E se il futuro delle derive fosse… piatto? Gli scow, le barche con carena piatta, tipiche del nordamerica, risalgono alla fine del 1800. In questi ultimi anni abbiamo visto un proliferare di carene molto larghe e con fondo piatto: una su tutte, il Revolution 29, disegnato da David Raison, vincitore della Mini Transat proprio con una barca di questo tipo. Lo studio francese Mortain-Mavrikos ha ora tirato fuori dal cassetto il progetto che vedete qui sotto.
Lungo 5,50 metri e largo 1,80, lo Scool 18 è una deriva a fondo piatto, pesante 240 kg e con una zavorra di 65 kg.
Sarà armata con randa (14,30 metri quadri) e fiocco (3,80 mq) e avrà lo scafo dotato di spigoli molto pronunciati a vantaggio della stabilità idrodinamica e la plancetta di poppa abbattibile. In Francia ha già destato molto interesse. Sarà questo il futuro delle derive nei prossimi anni? Fateci sapere cosa ne pensate. In redazione ci siamo divisi tra detrattori e ammiratori…
www.mortain-mavrikios.com
5 commenti su “Scool 18, lo scow secondo i francesi”
Molto interessante.
Gli toglierei però quei 65 kg di zavorra (e per non togliere un pò di tela, aggiungerei un bel trapezio) per farne una barca da 175 kg, assai più facilmente gestibile dalla spiaggia.
Peccato che, immagino, costerà una fortuna.
sembra un gommone…si sono impegnati per farla così brutta!
Dove zavorra è posto? Dopo la chiglia?
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Carena piatta,prua arrotondata e spigolo non solo solo novità di provata efficacia ma anche interessante stimolo ad una nuova progettazione. E’ vero che queste nuove forme sono molto lontane dal comune senso del bello che discende da tutta la cultura nautica ma secondo me è assolutamente un strada da percorrere al fine di ottimizzare le prestazioni a vela lasciando liberi i velisti ed i cantieri di apprezzare le barche belle,classiche ecc. Buon vento a tutti gli appassionati.