Se ne è andato (a causa di una complicazione post-chirurgica dopo un’operazione al cuore) Alan Bond, il discusso miliardario australiano (si fece anche due mesi di carcere per bancarotta nel 1992) che resterà nella storia della vela per essere stato il primo, nel 1983, a strappare la Coppa America agli yankee dopo 132 anni.

L’IMMIGRATO INGLESE CHE RIUSCI’ DOVE GLI INGLESI FALLIRONO
Come riuscì a compiere l’impresa? Sorprendendo gli americani invece che cercando di copiarli, presentando una barca, Australia II (capitanata da John Bertrand, progettata da Ben Lexcen), con la chiglia dotata di “alette” che fu al centro di una furiosa e infinita polemica. Ve ne abbiamo parlato in questo articolo. Bond, nato nel 1938 a Londra, emigrato a 12 anni a Perth, era un tipo molto determinato: da apprendista imbianchino, arrivò a controllare in pochi anni tutte le affissioni di Perth, per poi iniziare a costruire case, quartieri e porti. Non si può dire che arrivò ad alzare al cielo la “Auld Mug” (vecchia brocca, così viene chiamata in gergo la Coppa America) per caso: in dieci anni mise in piedi ben tre sfide 1974, 1977 e 1980, tutte infruttuose, prima di riuscire nel colpaccio. Ironia della sorte: fu proprio un immigrato inglese a riuscire in quello in cui gli inglesi, dal 1851 (anno in cui la goletta America conquistò ai danni dei britannici l’allora Coppa delle Cento Ghinee), continuavano a fallire.
L’AMORE PER LA VELA
Anche la sua carriera personale di velista è costellata di successi: vinse ben due volte la mitica Sydney Hobart (la grande classica australiana di 628 miglia da Sydney a Hobart, in Tasmania), nel 1978 e nel 1985, con lo sloop di 18 metri Apollo. Sempre con Apollo, rappresentò l’Australia alla Admiral’s Cup (la regata inglese con partenza e arrivo a Cowes aperta alle squadre nazionali, ognuna delle quali era costituita da tre imbarcazioni).