Sei stufo di perdere? Ti spieghiamo come vincere le regate #1

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10572079_335448573296413_3940835015633002649_oSiete da tanti anni armatori di una barca, ma nonostante i tanti sforzi economici e tecnici non riuscite a vincere le regate? Questa allora è la pagina giusta per voi. Introduciamo la prima di quattro puntate, nelle quali, insieme agli esperti Duccio Colombi e Sebastiano Moise di PHI!Number, andremo ad analizzare quali sono le mosse giuste da fare per vincere le regate. Questa prima puntata, sviluppata in sei capitoli, è dedicata all’importantissima fase di Kick-Off e Setting, ovvero come preparare un progetto agonistico “a terra” che riesca a farvi essere vincenti in acqua: come mettere insieme il vostro equipaggio e sistemare la vostra barca partendo dai vostri obiettivi e dal vostro budget.

1. PROGETTO AGONISTICO
Il primo mattone da posare per costruire un team vincente è chiarirsi le idee sugli obiettivi da raggiungere nel corso della stagione. Con la stessa barca è impossibile tentare di vincere qualsiasi tipo di regata: lunga, oceanica, a bastone, IRC, ORC. Il programma deve essere ben chiaro: quali sono i campi di regata sui quali voglio investire e per che tipo di regate mi devo preparare. Chiarito questo punto è il momento di stablire il vostro budget. Il “vile denaro” è fondamentale per capire quali regate sono alla vostra portata a seconda della barca che avete a disposizione. Il calendario della stagione nasce quindi dalla convergenza fra progetto agonistico, tipologia di barca e budget: la sintesi di questi tre elementi dà come risultato un progetto potenzialmente alla vostra portata.

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2. LA PERSONA GIUSTA NEL RUOLO GIUSTO
La selezione dei membri dell’equipaggio è la seconda mossa da non sbagliare. Attenzione, non soffermatevi alla sola preparazione tecnica del singolo, valutate invece il carattere e la capacità del gruppo di saper lavorare insieme. Per raggiungere i risultati non è sempre necessario assoldare un team di soli professionisti, spesso si possono coinvolgere nel nostro progetto persone con le adeguate capacità tecniche e passionali che, con una guida competente, potranno crescere nel proprio ruolo. Di fatto, se preferite crescere nel vostro sport e conquistarvi il podio di persona, sarà necessario creare un team affiatato dove ogni membro dovrà ricoprire il ruolo che più gli si addice scegliendo sulla base delle caratteristiche tecniche, caratteriali e fisiche di ognuno. è importante inoltre chiarire che i ruoli non si esauriscono in acqua durante la regata, ma ognuno mantiene una “missione” anche a terra. Facciamo un esempio: il tailer non avrà come unico compito quello di regolare le vele, ma dovrà prendere nota di eventuali problematiche da condividere con l’equipaggio e magari da segnalare in veleria, oltre che annotare in un personale taccuino riferimenti, segni e sensazioni. Il massimo si raggiunge quando sulla nostra barca ognuno acquisirà un alto grado di responsabilità, e durante la regata potrà avere il giusto margine di decisione nel proprio ruolo.

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3. LA COMUNICAZIONE INIZIA DAL SILENZIO
La comunicazione a bordo deve avere delle regole chiare ed essere impostata senza margini di interpretazione. Ognuno dovrà sapere quando potrà permettersi di parlare, poiché il silenzio è sacro. Questo significherà aumentare la concentrazione a bordo oltre che “l’ascolto” della barca. è importante anche la comunicazione a settori: per fare un esempio, su determinate barche (e a meno che non ci siano esigenze tattiche particolari), si raggiungerà il top comunicazionale quando il prodiere stesso chiamerà i tempi per l’ammainata dello spinnaker. Chi meglio di lui sa considerare le problematiche tecniche delle manovra e definire le tempistiche che lo separano dalla boa?
4. IL “SELF MADE SAILOR”
Diventare forti regatanti in prima persona richiede impegno. La disponibilità per le regate e per gli allenamenti di chi invitiamo nel nostro team è un fattore da tenere in considerazione quanto le capacità tecniche. Impegnatevi a scovare velisti pronti a impegnarsi a fondo e a fare di tutto per essere in barca. Per il vostro personale percorso verso i risultati, attorniarsi di “veli-star” impegnati su diversi campi di regata potrà aiutare per rubare informazioni, ma non crescerete come team. Date fiducia a chi dimostra tanta voglia di essere in barca, se ben seguito e con un buon programma di training, nel giro di poco tempo sarà più che capace nel ruolo che gli è stato assegnato.
5. “TIRARE” LA BARCA
Quando la scelta dell’equipaggio è stata ultimata, è il momento di dedicarsi alla messa a punto della barca che, se possibile, dovrà essere portata al 100% delle sue potenzialità in linea con il budget a disposizione e le regate in programma. La scelta delle vele, per esempio, dovrà essere coerente con il progetto agonistico della stagione. Spi simmetrici o gennaker? Materiali durevoli o soltanto performance? Dipenderà ancora una volta dal livello dell’equipaggio, dalla tipologia di barca (planante o dislocante) e dalla tipologia delle regate (long distance o bastoni).
6. INTERPRETARE IL CERTIFICATO
Altra questione fondamentale in IRC e in ORC è il certificato di stazza. Le formule cambiano periodicamente e potrebbe essere cruciale apportare alcune modifiche alla vostra barca. Ciò vi permetterà di navigare veloci sull’acqua senza però risultare inefficienti dal punto di vista del rating. Questo lavoro di “ottimizzazione” richiede esperienza per non rischiare di fare scelte sbagliate.

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