Senza bulbo, senza randa. Il “decalogo” di Ernesto Tross per la barca perfetta
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Abbiamo sintetizzato il “Tross pensiero” in un decalogo: ecco le regole che dovrete seguire se vorrete realizzare una barca da crociera che sia veramente sicura e marina.

1. Scafo e coperta in alluminio. A differenza del ferro e dell’acciaio, non presenta il rischio di arrugginire specialmente dall’interno nelle zone poco ispezionabili. Buon compromesso in fatto di leggerezza e resistenza agli urti.
2. Niente bulbo, niente chiglia fissa per evitare l’effetto ‘’sgambetto’’ e tendenza a straorzare. La zavorra è disposta in sentina, è composta da pani di piombo rimovibili in caso di emergenza nel caso si dovesse alleggerire la barca.
3.Piano antideriva con appendici (deriva e timone) a baionetta, sistema più semplice che i meccanismi pivotanti. Lama di deriva in legno: in caso di urto si schiaccia, funge da fusibile e risulta facilmente riparabile.
4. Niente randa, quindi niente boma e rischi collaterali. L’armo sviluppato prima con la goletta Sira 2 poi ridotto a sloop con l’Orso Bianco prevede un albero arretrato e un piano velico con genoa, yankee o trinchetta. è possibile un’ampia combinazione di vele di prua secondo le andature.
5. Prora a forma di T (da cui il nome T-boat) tipo porta-aerei. In porto, l’ormeggio di prua è sempre più semplice, l’accesso a bordo rimane facile e la privacy in pozzetto è garantita. La larghezza della piattaforma permette di imbarcare il carrello della spesa, le biciclette o il motorino. Quest’ultimo è una delle passioni di Tross. Alzi la mano però chi in crociera non ha mai noleggiato un motorino per visitare l’entroterra?

7. Niente tuga. Sopra i dieci metri non è indispensabile per creare altezza negli interni ed è un elemento che indebolisce la struttura e complica anche la circolazione in coperta.
8. Scafo veramente e completamente stagno: tutte le aperture (gavoni, osteriggi, oblò, tambuccio) devono essere perfettamente impermeabili, così come l’albero.
9. Sovradimensionamento degli elementi vitali, in particolare dell’attrezzatura e dell’armo. Quello che i progettisti accademici chiamano “fattori di sicurezza” vengono stabiliti al rialzo con ampio margine.
10. “Il diavolo è nascosto nei dettagli” dicono gli anglosassoni, e avendo studiato lo yacht design da fonti perlopiù anglosassoni, Tross riprende questo principio nei suoi progetti.
CHI E’ ERNESTO TROSS
Tross ha iniziato la sua avventura di progettista “fai da te” nel lontano 1962 con una canoa a bilanciere in compensato. Nel 1978 scopre l’alluminio con il quale realizza le sue prime barche “oceaniche”. Nel 2000 ha progettato e costruito il 9 metri Orso Grigio mentre è del 2009 il 10 metri Orso Bianco.
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2 commenti su “Senza bulbo, senza randa. Il “decalogo” di Ernesto Tross per la barca perfetta”
Talmente sicura e teorie talmente convincenti che ce ne sono meno di 10 naviganti al mondo….. Ma per piacere!!!
Ha idee innovative probabilmente, bella l’ auto costruzione, ma le sue barche non si possono guardare! Inoltre avete presente una coperta in alluminio esposta al sole siculo o greco?
Ernesto Tross è una Grande Persona che potrebbe essere facilmente portata ad essere arrogante per i traguardi che è riuscito a raggiungere nella sua vita, perlomeno tanto quanto lo sono i commenti arroganti ed ignoranti che discreditano tutto il suo lavoro e le sue ricerche. Fortunatamente non è così, è rimasto persona semplice, umile nel continuare ad indagare, scoprire e ricercare il profondo. Un esempio.