degli appassionati. Ma il kitesurf, se ci si pensa un attimo, ha radici antiche, quando cento anni fa l’aquilone era già utilizzato in molti settori. Nel 1985 un francese di nome Bruno le Gaignoux brevetta i primi sistemi galleggianti applicati su un’ala (questo il termine tecnico per indicare l’aquilone), ma la vera rivoluzione avviene nel 1999, quando le principali aziende mondiali di windsurf e parapendio (sì, parapendio) si lanciano in questo nuovo mercato. Dalle spiagge di Maui a quelle di tutto il mondo, la diffusione del kitesurf è rapidissima e ricorda quella avvenuta nel mondo dello sci con lo snowboard.
LA SCELTA DEI MATERIALI: LA TAVOLA E L’ALA
Le tavole da kitesurf si dividono principalmente in due gruppi, le tavole direzionali e quelle bidirezionali. Indipendentemente dal modello che si sceglie e dall’azienda costruttrice, ogni tavola viene realizzata con un proprio specifico shape (ovvero con una forma particolare). La tavola ha poi una sua curvatura, il rocker, così da creare le linee d’acqua che le danno le qualità di navigazione ottimale nelle varie situazioni di mare. I rails invece sono i suoi bordi, che conferiscono alla tavola la presa sull’acqua e sono molto importanti in quanto il tipo di bordo ne influenza le prestazioni. Passiamo ora all’altro elemento portante di questo sport, l’ala.
Ultimamente si sono affermate le Bow Kite, introdotte nel 2005, che rappresentano una delle maggiori rivoluzioni nel mondo del kitesurf. Hanno solitamente un punto di gonfiaggio e sono più piatte rispetto alle vele tradizionali, hanno più superficie diretta esposta al vento e al tempo stesso un peso inferiore. Inoltre facilitano la conduzione con vento rafficato e per questo sono consigliate anche ai principianti. Un’altra importante innovazione introdotta con l’avvento di questi nuovi kite è il “total de-power”, che permette di annullare la trazione della vela senza dover sganciare l’aquilone dal trapezio.
I PRIMI PASSI: LE POSIZIONI DELL’ALA
Ci siete, la vela è montata e la tavola è pronta; avete individuato la direzione del vento e vi posizionate offrendogli le spalle, afferrate saldamente il boma (ovvero la barra che vi permette di regolare l’ala) e iniziate a fare volare l’aquilone. Se la posizionate sopra la vostra testa (allo zenit), l’ala ha poca trazione ed è l’ideale per riposarsi o camminare. Al contrario, ottenete la zona di massima trazione tenendola con un angolo di circa 45° rispetto al pelo dell’acqua. Proprio la continua posizione dell’ala rispetto al vento è fondamentale per ottenere in ogni momento la spinta desiderata. In condizioni di vento costante non ci sarà bisogno di dannarvi l’anima, ma quando le raffiche iniziano a susseguirsi, dovrete abituarvi a reagire in fretta per rimanere in planata senza scarrocciare.
E’ IL MOMENTO DI NAVIGARE
La posizione del corpo è fondamentale per condurre al meglio il vostro kite. Quindi, braccia distese, gambre un po’ piegate, con quella anteriore quasi distesa e quella posteriore flessa, ma soprattutto schiena e spalle all’indietro: più il kite tira più dovete buttare il peso all’indietro! Se avete una tavola bidirezionale e volete effettuare un’inversione di marcia, dovete diminuire la velocità alzando il kite fino allo zenit, poi sbilanciate le spalle indietro fino a poggiare il corpo in mare. A questo punto appiattite la tavola sull’acqua e orientatela nella nuova direzione; per ripartire portate di colpo l’ala in avanti, ottenendo così la potenza necessaria a riprendere velocità.
E se volete saltare? Innanzi tutto occorre raggiungere una buona velocità tenendo l’ala bassa sull’acqua per poi iniziare la manovra alzandola tra 70° e 80° sul mare. è in questo momento che dovrete dare un violento comando al boma e orientare il kite verso la direzione opposta a quella di navigazione. La manovra è ben riuscita quando per alcuni istanti di nella direzione alla quale stavate andando: la combinazione tra questa forza e quella dell’ala (che avete portato nella direzione opposta) genera lo stacco dall’acqua. Quando sarete in volo vi conviene raccogliere le gambe, che poi distenderete al momento dell’atterraggio.
Fra i trick (ovvero le figure che potete realizzare in volo) più divertenti c’è l’handle pass, che consiste nel passare il boma dietro la schiena. Per riuscirci il salto deve essere molto alto e prolungato nel tempo, altrimenti non avrete il tempo di terminare la manovra! Per iniziare potete esercitarvi con il railey, un trick base che si esegue con l’ala in potenza, simulando la trazione che si ottiene nel wakeboard (avete presente lo sci d’acqua con una sorta di tavola da snowboard…). Per riuscirsi dovrete dunque avere una buona velocità di navigazione e un tempismo perfetto sull’onda che sceglierete per staccare dall’acqua.
La foto di apertura di questo servizio è di (c)Lukas Nazdraczew/Red Bull Photofiles
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3 commenti su “KITESURF, c’è voglia di volare: e voi lo sapete cos’è un trick?”
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