Silent 76, l'altro modo di andare a vela
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Cambiare punto di vista. Applicare i concetti di comodità e facilità d’uso di una barca a motore ad una barca a vela. Oppure, ribaltando il concetto: mutuare le sensazioni che regala la navigazione a vela con la razionalità tipica di chi progetta una barca a motore. Il risultato di questo nuovo concetto ce l’avete sotto gli occhi, è il Silent 76. La prima barca a vela di un cantiere famoso, The Italian Sea Group, che raccoglie marchi affermati dello yachting italiano come Admiral e Tecnomar, apprezzati in tutto il mondo. Il progetto vela nasce cinque anni fa quando Giovanni Costantino diventa “chairman”, con l’intento di unire la sua passione con il business.Saliamo a bordo di Gigreca, il primo esemplare del Silent 76 a Marina di Carrara. Ci guida Claudio Corvino, architetto navale con passato in Oyster e presente come responsabile commerciale del progetto vela. Prima di salpare Corvino ci spiega che questo è il primo passo di una linea di barche a vela, Admiral Sail, in progettazione infatti troviamo la linea di superyacht a vela, Wave 38 – 48 – 60 firmata da Philippe Briand.
COME NAVIGA A VELA E A MOTORE
Ci mettiamo in pozzetto, accendono il motore… anzi i due motori da 150 cavalli della Yanmar, “Così” dice Corvino “navigare diventa più sicuro se un motore fa i capricci”. Primo indizio di contaminazione del mondo del motore con quello della vela. Capiamo anche perché la barca si chiami “Silent”, i motori non si sentono quasi, nessuna vibrazione. Usciamo dal porto manovrando il joystick che controlla i due motori e il bowthruster da 15 kW. Tutto facile, la manovra la fa una persona sola. Spingiamo i motori e raggiungiamo i 14 nodi per poi attestarci sui 12 nodi di velocità di crociera. Secondo indizio di contaminazione vela/motore, la velocità. è arrivato il momento di provare la barca navigando a vela, ben sapendo che questa è una barca da crociera, ma siamo curiosi di capire come si comporta. Con una brezza sui 10 nodi, praticamente senza sbandamento, Gigreca naviga sui 5/6 nodi. Quando il vento poi sale sui 15/20 nodi allunghiamo a nove nodi al lasco e quando stringiamo di bolina stretta ci manteniamo sui 7 nodi. Parliamo un pò del piano velico e delle appendici. L’albero è un Max Spar in alluminio con la randa rullabile nel boma e un fiocco autovirante (mi dicono che si può montare un fiocco al 110% per rendere la barca più ardente). Per chi vuole aumentare le prestazioni e il comfort di navigazione è previsto anche una versione con albero in carbonio. La barca è piuttosto neutra al timone e risponde bene, con il suo lungo unico timone, malgrado un bulbo con siluro a basso pescaggio, neppure tre metri di profondità. Comodo per entrare nelle baie con un 23 metri, di solito sono relegati a stare lontanissimi dalla costa.
QUALCOSA DI DIVERSO IN COPERTA
Il terzo indizio della contaminazione tra vela e motore l’abbiamo quando ci soffermiamo sul layout di coperta. Tre zone prendisole, a prua e sulla grande plancetta poppiera. Ma la novità è nel prendisole sulla tuga che si raggiunge facilmente grazie a dei gradini. A poppa un ampio garage permette di ospitare un tender da 3,2 metri e una moto d’acqua. Il pozzetto è all’insegna dell’easy sailing: due ruote del timone con consolle dove comandi tutto e una zona riparata, un vero salotto all’aria aperta. Parliamo della zona riparata e qui, ecco, l’altro indizio di contaminazione che a qualche purista della vela può far storcere il naso. Tutto il pozzetto sino a poppa è sovrastato da un “hard top” trasparente e avveniristico nel design. Sta di fatto che dal punto di vista pratico è molto comodo e utile. L’hard top fa da contrasto alle linee della barca che sono nette e pulite, senza forzature.
COSA C’E’ NELLA PANCIA DEL SILENT 76
Per scoprire cosa può fare un cantiere come Admiral nel mondo della vela bisogna scendere sottocoperta e visitare gli interni. Marmo e pietra dominano con finiture in legno scuro. Ma non spaventatevi. Grazie all’utilizzo di materiali come Slate Lite che danno l’aspetto della pietra, ma senza penalità di peso eccessivo tutto rimane nelle 45 tonnellate del progetto. La disposizione è insolita per una barca a vela: salone/salotto a dritta e una cucina/cambusa longitudinale sul lato opposto. A pochi passi si trovano la cabina armatoriale a poppa e due ulteriori cabine ospiti. La suite VIP è a prua del salone. La cabina equipaggio è a prua estrema, con una cabina letto, bagno con doccia e una lavatrice / asciugatrice. Questo è il layout di Gigreca, progettato per soddisfare le esigenze del proprietario. Ma il cliente può personalizzare lo stile degli interni, modificare il layout e alcune delle paratie. “L’obiettivo” dice Corvino “è rendere ogni barca come un prodotto personalizzato”. E creare, ogni volta, una barca a vela diversa da quella che sino ad ora abbiamo visto. www.admiralsail.it
SCHEDA TECNICA DEL SILENT 76
Lunghezza fuori tutto m 23,15
Larghezza max m 5,90
Pescaggio m 2,93
Dislocamento kg 45.000
Sup. velica bolina mq 250
Serbatoi acqua l 1.360
Serbatoi carburante l 1.800
Cabine 4 (8 ospiti) + 1 crew
Motore 2x 150 cv
Velocità max a motore 14 nodi
Veloc. crociera a motore 12 nodi
Design Admiral Sail
Costruzione GRP – Composito
Costruttore The Italian Sea Group
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1 commento su “Silent 76, l'altro modo di andare a vela”
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