Come attrezzare la barca a “prova di neonato”. La storia della famiglia Litzow

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Articolo del 2015 tratto dal nostro archivio.

Eric ha pochi mesi, Elias ha tre anni, vivono con i genitori a bordo di un cutter in acciaio di 45 piedi: il Galactic. Eric ed Elias non vanno a giocare ai giardinetti insieme agli altri bambini, i loro parco giochi sono intere spiagge bianche che si affacciano sull’Oceano Pacifico.

Vivere in barca con bambini piccoli

Vivere in barca, per Eric ed Elias è la cosa più normale del mondo, perché in barca ci sono nati e hanno preso da subito le misure con questo ambiente. Si sa, i bambini piccoli hanno una capacità di adattamento invidiabile: la barca è l’ambiente che ha avvolto Eric ed Elias fin dai loro primi giorni di vita. Vivere a bordo di una barca a vela in viaggio insieme a un neonato ha significato una grande cura della sicurezza in mare aperto da parte dei genitori, soprattutto se nei programmi di viaggio ci sono delle traversate oceaniche. Come nel caso di Mike e Alisa Litzow, i genitori di Eric ed Elias, con all’attivo una traversata del Pacifico insieme ai figli piccoli: abbiamo letto la loro storia  sul sito di Criusing World e vi raccontiamo come si attrezza la barca per viaggiare ovunque con dei bambini piccoli. 

I bambini, per quanto si sentano a loro agio in barca, non sono in grado di seguire le istruzioni dei genitori che devono così attrezzare la barca “a prova di bambino”. La prima cosa da fare è creare due zone una in coperta e una sottocoperta, dove il piccolo possa stare in sicurezza anche incustodito. “In coperta abbiamo recuperato un seggiolino da auto che poi abbiamo fissato con delle cinghie al riparo sotto lo sprayhood: in questa posizione a centro barca, il bambino è al sicuro durante le manovre, a prescindere dal movimento della barca” – raccontano.
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Sottocoperta invece sarà importante organizzare una cuccetta “a prova di fuga”, fondamentale se i bambini già camminano: “Abbiamo tagliato le gambe di una culla pieghevole, che poi abbiamo sistemato nella nostra cabina di prua coprendola con una rete per evitare eventuali fughe. Questo sistema si è rivelato però ben presto scomodo, perché troppo ingombrante nella cabina di prua: la culla è stata così sostituita da due baby-cuccette protette con la rete: una nella cabina di prua e l’altra in dinette”.
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U
na scelta di vita come questa, richiede la massima attenzione per ogni piccolo dettaglio, soprattutto nel controllare che il vostro bambino sia al sicuro da eventuali pericoli di battere la testa. Ogni soluzione trovata va sperimentata e non ce ne sono molte “già testate”da altri. Le responsabilità di un genitore in termini di sicurezza sono significative se la decisione è quella di voltare le spalle alla vita sulla terra per prendere il mare. Sono poi necessari soluzioni per far mangiare e giocare i bambini in sicurezza, indipendentemente dal movimento della barca. Il consiglio è quello di attrezzare la barca con degli occhielli in acciaio dove fissare e assicurare con delle fettucce il seggiolone.
Pe giocare sottocoperta, l’ideale (se c’è lo spazio adeguato e il tavolo centrale della dinette può essere abbassato o ripiegato) è attrezzarsi con un classico box, sempre assicurato c0n delle fettucce ed imbottito con dei cuscini.
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Un’altro aspetto di fondamentale importanza è quello di mettere in sicurezza tutti gli spigoli presenti a bordo nelle zone della barca frequentate dai bambini, fissando dei cuscini con degli elastici, in modo da proteggere eventuali cadute. E bene delimitare con delle reti le parti della barca in cui ai bambini è vietato l’accesso: come per esempio la cucina. Usciamo all’aria aperta: in coperta le soluzioni sono più complicate: sicuramente va posizionata una rete lungo le draglie e lo specchio di poppa per evitare cadute in acqua. Tuttavia è importante che indossino sempre il salvagente e avere sempre i piccoli a portata di mano: questo significa che, per una famiglia di quattro in viaggio, ogni genitore si dovrà comportare, a turno, come un navigatore solitario (ed avere quindi le competenze veliche necessarie anche in caso di emergenza), perché l’altro sarà impegnato nella cura dell’infante, che ha bisogno di molte cure e attenzioni. Per le navigazioni notturne è importante avere il radar e l’AIS con impostato l’allarme.
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ACCESSORI INDISPENSABILI PER L’IGIENE A BORDO
Come risolvere la questione dei pannollini sporchi senza rischiare che prendano il sopravvento? Il consiglio è quello di utilizzare pannolini lavabili in stoffa con applicata una fodera aggiuntiva in canapa che assicuri un maggiore assorbimento. L’aspetto negativo è ovviamente che bisogna lavarli: ma c’è l’acqua di mare! Se riunite i pannolini sporchi in un sacchetto a rete e lo appendete a poppa, in acqua, per mezzora,  il trascinamento della barca penserà aultimare un primo lavaggio; dopodiché basterà un breve passaggio in acqua dolce e sapone (divisi in due secchi diversi) e saranno pronti per essere stesi al sole. Per la pulizia dei bambini, un po’ di carta igienica con della crema idratante è un perfetto sostituto biodegradabile alle classiche salviette.
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2 commenti su “Come attrezzare la barca a “prova di neonato”. La storia della famiglia Litzow”

  1. Sarebbe meglio evitare di farci crociere sotto i tre anni…
    A parte lo sconvolgimento della vita di bordo ed i rischi associati alla privazione del sonno per la tenuta della guardia, ci sono altre necessità come le cure pediatriche. Comunque, le soluzioni più pratiche con bambini a bordo (3-12 anni) per qualsiasi barca sono quelle di derivazione camperistica: le amache, i seggiolini isofix ed ovviamente reti alle draglie. In coperta, giubbino e cordone attaccato, SEMPRE.
    Per i rifiuti, i pannolini sono certo una rottura in più ma si possono -DEVONO- gestire come tutta l’indifferenziata: compattare in sacchetti a tenuta di gas e stivare in un gavone. Sono disponibili trituratori per la differenziata per le basi standard di 60 cm o libera installazione e il bruciatore miniash (vedi su nauticexpo) trova posto nel gavone di prua o del tender.

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