Lo riconoscete? Il Class 40 di Miceli torna a casa!

IL REGALO PERFETTO!

Regala o regalati un abbonamento al Giornale della Vela cartaceo + digitale e a soli 69 euro l’anno hai la rivista a casa e in più la leggi su PC, smartphone e tablet. Con un mare di vantaggi.

Recupero Eco40_2Lo riconoscete, seppur così malconcio? Matteo Miceli ha ritrovato e sta riportando a casa il suo Eco 40. Il Class 40 autocostruito con cui era partito per il Roma Ocean World, ovvero il giro del mondo in solitario senza scalo né assistenza e in completa autonomia energetica e alimentare. E con cui, il 13 marzo scorso, si era rovesciato in Atlantico, davanti alle coste del Brasile, dopo aver perso la chiglia. Il velista laziale era al 146mo giorno di navigazione e aveva già percorso 25 mila miglia.

GUARDA LE FOTO DEL RECUPERO

DAL NAUFRAGIO AL RECUPERO
Dopo essere stato recuperato dal mercantile Aramon, battente bandiera delle Isole Marshall, aveva deciso di recuperare la barca: era partito con gli amici che lo avevano aiutato a mettere su l’impresa ma aveva perso il segnale del satellitare e aveva deciso di rinunciare. Finché Iker Martinez, il campione spagnolo impegnato nella Volvo Ocean Race, aveva “twittato” l’immagine di Eco 40 scuffiato chiedendo di chi fosse la barca: un’immagine che gli avevano inviato direttamente da un peschereccio brasiliano. Si era riaccesa la speranza, e, zitto zitto, Miceli stava riorganizzando il recupero in sordina. Non si era voluto sbilanciare neanche quando gli abbiamo consegnato il premio Passion al TAG Heuer VELAFestival per la sua quasi-impresa. Il 19 maggio la notizia del ritrovamento e del recupero di Eco40. Dopo due mesi dall’avvenuto naufragio, è stata localizzata, capovolta, a largo dell’Arcipelago Fernando de Noronha, nell’Atlantico a circa 350 km dalle coste brasiliane.

“DIFFICILE RIMETTERLA A NUOVO”
Le parole di Matteo tradiscono tutta l’emozione per il ritrovamento della sua creatura: “Difficile trovare l’energia per rimetterla in pista. Ora aspettiamo MSC che ce la riporta a casa. Purtroppo abbiamo trovato la barca devastata e l’albero rotto in tre pezzi. E’ stata lunga la mia apnea per tagliare tutto e
per posizionare un pallone che agevolasse il raddrizzamento. Onde pioggia e vento
poi purtroppo non ci hanno aiutato. Una volta dritta l’abbiamo svuotata dall’acqua e trainata”

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra Newsletter

Ti facciamo un regalo

La vela, le sue storie, tutte le barche, gli accessori. Iscriviti ora alla nostra newsletter gratuita e ricevi ogni settimana le migliori news selezionate dalla redazione del Giornale della Vela. E in più ti regaliamo un mese di GdV in digitale su PC, Tablet, Smartphone. Inserisci la tua mail qui sotto, accetta la Privacy Policy e clicca sul bottone “iscrivimi”. Riceverai un codice per attivare gratuitamente il tuo mese di GdV!

Una volta cliccato sul tasto qui sotto controlla la tua casella mail

Privacy*


In evidenza

Può interessarti anche

Lago Maggiore

Come si va in crociera in barca a vela sul Lago Maggiore

Capita spesso di raccontare di avventure, regate e traversate al limite del verosimile, esperienze “salate”, per così dire. Meno, però, capita che si parli di laghi. Eppure la vela non è certamente estranea alla tradizione lacustre, e non parliamo solo

Torna in alto