La legge del mare. Un libro analizza gli aspetti legislativi legati al mondo della nautica

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Cosa succede se una società di charter non mi consegna l’imbarcazione che ho pagato? Quali sono le responsabilità sulla sicurezza di un istruttore di vela? Cosa mi succede se navigo in zone marine protette? Che responsabilità ho se un membro dell’equipaggio si fa male a bordo della mia barca mentre navighiamo? E se urto un’imbarcazione ormeggiata? Quali sono le responsabilità per eventuali vizi di costruzione? Quali quelle dell’ente organizzatore di una regata? E nel caso di danni provocati da una manovra sbagliata con il kitesurf? Cosa succede se si fa male un regatante professionista? Esistono responsabilità dell’allenatore se si fa male un atleta durante un allenamento?
Domande di questo tipo devono avere una risposta giuridicamente valida, in un Paese come il nostro, con 7.400 km di coste marine, 500 laghi aventi una superficie maggiore di 0,2 km2 e 1.200 tra fiumi e altri corsi d’acqua e nel quale gli sport acquatici, tra cui naturalmente la nostra tanto amata vela, costituiscono un’importantissima ricchezza per il turismo nazionale. A maggior ragione leggendo quanto dichiarato dal CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) “Il turismo e lo sport sono due settori che avranno in futuro un ruolo sempre più importante per il benessere economico e sociale europeo. Il loro ruolo chiave è unanimamente riconosciuto a livello mondiale” e in linea con l’evoluzione di una società sempre più attenta al benessere psicofisico della persona. Un’articolata disciplina giuridica è di fondamentale importanza perché tutto il potenziale inespresso legato agli sport acquatici venga a galla. Sono diversi gli interventi che andrebbero fatti da un punto di vista giuridico nel mondo della nautica, come per esempio la realizzazione di una una legislazione di riferimento per i porti turistici.

Il volume curato da Umberto Izzo e Francesco Morandi, “L’ACQUA. Mari, laghi e fiumi” (G. Giappichelli Editore – 677 pp – 75,00 euro),  affronta proprio le responsabilità civile e penale degli sport del turismo legati all’acqua. Tra le varie questioni trattate si analizzano in maniera approfondita:

– i porti turistici e le strutture d’ormeggio quali infrastrutture necessarie alla pratica degli sport nautici: le proroghe delle concessioni demaniali portuali,  il demanio marittimo ad uso turistico-ricreativo;
– l’accertamento delle responsabilità connesse all’insegnamento degli sport acquatici;
– i contratti di utilizzazione delle unità di diporto e le responsabilità conseguenti a detta utilizzazione, soffermandosi sull’urto tra unità. Cosa succede se non pago il noleggio?
– le responsabilità del diportista nei confronti del “terzo”;
– la posizione del diportista nell’ambito delle categorie della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale;
– gli aspetti di responsabilità penale legati al diporto nautico.

Vi è poi un capitolo interamente dedicato allo sport della vela, curato da Laura Trovò, Stefania Bevilacqua e Stefania Rossi nel quale si analizzano:

– lo svolgimento delle regate;
– le responsabilità civili legate alla vela esaminando i requisiti per la navigazione a vela;
– gli ambiti di responsabilità civile connessi alla posizione di tutti i soggetti coinvolti, nel diporto come durante l’organizzazione di manifestazioni sportive e nell’insegnamento nell’ambito della FIV, compresi i profili assicurativi;
– le specifiche regole in tema di diporto velico sportivo e la responsabilità civile durante le regate veliche;
– le responsabilità penali discendenti dalla pratica della vela;
– le responsabilità civili e penali nel windsurf e nel kitesurf (a cura di Rossana Ducato);
– le responsabilità civili che possono ricadere sui dirigenti di associazioni sportive dilettantistche;
– analisi della specificità dei danni che possono essere oggetto di risarcimento;
– il ruolo delle assciurazioni nella gestione del rischio legato all’attività velica.

www.dirittodeglisportdelturismo.it

www.lawtech.jus.unitn.it/index.php/law-of-tourism-sport-mission

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