“Tra Legno e Acqua”: come salvare e incentivare il restauro delle imbarcazioni d'epoca?
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Grande partecipazione per il convegno nazionale dell’Associazione Vele d’Epoca Verbano. La seconda edizione dell’evento sulla tutela delle imbarcazioni di valore storico svoltosi al Golf Club di Travedona Monate ha riunito più di ottanta partecipanti da tutta Italia, fra cui i maggiori esperti del settore. Lo scopo primario dell’Associazione Vele d’Epoca Verbano rimane quello di salvare, tutelare e incentivare il restauro delle imbarcazioni d’epoca. Come è emerso dal convegno, tuttavia, per far comprendere l’importanza culturale di questo patrimonio è necessario valorizzarlo nel contesto territoriale, ricreando lo storico legame da sempre esistito fra nautica e tradizioni locali.
Un esempio da copiare, secondo Giovanni Panella, delegato italiano della European Maritime Heritage Organisation, è certamente il Festival della Loira: “Le feste della marineria che si tengono ogni anno in Nord Europa – ha affermato lo scrittore – hanno una storia che risale agli anni ’80 del Novecento, quando ci si è resi conto che gran parte del patrimonio rappresentato dai vecchi velieri e dalle imbarcazioni tradizionali da lavoro stava scomparendo e che bisognava intervenire perché non fosse perduto per sempre. Da allora, questi avvenimenti hanno accompagnato il risveglio di attenzione nei confronti della “cultura marittima”.
Anche l’AVEV vorrebbe ora il suo “festival” e sta già pianificando contestualmente alla Verbano Classic Regatta, il raduno velico dedicato agli scafi d’epoca e classici nelle acque antistanti il golfo di Laveno, una serie di manifestazioni a terra. Previste per il mese di settembre, questi eventi punteranno a coinvolgere gli appassionati ma anche ad interessare la popolazioni locale e i numerosi turisti che nel periodo estivo affollano le rive del lago.
Tra le tante relazioni interessanti del convegno, ci ha colpito in modo particolare quella di Andrea Rossi che ha presentato il restauro di Gometra, un’imbarcazione in legno del 1925. Tutto inizia dalle regate di Cannes del settembre 2006, Matteo Rossi – padre di Andrea e già armatore della barca Madifra, disegno Giles del 1965 – deve andare a Montecarlo in macchina ed ha un po’ di tempo da perdere. Decide di fare la costiera al posto del’autostrada, attraversando Nizza intravede un relitto in secca tra la altre barche, inchioda e lascia un bigliettino. Dopo circa un mese Andrea e Matteo tornano a Nizza con camion, trasporto eccezionale etc e la portano via, verso la Liguria.
Oggi Gometra è ai lavori in un capannone sopra a Chiavari e tornerà praticamente com’era a navigare nel giro di pochi mesi, dopo un lungo resatuaro.
Gometra viene Commissionata ad Alfred Mylne dall’Ammiraglio James Farie nel 1925 per le acque costiere britanniche, Gometra porta il nome di un piccolo isolotto al largo di Mull. Ha iniziato la sua carriera agonistica nelle regate di Firth of Clyde con base a Port Bannatyne. Nel 1928, durante la West Highland Race a Inverary l’ammiraglio rimasto vedovo ha incontrato la sua seconda moglie e nel 1930 con Gometra hanno navigato verso sud prima a Falmouth in Cornovaglia e successivamente a Lymington nell’Hampshire, dove però Gometra si dimostrò troppo grande per il suo ormeggio sul fiume.
Tra gli aspetti più interessanti della sua storia, e motivo per cui fu soprannominata “The Gold Ship”, nel 1939 quando la Seconda Guerra Mondiale era iniziata Gometra fu riportata in Scozia, a Greenoco vicino a Glasgow, era di proprietà di James F. Lang ma quando la Norvegia venne attaccata dai Nazisti il destino di Gometra divenne chiaro. Fu scelta per trasportare al sicuro in Canada le riserve d’oro della Corona Norvegese, fu caricata sul cargo Bra Kra con il suo equipaggio in stand-by per poter proseguire a vela verso la salvezza nel caso il cargo fosse stato affondato dagli U-Boot.
A spanne, perchè fino a che non sarà finito il restauro di dati precisi non ce ne sono, la lunghezza fuori tutto è di 13.50 m, baglio max 2,60 m, disl. 10 ton, albero 17 m. E’ molto simile ad un 8 metri Stazza Internazionale, non lo è ma quasi. La stazza originale dovrebbe essere “12 Tonnellate del Tamigi” qualsiasi cosa ciò significhi.
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