Luciano Gavazzi, ovvero il compianto "signor Vaurien"
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Recentemente, vi abbiamo raccontato la storia di Spigola, la barca in legno costruita a tempo record a Trieste nei giorni antecedenti la Barcolana. Un’iniziativa che è servita a focalizzare l’attenzione su un mestiere, quello dei maestri d’ascia, che in Italia sta lentamente scomparendo. Quando se ne andranno tutti i “vecchi”, chi rimarrà a fare questo lavoro, carico di fascino e attraente per i giovani, ma reso difficile da politiche cieche in stile “caccia alle streghe” da parte del governo quando si tratta di diporto nautico?
SE NE E’ ANDATO UN GRANDE
Intanto, un altro grande se ne è andato. Luciano Gavazzi ci ha salutato lo scorso agosto, all’età di 83 anni: il costruttore e velista toscano iniziò la sua carriera neanche ventenne, muovendo i primi passi al Cantiere Navale di Donoratico, fondato nel dopoguerra dal conte Gaddo della Gherardesca. Gavazzi divenne presto maestro d’ascia e nel 1955 si mise in proprio, iniziando a realizzare derive. Partì in un minuscolo cantiere di Castiglioncello, poi nel 1974 si trasferì nello stabilimento situato a Rosignano Solvay, lungo l’Aurelia.
IL MAESTRO D’ASCIA DALLE MANI D’ORO
Che Gavazzi avesse le mani d’oro fu chiaro fin dal 1956, quando uno degli Snipe da lui costruiti, il “Miss K”, vinse il Campionato Mondiale di classe negli USA. Nel 1960 un altro dei suoi beccaccini, il “Mister Jack”, sarà premiato con il Beccaccino d’Oro. Poi i Dinghy, i Finn e gli Optimist.
IO SONO IL VAURIEN
Ma il nome di Gavazzi è legato soprattutto alla classe Vaurien (la deriva progettata nel 1951 dal francese Jean Jacques Herbulot): la barca conobbe rapida diffusione fin dai primi anni ’60 in Francia e Luciano la spinse in Italia. Fino al 1990 fu l’unico costruttore autorizzato nello Stivale. Dal 1963, Gavazzi ha dato i natali a 1.530 Vaurien (prima realizzati in legno acajou, poi in vetroresina), di cui 3 hanno vinto un titolo mondiale. Per saper costruire una barca al meglio, bisogna saperci andare. Luciano Gavazzi vinse infatti nel 1963 l’Italiano Vaurien a bordo del suo “Veba”.
I MOTORSAILER E LA VETRORESINA
Il Cantiere Navale Luciano Gavazzi si lanciò poi (mantenendo la produzione di piccole barche a vela) nella costruzione di motorsailer custom: ad esempio l'”Usodimare II”, dieci metri progettato dal livornese Aldo Renai, fu consegnata nel 1960 all’attore romano Paolo Panelli, marito di Bice Valori. Gli anni ’70 saranno quelli del passaggio alla vetroresina, con i minitonner e il “Flying Fifteen” disegnato dall’inglese Uffa Fox.
PILOTINE, GOZZI, FISHERMAN
Nel 1974 iniziò la produzione del primo gozzo in vetroresina denominato “ALGA 510”. A distanza di trent’anni è possibile vederne navigare ancora i primi modelli, a dimostrazione dell’ottima qualità costruttiva, senza risparmio alcuno nei materiali. Nel 1984 nacque la prima pilotina del Cantiere Gavazzi, il “NOSTROMO 21”. Ad oggi ne sono state prodotte ben 370 esemplari. Infine, l’ammiraglia del Cantiere: il “NOSTROMO 25”, un classico ma moderno fisherman cabinato, ideale anche per la crociera. Il tutto senza mai abbandonare il suo primo amore, il Vaurien.
(Foto di copertina di Enrico Campanella)
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