RS Aero, la deriva dell'anno per Sailing World
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A pochi mesi dal suo esordio l’RS Aero (ultimo nato in casa RS Sailing, distribuito in Italia da Boattech) si è aggiudicato il premio Boat of the Year nella categoria “Best Design”, promosso dalla prestigiosa rivista britannica Sailing World. Fra le motivazioni della scelta dell’RS Aero da parte dei giudici “la capacità reattiva, il confort al trapezio , la velocità, la qualità costruttiva, la leggerezza, la proposta delle diverse opzioni di armo, i dettagli tecnici e il prezzo”. Noi lo avevamo provato qualche tempo fa, ed ecco come era andata.
RS AERO – LA NOSTRA PROVA
Quando sali a bordo di una deriva, ti diverti. Hai quel contatto diretto con l’acqua e la sensazione impagabile dello scafo che reagisce ai movimenti del corpo. Sono stata sul lago d’Iseo per provare il neonato di casa RS: l‘Aero. 30 kg di scafo nudo, 48 kg armato. Pesa esattamente 10 kg in meno di me, e questa differenza si sente quando navighi, la barca reagisce ai movimenti quasi come una tavola da windsurf.
Inutile nascondere le intenzioni del cantiere britannico RS: questa deriva si inserisce in un mercato al momento dominato dal Laser. Come sul Laser, tre sono gli armi previsti: Aero 5, che corrisponde a grandi linee al Laser 4.7; Aero 7 (con il quale sono uscita) che riprende l’armo radial del laser e Aero 9 che come superficie velica è simile al Laser Standard. I tutti e tre i casi la barca viene armata nello stesso modo, tranne che la parte inferiore dell’albero (formato da due pezzi a incastro) che cambia a seconda dell’armo scelto.
ARMO IN TRE MINUTI E REGOLAZIONI SENZA SFORZI
La prima nota positiva è la velocità con la quale si arma la barca. In tre minuti tutto è pronto per uscire, come potete vedere nel video qui sopra. Altra caratteristica identitaria è la leggerezza che facilita soprattutto la messa in acqua e il trasporto dell’imbarcazione: senza fatica infatti può essere caricata sul tetto della macchina. Lo scafo è costruito in resina epossidica e parti di carbonio, albero, boma, timone e deriva sono in carbonio per ridurre al massimo i pesi.
La randa viene inferita nell’albero attraverso una canalina e issata per mezzo di una drizza, le tre regolazioni fondamentali: vang, cunningham e base sono rimandate a centro scafo, per facilitare le regolazioni al timoniere. Vang e cunningham inoltre sono a circuito chiuso, che gira intorno al bordino dello scafo: soluzione che facilita ulteriormente la vita. Un’altra nota “di stile” è la riduzione al minimo dell’acciaio a bordo, ogni bozzello è fissato tramite loop in dyneema che oltre a non pesare, evitano di rovinare l’attrezzatura.
IN NAVIGAZIONE LA BARCA REAGISCE COME UNA TAVOLA
La giornata sul lago ci ha regalato delle condizioni perfette per la prova, vento tra gli 8 e i 10 nodi e onda corta. Salendo a bordo ci si rende subito conto di cosa voglia dire uno scafo così leggero che reagisce a ogni minimo spostamento: questo permette di giocare sulle ondine del lago con grande soddisfazione. Di bolina la posizione alle cinghie è ergonomica, la forma dello spigolo addolcita non crea particolare fastidio alle gambe. Sotto raffica, le regolazioni di cunningham, vang e base permettono di smagrire “in diretta” la randa in balumina diminuendo lo sbandamento e riducendo lo sforzo fisico. Il boma alto, inoltre, non crea alcun problema in virata. Ma il vero divertimento arriva di lasco, la minima raffica regala delle accelerazioni notevoli e divertenti con la prua sempre bene fuori dall’acqua, la scotta senza archetto permette di lavorare “in diretta” su raffiche e onde e di non avere problemi in strambata. Ho provato a scuffiare la barca e raddrizzarla non comporta sforzi particolari, grazie alla presenza di murate strutturali.
Rimango con la curiosità di vedere come l’Aero si comporta con vento teso: con 25 nodi non soffrirà per la sua leggerezza?
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6000 EURO…PREZZO DA MATTI